Poesie d'Autore


Scritta da: Elisabetta
in Poesie (Poesie d'Autore)

Dal vetro sporco della mia auto

Bambine che si vendono sui marciapiedi.
Bambini con la mano tesa al semaforo.
Cani abbandonati.
Uomini con le tette che si esibiscono sotto i lampioni.
Uomini senza palle che vendono droga all'angolo.
Bambini nei cassonetti e immondizie per la strada.
Scippi, rapine e risse.
Ragazzini che fumano e sputano sui muri.
Vestiti tutti uguali e pensieri tutti uguali.
Ubriaconi alla guida che vanno a tutta birra.
Pensavo che lavando il parabrezza della mia auto
tutto questo sarebbe sparito.
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    Scritta da: Blu Finch
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ai Poeti

    O arcadi e romantici fratelli
    Ne la castroneria che insiem vi lega,
    Deh finite, per dio, la trista bega,
    E sturate il forame de' cervelli.
    Del vostro pianto crescono i ruscelli
    E i fiumi e i laghi sí che l'alpe annega,
    E stanco è il Gusto a batter chiavistelli
    A questa vostra misera bottega.
    Sentite in confidenza: i lepri e i ghiri
    Son lepri e ghiri, e non son mai leoni:
    Né Byron si rimpasta co' deliri,
    Né Shakespeare si rifà co' farfalloni,
    Né si fabbrica Schiller co' sospiri,
    Né Cristi e sagrestie fanno il Manzoni.
    Dopo tanti sermoni,
    O baironiani, o cristiani, o ebrei,
    Ed o voi che credete ne gli dèi,
    Lasciate i piagnistei;
    E, se più al mondo non avete spene,
    Fatevi un po' il servizio d'Origene.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Appuntamento a ora insolita.

      La città - mi dico - dove l'ombra
      quasi più deliziosa è della luce
      come sfavilla tutta nuova al mattino...
      "... asciuga il temporale di stanotte"... ride
      la mia gioia tornata accanto a me
      dopo un breve distacco.
      "Asciuga al sole le sue contraddizioni"
      - torvo, già sul punto di cedere, ribatto.
      Ma la forma l'immagine il sembiante
      -d'angelo avrei detto in altri tempi -
      risorto accanto a me nella vetrina:
      "caro - mi dileggia apertamente - caro,
      con quella faccia di vacanza. E pensi
      alla città socialista?"
      Ha vinto. E già mi sciolgo: "Non
      arriverò a vederla" le rispondo.
      (Non saremo più insieme dovrei dire).
      "Ma è giusto,
      fai bene a non badarmi se dico queste cose,
      se le dico per odio di qualcuno
      o rabbia per qualcosa. Ma credi all'altra
      cosa che si fa strada in me di tanto in tanto
      che in sé le altre include e le fa splendide,
      rara come questa mattina di settembre...
      giusto di te fra me e me parlavo:
      della gioia."
      Mi prende sottobraccio.
      "Non è vero che è rara, - mi correggo - c'è,
      la si porta come una ferita
      per le strade abbaglianti. È
      quest'ora di settembre in me repressa
      per tutto un anno, è la volpe rubata che il ragazzo
      celava sotto i panni e il fianco gli straziava,
      un'arma che si reca con abuso, fuori
      dal breve sogno di una vacanza.
      Potrei
      con questa uccidere, con la sola gioia..."
      Ma dove sei, dove ti sei mai persa?
      "È a questo che penso se qualcuno
      mi parla di rivoluzione"
      dico alla vetrina ritornata deserta.
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        Scritta da: Elisa M.
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Lode della cattiva considerazione di sé

        La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
        Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
        I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
        Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
        Uno sciacallo autocritico non esiste.
        La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti.
        Non c'è nulla di più animale della coscienza pulita, sul terzo pianeta del sole.
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          Scritta da: Andrea Vincenti
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Fragile

          È nelle vene
          Che scorre il tempo
          Lacrima sulle ciglia
          Scioglie il silenzio

          Tu sei lì
          Bianca piuma fragile
          Aspetti un domani
          Pieno di verità

          C'è profumo leggero
          Sopra i tuoi occhi
          Che sono assorti
          In luci perse

          Volti le tue spalle
          Ormai già lontane
          Le mie gambe tremano
          I miei occhi muoiono

          Stringo forte te
          Grido il mio dolore
          Porto dentro te
          Fai battere il mio cuore.
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            Scritta da: Valeria
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Roma destino aperto

            Intrisa di delizioso dolore
            trovai riparo
            sotto la volta del tuo immenso cielo.
            Lupamadre,
            mi hai confortato
            mentre succhiavo il nettare della tua speranza
            io, figlia adottiva,
            poiché in te accogli
            ogni profugo di vita
            colorando le tue strade
            delle diverse preziosità del mondo.
            Ogni giorno pagai
            un desiderio a Trevi,
            culla azzurra dei sogni di tutte le genti
            ed unica testimone della sopravvissuta
            fantasia dell'umanità.
            Bernini ti scolpì
            trasformando il marmo
            in morbide figure che celebrano te
            in ogni piazza, fonte e chiesa.
            Il mondo ti porta venerato rispetto
            per il ricordo dell'ineguagliato impero che sei stata
            e per il culto di cui sei dimora oggi,
            vetrina di una religione che
            non sempre comprendo
            e di un Dio che
            non ho ancora perdonato.
            Guardavo spesso il Tevere baciare le tue rive
            quando placido accoglieva segrete chiavi
            di cuori innamorati e speranzosi.
            Nella storia tra le mie storie trovai
            le case aperte di chi
            nacque "ner core" di te
            mentre sfuggivo al passato che
            con artigli si arpionava
            al presente.
            Ho avuto di che dissetarmi
            all'ombra
            dell'antico sorriso maiestatico del Colosseo,
            ho passeggiato attraverso i sentieri di ghiaia
            di illustri imperatori,
            assaporando i tuoi miti,
            nutrendomi delle storie dei tuoi vicoli.
            Volutamente mi sono più volte smarrita
            tra i turisti per ripercorrere le strade
            di romanzi che hai spinto a scrivere,
            con la speranza di ritrovare la luce
            che dentro di me
            si era consumata.
            Tornavo a respirare ogni volta che
            giungevo a Termini,
            il pensiero di te poi riempiva i silenzi
            quando tornavo a lasciarti.
            Sei stata la mia Atlantide riemersa,
            mio destino aperto quando ero
            figlia orfana e
            sposa dimenticata.
            Sei stata terra senza nebbia che
            ogni sera mi udiva piangere;
            testimone del mio disgelo,
            hai sentito sciogliersi
            il primo fiocco del cuore,
            ed hai colmato
            l'esterno della mia solitudine
            smussandone i contorni.
            Poi un giorno il dolore
            ha fatto le valigie ed è partito.
            L'armonia ha preso il suo posto
            ed io sono stata pronta
            a lasciare te
            per ricominciare
            ad essere ancora degna di me.
            Oggi ti vivo lontana,
            ma resti sempre capitale
            del mio cuore sparpagliato
            che sente una propria metà
            dipinta dei colori giallorossi.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ballata delle donne

              Quando ci penso, che il tempo è passato,
              le vecchie madri che ci hanno portato,
              poi le ragazze, che furono amore,
              e poi le mogli e le figlie e le nuore,
              femmina penso, se penso una gioia:
              pensarci il maschio, ci penso la noia.

              Quando ci penso, che il tempo è venuto,
              la partigiana che qui ha combattuto,
              quella colpita, ferita una volta,
              e quella morta, che abbiamo sepolta,
              femmina penso, se penso la pace:
              pensarci il maschio, pensare non piace.

              Quando ci penso, che il tempo ritorna,
              che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
              penso che è culla una pancia di donna,
              e casa è pancia che tiene una gonna,
              e pancia è cassa, che viene al finire,
              che arriva il giorno che si va a dormire.

              Perché la donna non è cielo, è terra
              carne di terra che non vuole guerra:
              è questa terra, che io fui seminato,
              vita ho vissuto che dentro ho piantato,
              qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
              la lunga notte che divento niente.

              Femmina penso, se penso l'umano
              la mia compagna, ti prendo per mano.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Accade che le affinità d'anima
                non giungano ai gesti e alle parole ma
                rimangano effuse come un magnetismo.
                É raro ma accade. Può darsi
                che sia vera soltanto la lontananza,
                vero l'oblio, vera la foglia secca
                più del fresco germoglio.
                Tanto e altro può darsi o dirsi.
                Comprendo la tua caparbia volontà di
                essere sempre assente perché
                solo così si manifesta la tua magia.
                Innumeri le astuzie che intendo.
                Insisto nel ricercarti nel fuscello
                e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
                sempre nel vuoto: in quello che
                anche al trapano resiste.
                Era o non era la volontà dei numi
                che presidiano il tuo lontano focolare,
                strani multiformi multanimi animali domestici;
                fors'era così come mi pareva
                o non era. Ignoro se
                la mia inesistenza appaga il tuo destino,
                se la tua colma il mio che ne trabocca,
                se l'innocenza é una colpa oppure
                si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
                Di me, di te tutto conosco,
                tutto ignoro.
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