Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

La sera

Vien da lungi la Sera, camminando
per la pineta tacita, di neve.
Poi, contro tutte le finestre preme
le sue gelide guance; e, zitta, origlia.
Si fa silenzio, allora, in ogni casa.
Siedono i vecchi, meditando. I bimbi
non si attentano ancora ai loro giuochi.
Cade di mano alle fantesche il fuso.

La Sera ascolta, trepida, pei vetri;
tutti - all'interno - ascoltano la Sera.
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    Scritta da: Daduncolo
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno

    Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno
    e la stagione e'l tempo e l'ora e'l punto
    e'l bel paese e'l loco ov'io fui giunto
    da'duo begli occhi che legato m'ànno;

    E benedetto il primo dolce affanno
    ch'ì ebbi ad esser con Amor congiunto,
    e l'arco e le saette ond'ì fui punto,
    e le piaghe che'nfin al cor mi vanno.

    Benedette le voci tante ch'io
    chiamando il nome de mia donna ò sparte,
    e i sospiri e le lagrime e'l desio;

    e benedette sian tutte le carte
    ov'io fama l'acquisto, e'l pensier mio,
    ch'è sol di lei; si ch'altra non v'à parte.
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      Scritta da: Daduncolo
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Passa la nave mia colma d'oblio

      Passa la nave mia colma d'oblio
      per aspro mare, a mezza notte, il verno,
      enfra Scilla e Cariddi; ed al governo
      siede'l signore, anzi'l nimico mio;

      a ciascun remo un penser pronto e rio
      che la tempesta e'l fin par ch'abbi a scherno;
      la vela rompe un vento umido, eterno
      di sospir', di speranze e di desio;

      pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
      bagna e rallenta le già stanche sarte,
      che son d'error con ignoranza attorto.

      Celansi i duo mei dolci usati segni;
      morta fra l'onde è la ragion e l'arte:
      tal ch'incomincio a desperar del porto.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Natura

        La terra e a lei concorde il mare
        e sopra ovunque un mare più giocondo
        per la veloce fiamma dei passeri
        e la via
        della riposante luna e del sonno
        dei dolci corpi socchiusi alla vita
        e alla morte su un campo;
        e per quelle voci che scendono
        sfuggendo a misteriose porte e balzano
        sopra noi come uccelli folli di tornare
        sopra le isole originali cantando:
        qui si prepara
        un giaciglio di porpora e un canto che culla
        per chi non ha potuto dormire
        sì dura era la pietra,
        sì acuminato l'amore.
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          Scritta da: Andrea Manfrè
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Danza lenta

          Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
          O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra?
          O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?
          O osservato il sole allo svanire della notte?
          Faresti meglio a rallentare.
          Non danzare così veloce.
          Il tempo è breve.
          La musica non durerà.

          Percorri ogni giorno in volo?
          Quando dici "Come stai?"
          Ascolti la risposta?
          Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto
          Con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?
          Faresti meglio a rallentare.
          Non danzare così veloce.
          Il tempo è breve.
          La musica non durerà.

          Mai detto a tuo figlio, lo faremo domani?
          Senza notare nella fretta, il suo dispiacere?
          Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi è finita
          Perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao"?
          Faresti meglio a rallentare.
          Non danzare così veloce.
          Il tempo è breve.
          La musica non durerà.

          Quando corri così veloce per giungere da qualche parte
          Ti perdi la metà del piacere di andarci.
          Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno,
          È come un regalo mai aperto e gettato via.
          La vita non è una corsa.
          Prendila più piano.
          Ascolta la musica prima che la canzone sia finita.
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            Scritta da: Daduncolo
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Erano i capei d'oro a l'aura sparsi

            Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
            che'n mille dolci nodi gli avolgea,
            e'l vago lume oltra misura ardea
            di quei begli occhi, ch'or ne son si scarsi;

            e il viso di pietosi color'farsi,
            non so se vero o falso, mi parea:
            i'che l'esca amorosa al petto avea,
            qual meraviglia se di subito arsi?

            Non era l'andar suo cosa mortale,
            ma d'angelica forma, e le parole
            sonavan altro, che pur voce umana.

            Uno spirito celeste, un viso sole
            fu quel ch'i'vidi; e se non fosse or tale,
            piaga per allentar d'arco non sana.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Spleen

              Le rose erano tutte rosse
              e l'edera tutta nera.

              Cara, ti muovi appena
              e rinascono le mie angosce.

              Il cielo era troppo azzurro
              troppo tenero, e il mare

              troppo verde, e l'aria
              troppo dolce. Io sempre temo

              - e me lo debbo aspettare!
              Qualche vostra fuga atroce.

              Dell'agrifoglio sono stanco
              dalle foglie laccate,

              del lustro bosso e dei campi
              sterminati, e poi

              di ogni cosa, ahimé!
              Fuorché di voi.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Continuities

                Nothing is ever really lost, or can be lost,
                No birth, identity, form-no object the world,
                Nor life, nor force, nor any visible thing;
                Appearance must not foil, nor shifted sphere confuse thy brain.
                Ample are time and space-ample the fields of Nature.
                The body, sluggish, aged, cold-the embers left from earlier fires,
                The light in the eye grown dim, shall duly flame again;
                The sun now low in the west rises for mornings and for noons continual;
                To frozen clods ever the spring's invisible law returns,
                With grass and flowers and summer fruits and corn.
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