in Poesie (Poesie d'Autore)
Gelo che ti da foco e dal tuo foco più gelo prende, candida ed oscura, se libero ti vuol ti fa più servo, se per servo t'accetta ti fa Re.
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Gelo che ti da foco e dal tuo foco più gelo prende, candida ed oscura, se libero ti vuol ti fa più servo, se per servo t'accetta ti fa Re.
Melanconica diva che conforti
di questa vita i passi a non vil meta,
tu che a te stessa or premio in fronte porti
fulgor divino che i tuoi figli allieta
deh accostati e col plettro che t'india
l'alma inebria dell'alta melodia.
Di me non parlo. Uso a bever dà primi
stadii d'esto viaggio i tuoi concerti
rammento che per te fia ch'io me estimi
tenendo ad alte cose i sensi intenti.
Sempre di me scontento io vissi quando
il tuo ben suon venne per me mancando.
T'accorgi forse o cara, come ognuno
fugge i soave accenti e sdegni porre
sulle corde le dita in opportuno
tempo temendo le tue note sciorre?
Ah no per Dio, prosegui, e sia ricchezza
non di favore altrui, ma di franchezza.
Chi conosce la vita, e non ignora
in parte almen del cuore uman la forma
scuserà se verranti intorno ancora
genti che non sedusse audace forma
fuggente dove il mal desìo lo spinge,
che fortuna or abbraccia ed or respinge.
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
Me ne sono andato io,
è vero.
Io non ho voluto combattere
la mia battaglia,
non ho saputo difenderti
fino in fondo.
Ma a volte
se penso a dove potresti
essere ora, o con chi...
se immagino che magari
stai baciando un altro
o lo stai andando a prendere
perché lui ha preparato una sorpresa...
provo un dolore,
una piccola fitta di gelosia.
Avrei davvero voluto morire
quando lei mi lasciò in affannoso pianto
tra molte cose dicendomi ancora:
"Come soffriamo atrocemente, Saffo,
io ti lascio contro il mio volere."
Ed io a lei rispondevo:
"Và serena e di me serba il ricordo.
Sai quanto ti ho amata.
Se mai tu lo dimenticassi, sempre
io ricorderò i bei momenti che vivemmo.
Quando di corone di viole
e di rose e di croco, accanto a me
ti cingevi il capo gentile,
e mettevi intorno al collo
ghirlande intrecciate di fiori.
E cosparsa di essenze profumate
sul morbido letto ti saziavi,
né mai vi furono danze
nei sacri boschi a cui fossimo assenti..."
Nessun dorma, nessun dorma.
Tu pure o principessa, nella tua fredda stanza, guardi le stelle, che tremano d'amore e di speranza.
Ma il mio mistero è chiuso in me, il nome nessun saprà.
No, no, sulla tua bocca lò dirò quando la luce, splenderà.
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio che ti fa mia.
Dilegua o notte, tramontate stelle, tramontate stelle,
all'alba vincerò,
vincerò,
vincerò!
Dice: "I ciottoli tondi
tra gli sguardi e i sorrisi
la strada in salita
una fatica a sorsi
ed eravamo ubriachi
di passi affrettati, impigliati, inciampati
al pensiero di noi
giocavi a sfiorarmi le dita
coglievo la sfida
sfuggivo e tornavo
accennavo intenzioni mancate
e non resistevo
ancora per poco
una voce, una mano
un silenzio agognato..."
Dici:"Ho ancora in gola,
di traverso
le parole che non mi hai detto".
I rami del parco
sono eserciti di legno.
Il sole è stanco
e non arriva che a metà del cielo, il cielo
non può piegarsi al dolore.
Se ne va,
guarda ancora una volta
piega il capo e si volta,
e non sa
che qualcuno
lo osserva
da qui
e lo ferma
in queste
dieci parole sole.
Per chi vuole partire
ma anche un po' restare
c'è il treno elastico:
il primo vagone
giunge a destinazione
ma l'ultimo rimane alla stazione
Per chi vuole partire
ma anche un po' tornare
c'è il treno elastico.
Si siede in testa al treno
e va lontano
e poi se ha nostalgia
attraversa i vagoni fino in coda
e torna alla partenza piano piano.
Roberto Piumini.