Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Notturno

Il sangue ferve per Gesù che affuoca.
Bruciamo! Dico: e la parola è vuota.
Salvami tutto crocifisso (grido)
insanguinato di Te! Ma chiodo al muro,
in fìsiche miserie io son confitto.
La grazia di patir, morire oscuro,
polverizzato nell'amor di Cristo:
far da concime sotto la sua Vigna,
pavimento sul qua! Si passa, e scorda,
pedaliera premuta onde profonda
sai fa voce dell'organo nel tempio -
e risultare infine inutil servo:
questo, Gesù, da me volesti; e vano
promisi, se poi le anime allontano.
Bello è l'offrir, quale il fiorire al fiore;
ma dal sognato vien diverso il fatto.
Padre, Padre che ancor quaggiù mi tieni,
fa che in me l'Ecce non si perda o scemi!
A non poter morire intanto muoio.
Il sangue brucia: Gesù mette fuoco;
se non giunge all'ardor, solo è bruciore.
Maria invoco, che del Fuoco è Fiamma;
pietosa in volto, sembra dica ferma: -
Penitenza, figliolo, penitenza:
prega in preghiera che non veda effetto:
offriti sempre, anche se invan l'offerta;
e mentre stai senza sorte certa,
umiliato, e come maledetto,
Dio in misericordia ti conferma.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La sabbia del tempo

    Come scorrea la calda sabbia lieve
    Per entro il cavo della mano in ozio,
    Il cor sentì che il giorno era più breve.

    E un'ansia repentina il cor m'assalse
    5 Per l'appressar dell'umido equinozio
    10 Che offusca l'oro delle piagge salse.

    Alla sabbia del Tempo urna la mano
    Era, clessidra il cor mio palpitante,
    L'ombra crescente d'ogni stelo vano
    Quasi ombra d'ago in tacito quadrante.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Le mani

      Le mani delle donne che incontrammo
      una volta, e nel sogno, e ne la vita:
      oh quelle mani, Anima, quelle dita
      che stringemmo una volta, che sfiorammo
      con le labbra, e nel sogno, e ne la vita!
      Fredde talune, fredde come cose
      morte, di gelo (tutto era perduto):
      o tiepide, parean come un velluto
      che vivesse, parean come le rose:
      rose di qual giardino sconosciuto?
      Ci lasciaron talune una fragranza
      così tenace che per una intera
      notte avemmo nel cuore la primavera;
      e tanto auliva la soligna stanza
      che foresta d'april non più dolce era.
      Da altre, cui forse ardeva il fuoco estremo
      d'uno spirto (ove sei, piccola mano,
      intangibile ormai, che troppo piano
      strinsi? ), venne il rammarico supremo:
      - Tu che m'avesti amato, e non in vano! -
      Da altre venne il desìo, quel violento
      Fulmineo desio che ci percote
      come una sferza; e immaginammo ignote
      lussurie in un'alcova, un morir lento:
      - per quella bocca aver le vene vuote! -
      Altre (o le stesse) furono omicide:
      meravigliose nel tramar l'inganno.
      Tutti gli odor d'Arabia non potranno
      Addolcirle. - Bellissime e infide,
      quanti per voi baciare periranno! -
      Altre (o le stesse), mani alabastrine
      ma più possenti di qualunque spira,
      ci diedero un furor geloso, un'ira
      folle; e pensammo di mozzarle al fine.
      (Nel sogno sta la mutilata, e attira.
      Nel sogno immobilmente eretta vive
      l'atroce donna dalle mani mozze.
      E innanzi a lei rosseggiano due pozze
      di sangue, e le mani entro ancora vive
      sonvi, neppure d'una stilla sozze).
      Ma ben, pari a le mani di Maria,
      altre furono come le ostie sante.
      Brillò su l'anulare il diamante
      né gesti gravi della liturgia?
      E non mai tra i capelli d'un amante.
      Altre, quasi virili, che stringemmo
      forte e a lungo, da noi ogni paura
      fugarono, ogni passione oscura;
      e anelammo a la Gloria, e in noi vedemmo
      illuminarsi l'opera futura.
      Altre ancora ci diedero un profondo
      brivido, quello che non ha l'uguale.
      Noi sentimmo, così, che ne la frale
      palma chiuder potevano esse un mondo
      immenso, e tutto il Bene e tutto il Male:
      Anima, e tutto il Bene e tutto il Male.
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        Scritta da: Stefano Del Degan
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Verdi foreste di smeraldo

        Ho sognato
        verdi foreste di smeraldo,
        rivi d'acqua cristallina e pura
        che corrono splendenti
        tra pietre di zaffiro, giada e topazi,
        gente felice sotto l'azzurro cielo
        di quei giardini d'Eden scomparso,
        libero di volare oltre le barriere del vento,
        senza il dolore della sofferenza,
        oltre la paura dell'abbandono,
        al di là del grigiore della vecchiaia.
        Poi improvviso son sveglio e demente,
        di nuovo preda del corpo prigione,
        ancora terreno legato
        al triste vivere d'appassita bellezza.
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          Scritta da: Ma Na
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Se io, ancor che nessuno,
          potessi avere sul volto
          quel lampo fugace
          che quegli alberi hanno,
          avrei quella gioia
          delle cose al di fuori,
          perché la gioia è dell'attimo;
          dispare col sole che gela.
          Qualunque cosa m'avrebbe meglio
          giovato della vita che vivo -
          vivere questa vita di estraneo
          che da lui, dal sole, mi era venuta!
          Viaggiare! Perdere paesi!
          Essere altro costantemente,
          non avere radici, per l'anima,
          da vivere soltanto di vedere!
          Neanche a me appartenere!
          Andare avanti, andare dietro
          l'assenza di avere un fine,
          e l'ansia di conseguirlo!
          Viaggiare così è viaggio.
          Ma lo faccio e non ho di mio
          più del sogno del passaggio.
          Il resto è solo terra e cielo.
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            Scritta da: Stefano Del Degan
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Essere spirituale

            Essere spirituale significa permettere
            che lo Spirito si manifesti...
            L'energia cosmica,
            che è vita intrinseca,
            di cui non so spiegarmene l'esistenza implicita,
            né, tanto meno, la manifestazione esplicita...
            ma che non è patrimonio di alcuno,
            nessuno che possa dirsene rappresentante
            senza millantarne fantasioso retaggio...
            Lo spirito,
            che è libertà dal sogno,
            dalla dimenticanza...
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