Un tempo corteggiare era un po' un'arte Non eri costretto a recitare alcuna parte Si parlava il linguaggio del proprio cuore Ogni giorno scrivevi una lettera d'amore. Quando tutte insieme poi tu le rileggevi La sensazione di un romanzo ne traevi Erano tutte storie dolci, pure ed originali Storie della vita... ma molto belle e speciali. Ora, per corteggiare scrivi un esse emme esse Dove le parole sono quasi sempre le stesse non conta ormai più lo stile del linguaggio Ma, l'essere abili a rubare un messaggio. Ti trovi in una dimensione non virtuale Hai le risposte subito e in un tempo reale Un tempo dicevi ciao, come stai, cosa fai? Oggigiorno invece chiedi sempre dove sei? A volte un esse emme esse è un segnale Per farsi richiamare dal proprio amore Ma bisogna poi cancellare quella traccia Se non si vuole perdere anche la faccia. In centosessanta battute devi fare il punto ciò che era un romanzo, oggi è un riassunto non ci sono più quelle belle storie originali incolli quaranta messaggi, trenta sono uguali. Si può amare anche in centosessanta caratteri Se quei pensieri e i sentimenti fossero sinceri Ma per parlare a Rossana fanno come Cristiano che declamava le parole romantiche di Cirano È in questa tresca, oggi che l'amor si tesse tutti attori che fingono e inseguono dei miti in una sintesi di milioni di esse emme esse si illudono di essere diventati tutti poeti.
Sono sempre le parole ad arrivare al cuore ma son le delusioni a provocar dolore ma se non freme il cuore tu non avrai l'amore puoi averne un 'apparenza oppure un'illusione ma… pensarti e sapere che ci sei è già un modo per sentirsi amato tu sei come un particolare che solo un esperto può ammirare non la scena spettacolare che tutti possono vedere.
La foschia che copre la mia mente Sta dissipandosi all'improvviso, un raggio di sole illumina la mia vita. Il paesaggio triste ed offuscato, sta sparendo al venire del sole e del desiderio di far rinascere le "foglie". I germogli della vita stanno espugnando La fortezza dello sconforto E l'amarezza dell'inganno. Grazie, oh natura che dai la forza E la possibilità di rinascere A questo mio obnuvolato corpo. Ma, ma che fai? Te ne vai sole? E! E tu, " vento" stai tornando? No, non voglio, perché? A che serve sperare quando La realtà ti sbatte sul viso Come un vento che abbatte E non ci si possono opporre ostacoli? No. Tu non puoi tornare, la vita è rinata in me stavolta le foglie non sono più secche vento! Non ti lascerò colpire ancora. E…uscito dal cerchio del dolore forse riuscirò a trovare l'amore.
Quando il giorno cade In te la vita muore E il buio fitto invade La mente ed il tuo cuore. La notte fa pensare I cuori fa parlare Solo un finto amore Di questo ha il terrore.
Da sul colle dipinto nel colore dei fiori, io guardavo l'acqua azzurro smeraldo e sentivo il canto tranquillo del mare. Vedevo la felicità degli uccelli su in cielo La sicurezza dei pesci nell'acqua Sentivo la pace dentro al mio cuore. Non credevo, non pensavo ormai In mezzo a tanti mali del mondo riuscissi ad esclamare: meraviglioso! Lontano dagli intrighi, dal traffico Dai rumori, dal male, dal buio Vicino alla gioia, lontano da lei. Già! Al solo pensiero di lei Il cielo diventava già buio, il mare in tempesta Il cuore batteva impazzito, non avevo più pace. Non crediamo, sarebbe un errore alla gioia e anche all'amore se non si è in pace col cuore. Fu per questo che, anch'io, quel giorno Pur essendo in un paese di favola Vivevo un'illusione di nuvola.
Quante luci spezzano il buio della notte Quante urla, quante grida Quanta gente lacera il sacro silenzio E si diverte in quella casa. E tu, o notte, osservi tutto e tutti. Vedi loro brindare e divertirsi E vedi me, solo a passeggiare A pensare e ripensare a chi non c'è più Perché non riesco ad entrare là con loro?
Cosa c'è in me di diverso? Che mi trattiene ora che son solo? Ora che non ho più lei? Perché? Lei era bella! Ti ricordi, o notte, quando vagando, abbracciati senza meta, in silenzio, senza rompere la quiete ci sedevamo sotto il faggio e ci amavamo?
Eravamo felici, aspiravamo il profumo Del grano e dei papaveri in fiore Ci specchiavamo in un raggio di luna Vivevamo di baci, di promesse, del nostro amore. Ma non durò a lungo Di giorno non ci capimmo più Tu non c'eri ad aiutarci con la tua pace Litigammo e lei partì. Siamo rimasti soli io e te, notte Tu ancora testimone della mia vita Io, coi miei ricordi in quei silenzi Non entro là, e son qui a chiedermi come mai.
La storia che or vi descrivo È storia che ancora io vivo Non credo sia un'avventura E spero sia sol duratura. Quando vidi quella rosa Provai una strana cosa E tutto mi invase un sentimento Che mi rese felice, contento. Era una rosa così dolce e carina Col cuore ancor da bambina Io la vidi gaia e contenta ma quella fiamma sarebbesi spenta. La rividi una sera, triste e depressa E feci a me stesso una solenne promessa. Io raggio di sole, con mano sicura Dovevo aiutarla a diventare matura. Così il giorno dopo, appena mattina Volli vedere la mia dolce bambina Era più calma, e meno gravosa sembrò la vicenda alla dolce mia rosa. Poi la rividi ogni giorno E ad ogni saluto, aspettavo il ritorno Lei or mi ascolta felice e rapita Ma nel suo cuor c'è ancor la ferita. Io so che si sente un po' troppo sola senza nessuno che la consola Ella con me suol confidarsi e quindi dai guai può scaricarsi. A volte mi dice che vorrebbe trovare Qualcuno che la possa amare Ed io allora ti chiedo dolce mia rosa Non capisci che tì amo più d'ogni altra cosa?
È l'alba. Il pero, il melo, il cipresso sono brulli Tutto è spoglio, anzi nudo. Il vento soffia forte Ma non mi sembra soddisfatto Non trova più ostacoli da abbattere Non stronca più le fragili foglie Ormai solo soffice manto Nella mia amata terra. Il cielo è grigio, anzi scuro, tutto è nero, tutto confuso. E cominciano i tristi pensieri No, non c'è via di scampo. E come la foglia cade abbattuta dal vento crudele le mie aspirazioni, i miei desideri cadono nel vuoto di questa tragica realtà. Da essa non posso fuggire E tu, oh natura, non mi aiuti certo, anzi mi crei l'ambiente, l'atmosfera, per non uscire da questo rebus. Dove sono il sole, le foglie, i fiori? Dov'è la felicità che inseguo E non trovo in questo spoglio mattino Specchio della mia arida vita? Eppure un tempo non era così La vita cresceva felice E con essa, le mie illusioni, le mie speranze. Ma come l'uragano stronca la vita nascente La delusione stronca le aspirazioni. Dove sono il sole, la luce, l'energia Che creano la vita? Dov'è lei che cerco ancora E non trovo in quest'alba vuota?
Ho chiesto un passaggio alla luna per guardare la terra Dal centro di essa, arrivavano solo messaggi di guerra, ho guardato, molto abbattuto, l'immensa luce del sole ho visto l'energia, la voglia di vita e far crescer le viole. Ho guardato attento, nel più profondo angolo del cuore, a cercare un germoglio d'affetto, di amicizia e d'amore. L'ho frugato, capovolto, interrogato; come un deserto Mi è parso, svogliato, amareggiato, disgustato e incerto. Poi, come in un oasi, il seme di vita, uno squarcio di luce Sei apparsa, tu, l'eterna speranza che sempre conduce Alla vita, alla beltà dello stile, alla libertà, sorriso solare di marzo! Sì, rivedo la pace, te, e il mio gusto d'amare.
Avete mai provato, dopo un'immersione totale, nel vortice di una passione praticamente globale, a sentirvi a poco a poco, un semplice ritaglio?
Stimato, amato, poi, quasi sopportato, un inutile ritaglio! Non il piccolo affresco che può riempire l'immensa parete, ma proprio il ritaglio, che rimane, come scarto di una rete.
Piano piano ma, inesorabilmente, lo spazio nel suo diario, per quel piccolo ritaglio, lei lo cerca ormai, col calendario, non più la passione, la voglia d'amare, per cui tutto era secondario.
E tu, piccolo ritaglio, soffri e subisci questa situazione, ti pieghi, con fantasia cerchi la prossima occasione , ma in quella programmazione; c'è tutta la tua umiliazione.
Può un piccolo ritaglio essere un insensibile egoista? Ma l'essere ritaglio, dando tutto di te, vuol dir che sei altruista. Se tu volessi lei, come semplice ritaglio, allora saresti l'egoista!
Ma cosa vai a pensare, ma cosa vai cianciando? Povero ritaglio! Interrogarti se è stato tutto un errore , o un semplice abbaglio. Questa è la vita, ci caschi sempre , lo sai, sei tu, altro che sbaglio.