Poesie d'Autore


Scritta da: Fiorella Cappelli
in Poesie (Poesie d'Autore)

Incomprensioni

Tormentata la mente dai ricordi
non si abbandona ad alcun perdono
lacero il cuore sanguina

impetuosi torrenti di parole si riversano
nella visione di immagini passate
che non si cancellano

dal presente si dileguano
speranze di tenerezze sognate
all'apparire di incomprensioni
che disperdono come vento del deserto

la sabbia dei riferimenti certi
raccolta per indicare il cammino
nella clessidra del tempo rimasto.
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    Scritta da: Marianna Mansueto
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un Bacio

    Le palpebre chiuse
    pulsanti
    di porpora accese,
    pesanti.
    Il sangue che corre
    più forte
    è un rombo lontano
    all'orecchio
    Calore nel viso
    sul collo,
    le mani
    che bruciano
    accese.
    Mi baci così.
    Più caldo
    di labbra velate,
    bramose.
    Sospesa la mente
    discendo,
    sprofondo al mio cuore
    distante.
    Io sento, ti accendo
    più grande
    la fonte che arde.
    Mi arrendo.
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      Scritta da: Marianna Mansueto
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      The Raven - Il Corvo

      "Siano queste parole d'addio" alzandomi gridai
      "uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
      Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
      Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
      Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
      Disse il Corvo: "Mai più
      E quel Corvo senza un volo siede ancora, siede ancora
      Sul pallido busto di Pallade sulla mia porta.
      E sembrano i suoi occhi quelli di un diavolo sognante
      E la luce della lampada getta a terra la sua ombra.
      E l'anima mia dall'ombra che galleggia sul pavimento
      Non si solleverà "Mai più" mai più.
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        Scritta da: Francesca Fontana
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Pace non trovo e non ho da far guerra
        e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio;
        e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra;
        e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.

        Tal m'ha in pregion, che non m'apre nè sera,
        nè per suo mi riten nè scioglie il laccio;
        e non m'ancide Amore, e non mi sferra,
        nè mi vuol vivo, nè mi trae d'impaccio.

        Veggio senz'occhi, e non ho lingua, e grido;
        e bramo di perire, e chieggio aita;
        e ho in odio me stesso, e amo altrui.

        Pascomi di dolor, piangendo rido;
        egualmente mi spiace morte e vita:
        in questo stato son, donna, per voi.
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          Scritta da: Francesca Fontana
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Solo et pensoso

          Solo et pensoso i più deserti campi
          vo mesurando a passi tardi e lenti,
          e gli occhi porto per fuggire intenti
          ove vestigio uman l'arena stampi.

          Altro schermo non trovo che mi scampi
          dal manifesto accorger de le genti;
          perché ne gliatti d'alegrezza spenti
          di fuor si legge com'io dentro avampi:

          sì ch'io mi credo omai che monti e piagge
          e fiumi e selve sappian di che tempre
          sia la mia vita, ch'è celata altrui.

          Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
          cercar non so ch'Amore non venga sempre
          ragionando con meco, et io co llui.
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            Scritta da: Francesca Fontana
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Chiare, fresche et dolci acque

            Chiare, fresche et dolci acque
            ove le belle membra
            pose colei che sola a me par donna;
            gentil ramo, ove piacque,
            (con sospir mi rimembra)
            a lei di fare al bel fianco colonna;
            erba e fior che la gonna
            leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
            aere sacro sereno
            ove Amor cò begli occhi il cor m'aperse:
            date udienza insieme
            a le dolenti mie parole estreme.

            S'egli è pur mio destino,
            e 'l cielo in ciò s'adopra,
            ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
            qualche grazia il meschino
            corpo fra voi ricopra,
            e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
            la morte fia men cruda
            se questa spene porto
            a quel dubbioso passo,
            ché lo spirito lasso
            non poria mai più riposato porto
            né in più tranquilla fossa
            fuggir la carne travagliata e l'ossa.

            Tempo verrà ancor forse
            ch'a l'usato soggiorno
            torni la fera bella e mansueta,
            e là 'v'ella mi scorse
            nel benedetto giorno,
            volga la vista disiosa e lieta,
            cercandomi; ed o pietà!
            Già terra infra le pietre
            vedendo, Amor l'inspiri
            in guisa che sospiri
            sì dolcemente che mercè m'impetre,
            e faccia forza al cielo
            asciugandosi gli occhi col bel velo.

            Dà bè rami scendea,
            (dolce ne la memoria)
            una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
            ed ella si sedea
            umile in tanta gloria,
            coverta già de l'amoroso nembo;
            qual fior cadea sul lembo,
            qual su le treccie bionde,
            ch'oro forbito e perle
            eran quel dì a vederle;
            qual si posava in terra e qual su l'onde,
            qual con un vago errore
            girando perea dir: "Qui regna Amore".

            Quante volte diss'io
            allor pien di spavento:
            "Costei per fermo nacque in paradiso! ".
            Così carco d'oblio
            il divin portamento
            e 'l volto e le parole e'l dolce riso
            m'aveano, e sì diviso
            da l'imagine vera,
            ch'ì dicea sospirando:
            "Qui come venn'io o quando?"
            credendo esser in ciel, non là dov'era.
            Da indi in qua mi piace
            quest'erba sì ch'altrove non ò pace.

            Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
            poresti arditamente
            uscir del bosco e gir infra la gente.
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              Scritta da: Pierluigi Camilli
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Simile a un Dio

              Simile a un Dio mi sembra quell'uomo
              che siede davanti a te, e da vicino
              ti ascolta mentre tu parli
              con dolcezza
              e con incanto sorridi. E questo
              fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
              Se appena ti vedo, sùbito non posso
              più parlare:
              la lingua si spezza: un fuoco
              leggero sotto la pelle mi corre:
              nulla vedo con gli occhi e le orecchie
              mi rombano:
              un sudore freddo mi pervade: un tremore
              tutta mi scuote: sono più verde
              dell'erba; e poco lontana mi sento
              dall'essere morta.
              Ma tutto si può sopportare...
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