Poesie d'Autore


Scritta da: Antonio Belsito
in Poesie (Poesie d'Autore)
Si aprono cieli di spensieratezza
in un universo ove non manca la tristezza
e s'illuminano volti
come fossero stelle
e si accendono occhi
mentre brillano comete
tra le più belle.
È l'incanto della fanciullezza
di quella genuina giovinezza
in cui al mondo si da il proprio nome
al sole si lascia l'incanto
la luna diventa pavimento
e si tende la mano
o basta un solo dito
per disegnare l'infinito.
E sono corse abbracciati al vento
mentre i capelli volano in silenzio
e le ginocchia si sbucciano
ridendo
e il cuore si dona
si butta
si tuffa
salta
affanna
si nasconde
e ritorna sudato di felicità
perché lo sguardo rivolto al cielo
diventa il sogno più bello
d'ingenuità
e inciampare
è solo un gioco
come l'alternarsi
del giorno e della notte
del caldo e del freddo
dell'azzurro e del grigio
così si nuota nella tempesta più bella
si supera l'uragano più intenso
si accarezza il deserto
si vola come gabbiano
cadiamo e ci rialziamo
perché la paura più grande
è chiudere gli occhi
e non (poter) sognare.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    In difesa della me più disabitata
    ho contato cento mani in assedio
    ai piedi della mia anima sfitta
    ma non c'è posto alla mia mensa

    a dare la parvenza di un tutto intero
    e persino doppia
    per trovare di me
    la metà che sono
    e bastarmi
    addirittura
    mi avanzo
    come scarto
    al convivio stanco della mia carne
    fatta pane per saziarmi
    simposio decadente
    sinossi dei digiuni imposti

    sul telaio delle mie fughe,
    il dipinto scheggiato di chi m'insegue
    - ho mille solitudini, una per ogni occasione diversa -

    sul tuo richiamo
    sono nemo senza nome.
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      Scritta da: Rosita Matera
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Meriggio

      A mezzo il giorno
      sul Mare etrusco
      pallido verdicante
      come il dissepolto
      bronzo dagli ipogei, grava
      la bonaccia. Non bava
      di vento intorno
      alita. Non trema canna
      su la solitaria
      spiaggia aspra di rusco,
      di ginepri arsi. Non suona
      voce, se acolto.
      Riga di vele in panna
      verso Livorno
      biancica. Pel chiaro
      silenzio il Capo Corvo
      l'isola del Faro
      scorgo; e più lontane,
      forme d'aria nell'aria,
      l'isole del tuo sdegno,
      o padre Dante,
      la Capraia e la Gorgona.
      Marmorea corona
      di minaccevoli punte,
      le grandi Alpi Apuane
      regnano il regno amaro,
      dal loro orgoglio assunte.

      La foce è come salso
      stagno. Del marin colore,
      per mezzo alle capanne,
      per entro alle reti
      che pendono dalla croce
      degli staggi, si tace.
      Come il bronzo sepolcrale
      pallida verdica in pace
      quella che sorridea.
      Quasi letèa,
      obliviosa, eguale,
      segno non mostra
      di corrente, non ruga
      d'aura. La fuga
      delle due rive
      si chiude come in un cerchio
      di canne, che circonscrive
      l'oblío silente; e le canne
      non han susurri. Più foschi
      i boschi di San Rossore
      fan di sé cupa chiostra;
      ma i più lontani,
      verso il Gombo, verso il Serchio,
      son quasi azzurri.
      Dormono i Monti Pisani
      coperti da inerti
      cumuli di vapore.

      Bonaccia, calura,
      per ovunque silenzio.
      L'Estate si matura
      sul mio capo come un pomo
      che promesso mi sia,
      che cogliere io debba
      con la mia mano,
      che suggere io debba
      con le mie labbra solo.
      Perduta è ogni traccia
      dell'uomo. Voce non suona,
      se ascolto. Ogni duolo
      umano m'abbandona.
      Non ho più nome.
      E sento che il mio vólto
      s'indora dell'oro
      meridiano,
      e che la mia bionda
      barba riluce
      come la paglia marina;
      sento che il lido rigato
      con sì delicato
      lavoro dell'onda
      e dal vento è come
      il mio palato, è come
      il cavo della mia mano
      ove il tatto s'affina.

      E la mia forza supina
      si stampa nell'arena,
      diffondesi nel mare;
      e il fiume è la mia vena,
      il monte è la mia fronte,
      la selva è la mia pube,
      la nube è il mio sudore.
      E io sono nel fiore
      della stiancia, nella scaglia
      della pina, nella bacca,
      del ginepro: io son nel fuco,
      nella paglia marina,
      in ogni cosa esigua,
      in ogni cosa immane,
      nella sabbia contigua,
      nelle vette lontane.
      Ardo, riluco.
      E non ho più nome.
      E l'alpi e l'isole e i golfi
      e i capi e i fari e i boschi
      e le foci ch'io nomai
      non han più l'usato nome
      che suona in labbra umane.
      Non ho più nome né sorte
      tra gli uomini; ma il mio nome
      è Meriggio. In tutto io vivo
      tacito come la Morte.

      E la mia vita è divina.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Se Tu avessi scorto
        tutto il mio abisso, dentro,
        riccio di mare
        con gli aculei sulle sponde,
        il mio corpo indifeso
        sarebbe rimasto argine sulla battigia
        a placare la risacca delle tue mani.

        Sul pelo d'acqua, fuori
        mi sono eletta ninfea
        sul pacificare della corrente
        come fossi gomena ardita ancorata all'ormeggio.

        Sui tonfi dei sassi
        spirali e cerchi di vita
        sui click dei battiti.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Sentirmi è comando
          per tutte le sorde promesse
          i tonfi degli eventi
          gli attutiti fatti
          i sommessi inganni
          il cuore taciuto
          È rimasto un urlo nel sonno
          e la voce che diceva
          e la gola che riscattava
          nessun nuovo dire
          se non l'eco
          come d'un mare antico
          di me, colorata di battigia
          una vecchia alga alla caviglia sinistra
          l'acqua che rinfresca
          se qualcosa d'arso fosse rimasto
          si posi un bruciore estinto
          Cenere
          rimane
          solo
          sui fondali.
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Ho preferito il buio di mille profumi
            e mi sono portata dai fiori
            a riprova delle primavere estinte
            sull'inchino del solstizio
            di fronte al più lungo equinozio
            su un'alba fracassata di cento giorni d'assenza
            - tanti i petali sotto i piedi -
            Quali colori avessero le essenze
            lo ha detto il tempo
            che ancòra aspetto di mattino presto
            sotto l'umida rugiada e le ragnatele
            ché i fili mi fanno anelli tra le dita
            alla luce di mille profumi che ho preferito.
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              Scritta da: Mariella Buscemi
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Sapessi leggermi
              Questo mio tetro teatro
              Dipingeresti di terrore
              I sorrisi dei pagliacci
              E saliresti sulle altalene delle mie paure
              Dove le corde sono liane
              Nei boschi autunnali del mio cuore.
              Della pioggia di oggi
              Potresti ancora lavarti le mani
              Sull'umidità dei miei capelli
              E sederti al riparo del collo.
              Guardarsi sarebbe coraggioso infinito.
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                Scritta da: Mariella Buscemi
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                All'improvviso
                è stato sipario sul mio cuore
                e tutta l'esistenza si è aperta teatrale
                dai miei occhi, divenuti scena
                nel secondo atto delle mie pupille
                così sequenziali i ricordi
                sugli episodi delle ciglia cadenti
                come stelle
                urlare, soliste, il loro desiderio
                di tutto un cielo piangere le voglie
                e le passioni degli astri
                nell'inizio della notte
                su un pubblico di ombre
                e le mie mani ad applaudirmi
                attrice, protagonista nelle mille probabilità
                d'una me possibile.
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