Poesie d'Autore


Scritta da: Claudio De Lutio
in Poesie (Poesie d'Autore)

Buon Natale

Buon Natale a tutto il mondo
dalla grotta di Gesù
con l'augurio più profondo
che Dio volge da lassù.

Buon Natale a ogni paese
in cui nasce il bambinello:
sia africano sia albanese
sarà sempre un bimbo bello.

Buon Natale a ciascun uomo
riscaldato nella notte
contro il gelo di un antiuomo
che lo caccia e gli dà botte.

Buon Natale ai peccatori
che domandano perdono:
se Gesù ha portato i doni
li ha portati anche per loro.
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    E ancora a te io prego con le braccia
    tese al tuo sangue. In me l'antica data
    della dimestichezza della donna
    vive ancora terribile. Se schiava
    mi facessi di un sordo desiderio
    ti amerei rassegnata;
    se penetrassi nell'anima pura
    che ho sortita nascendo
    ti amerei d'un amore disperato.
    Ma se tu contemplassi nel mio viso
    tutta la rotazione di un pensiero
    anche senza comprenderlo, io forse
    impazzirei di tesa meraviglia
    a riguardare l'occhio del mio sposo.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Oh, poter cantare la mia figura
      grave e modesta, arsa dall'amore
      che di notte la visita, cantare
      la veglia incalcolabile del sogno,
      il calore diffuso d'ogni senso;
      oh, cantare colui che mi seduce
      con ben morbide mani,
      cantare l'ora che mi risolleva
      all'altezza finale del suo sesso,
      cantare indefinibili tormenti
      lenti, remoti, accolti nel presente.
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Madre diletta, mia sognata e vera
        verità, mia splendente meraviglia,
        madre diffusa come l'ape e il miele
        madre sostanza, tienimi nascosta
        dentro il tuo manto sì che io non veda
        sotterfugi ed inganni, in te io pura
        ridivento, siccome una bambina.
        Madre t'ho vista un giorno mentre prona
        sul pavimento t'invocavo piano
        eri bella e possente e mi guardavi
        con infinita eterna tenerezza
        a che più dirti, io non ho parole
        ma tu hai l'incanto delle cose buone,
        tu hai le parole che non hanno voce
        e che pure traversano le mura
        d'ogni esultanza, o madre che fanciullo
        tenesti il Cristo, guarda alle mie braccia
        che sono vuote e colmale di fiori
        o di spine o di luce o di tormento
        come ti piaccia e rendimi felice.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Timorosa è la notte quando gela
          sopra di noi l'audace desiderio
          di caldi baci e nitide parole;
          ora rifiuto in ogni gemma il fiore
          poiché bianca si è fatta la mia faccia
          di un pallore mortale.
          Lunghi anni cercando sopra rocce
          aspro ristoro o presso la tua croce,
          Cristo, soffrendo, ho gravitato invano.
          Ora che se ne va sembra mi cada
          questo lungo mantello e denudata
          è la mia carne e presa dentro i ceppi dell'abbandono. A te volgo la mente
          e il sospiro profondo. Lunghi giorni
          simile a un negro uccello andrò vociando
          nel fervore notturno, lunghi giorni,
          padre celeste, e senza una parola,
          lugubre diverrò come una tomba.
          Né io spero risorga, tanto dura
          è la mia morte e tanto a te lontana.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Prima che si concluda questo amore
            lascia che io ringrazi il mio destino
            per il bene assoluto che m'ha dato,
            per la fame dei sensi, per l'arsura
            che mi ha preso alla gola. Prima di andare
            lascia che ti riporti sul cammino
            dove giungesti o mio sanato amore
            così divino e immobile e lontano
            ch'io non oso toccarti. Addio, mai Nume
            fu più profondo e grande, mai d'altezze
            tali giunsi al confine. Addio mio inganno
            tacito e dolce come un grande lago.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Quando codesto dèmone mi assalta,
              e con mani gravose e con mascelle
              dense di schiuma tutta mi divora,
              io mi rivolgo a te con gli occhi pieni
              di muto assenso e non ti dico basta,
              so quel che soffri mio signore quando
              ho le mani contorte e gli occhi muti,
              so che mi vedi fremere di rabbia
              contro mille imposture, o canto vero,
              se potessi tu pure come esperto
              grave chirurgo giungermi nel cuore
              e strapparvi il tormento, allora un urlo
              io darei di beata meraviglia,
              di contentezza, o Dio adorato e pieno
              come la notte, se mi capovolgo
              vedo le stelle e oscuri firmamenti
              tremano in me, di notte, quando taci.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Padre, se amo e dimentico, perdono,
                spiga profonda dell'ardore mio,
                padre non disdegnarmi anche se accendo
                alle tue antiche e gelide ginocchia
                questo rogo violento che ti atterra.
                Vedo dentro nell'anima il tuo volto
                così profondo di minaccia e altero,
                sento su me il tuo dialogo scoperto,
                ho la visione assurda del tuo riso.
                So che mi hai rilanciata dal tuo grembo
                priva di tutto, nuda come un ramo
                che non possa per te rendere fiori
                so che mi appoggi ad una rupe spenta
                per saggiare il mio moto. Ebbene, Iddio,
                io son fatta così, una mendicante,
                una che geme se tu l'allontani,
                una che senza te non può volare
                ma strisciare per terra. Fa che amore
                mi riporti al tuo seno, io sono tua
                sino da quando mi posasti in seme
                dentro grembo di donna, io sono tua
                sino da quando in me nacque ragione.
                Ora perché me la riporti via?
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                  Scritta da: Mariella Buscemi
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Se in mezzo al petto
                  mi nascesse stalagmite di fuoco
                  e in lacrime calcaree
                  librassi in passi di cielo,
                  una preghiera diverrebbe tetto
                  e nevicherei tutti gli schiaffi dell'aria dolorosa

                  Se la pelle mi diventasse d'amianto
                  e il gelo scrostasse patine di paura
                  precipiterei acqua
                  per risalire e svaporare
                  fumogena
                  pellicola rarefatta
                  rifratta
                  per gioco di luce
                  tra cristalli fragili

                  Se fossi stagione
                  mieterei
                  adesso
                  per sfamarmi di pane
                  e farmi scorta e formica
                  piccola
                  nera
                  così lontana dai cicalecci

                  Anima granulare
                  brina e germe freddo
                  con la secchezza del peso verso il suolo
                  e il terrore del gelicidio
                  sarei gragnola
                  e muterei il nome in Siberia.
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