Scritta da: Elisabetta
in Poesie (Poesie d'Autore)
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
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Non mi lasciare, resta, sofferenza!
Chi ha mai visto il vento?
Né io né te.
Ma quando gli alberi chinano le loro teste,
Il vento li ha attraversati.
Sono come una piccola matita
nelle Sue mani, nient'altro.
È Lui che pensa.
È Lui che scrive.
La matita non ha nulla
a che fare con tutto questo.
La matita deve solo
poter essere usata.
E lì le chiuse gli occhi
selvaggi e appassionati
con quattro baci.
Scava nel profondo e mi svuota
ogni giorno perdo una goccia di me nella tua assenza
Non riesco a trovare la falla
Brancolo nel buio a mani tese
sento il tuo profumo
sento che sei vicina
ma tu assapori la mia presenza e ti allontani di un altro soffio
quel tanto che basta
a te per continuare a respirarmi
a me per ingannare la tua assenza.
Feritevi, ferite,
viperette mordaci,
dolci guerriere ardite
del Diletto e d'Amor, bocche sagaci!
Saettatevi pur, vibrate ardenti
l'armi vostre pungenti!
Ma le morti sien vite,
ma le guerre sien paci,
sian saette le lingue e piaghe i baci.
Le voci dei bimbi
il vento raccoglie
e poi le sparpaglia tra i rami
e le foglie di alberi antichi,
che sanno ascoltare
le cose che dici
per poi raccontarle,
giù... giù... nel profondo
al Cuore che batte
al centro del mondo.
Se un bimbo sorride,
sorride anche il Cuore
ed ecco spuntare
in un prato un bel fiore.
Se un bimbo è felice,
il Cuore è contento
e nascon farfalle
che danzan col vento.
Ma, a volte, le risa
diventano pianti:
le lacrime scendono,
calde e pesanti,
colpiscon la Terra
che trema, impaurita,
vedendo la morte
mischiarsi alla vita.
Ossezia, Israele,
Iraq, Palestina...
tra bombe e fucili
la morte cammina,
portando con sé
ceceni, afghani
e tanti, tantissimi bimbi!
Bombardano, sparano
e parlan di pace,
al Cuore del mondo
'sta cosa non piace:
"Se di odio e violenza
riempite la Terra,
non siate bugiardi:
chiamatela guerra!
La pace è sorridere,
darsi la mano,
dormire tranquilli,
guardare lontano
e in fondo vedere,
nel cielo sereno,
i sette colori dell'arcobaleno.
Soltanto se spargi
la voglia di amare
il vento sorride
e può allora portare
agli alberi antichi
e alle loro radici
le voci ed i sogni
di bimbi felici!
Ama finché non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sarà meglio.
Perché lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti darà gioia.
La sofferenza
è un grande dono di Dio:
chi l'accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.
Alla fine scoprirai che le cose più leggere son le uniche
che il vento non è riuscito a portar via
un ritornello antico
una carezza al momento giusto
lo sfogliare un libro di poesie
l'odore stesso che aveva un giorno il vento.
Nuda è la terra, e l'anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perché pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l'amarezza
della distanza... Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro...
Morto è il sole... Che cerchi,
poeta, nel tramonto?