Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Quando saprai che sono morto

Quando saprai che sono morto
non pronunciare il mio nome
perché si fermerebbe
la morte e il riposo.
Quando saprai che sono morto di
sillabe strane.
Pronuncia fiore, ape,
lagrima, pane, tempesta.
Non lasciare che le tue labbra trovino le mie dieci lettere.
Ho sonno, ho amato, ho
raggiunto il silenzio.
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    Scritta da: Mirka Naldi
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Ci sono cose che non puoi vedere
    con gli occhi:
    devi vederle con il cuore
    e questo non è facile.
    Se ritrovi lo spirito della giovinezza
    dentro di te,
    con i ricordi di adesso e i sogni di allora,
    potrai farlo rivivere
    e cercare una strada nell'avventura
    che chiamiamo vita,
    verso un destino migliore.
    E il tuo cuore non sarà mai stanco
    né vecchio...
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Per tutti gli dei che in cielo governano
il genere umano e la terra, 
cos'è questo fermento? Perché tutte
mi guardate con occhi truci? 
Per i tuoi figli, se a presenziare un tuo parto
Hai mai invocato Lucina, 
per questo vano ornamento di porpora, 
per Giove che questo condanna, 
dimmi, perché mi guardi come una matrigna
o una belva ferita?
      Così con voce tremante pianse il fanciullo,
      quando impietrito fu spogliato,
      un corpo immaturo che avrebbe intenerito
      l'empio cuore dei traci.
      Canidia allora, che fra i capelli arruffati
      ha nodi guizzanti di vipere,
      ordina che su fiamme della Còlchide
      siano arsi cipressi funebri,
      caprifichi divelti dai sepolcri,
      uova di rospo viscido
      sporche di sangue, penne di civetta,
      erbe che vengono da Iolco
      o dall'Iberia, patria di veleni, e ossa
      strappate ai denti di una cagna.
      Sàgana intanto, discinta e con i capelli
      irti come riccio di mare
      o cinghiale in fuga, sparge in tutta la casa
      acqua del lago Averno.
      Veia, che non è distolta da alcun rimorso,
      scava a colpi di zappa
      la terra, gemendo per la fatica:
      qui seppelliranno il fanciullo
      con solo il capo che affiora, come chi nuota
      fuori dell'acqua ha solo il mento,
      perché davanti ai cibi sempre nuovi e freschi
      abbia a morire lentamente:
      col midollo estratto e il fegato inaridito
      si farà così un filtro d'amore,
      quando le sue pupille sbarrate sul cibo
      vietato si saranno spente.
      Era presente anche Folia, la riminese
      (così si crede a Napoli

      fra gli sfaccendati e nelle città vicine),
      che ama le donne come un uomo
      e per magia con l'incanto della sua voce
      strappa dal cielo luna e stelle.
      E Canidia, livida di rabbia, rodendosi
      coi denti l'artiglio del pollice,
      senza ritegno disse:
      'Dell'opera mia
      fedeli testimoni,
      Notte e Luna, regina del silenzio,
      al tempo dei sacri misteri,
      ora, ora assistetemi e l'ira divina
      volgete sulle case ostili.
      Mentre le fiere si nascondono negli orridi,
      abbandonate a un dolce sonno,
      fate che i cani di Suburra latrino
      contro quel vecchio traditore e tutti ridano,
      profumato così com'è di nardo,
      che migliore non saprei fare.
      Ma perché, perché non hanno effetto i veleni
      spietati della barbara Medea?
      Con questi, in fuga, si vendicò della figlia
      del grande Creonte, la superba rivale,
      quando il peplo avvelenato, datole in dono,
      tra le fiamme rapì la sposa in fiore.
      Nessuna radice nascosta in luoghi impervi,
      nessuna erba m'è sfuggita,
      e il letto, in cui dorme, tutte le mie rivali
      dovrebbe per malia fargli scordare.
      Per gli incantesimi d'un'altra maga, ahimè,
      più sapiente, se ne va libero.
      Ma ora, Varo, dovrai piangere a lungo:
      per effetto di un filtro inusitato
      correrai da me e a me tornerà il tuo cuore
      non più attratto da cantilene marsiche.
      Filtro più forte ti preparerò, più forte
      te lo mescerò, visto che mi odi,
      e il cielo sprofonderà nel mare e su questo
      si stenderà la terra,
      se tu per me non arderai d'amore
      come la fiamma nera del bitumè.
      A queste minacce il fanciullo più non tenta
      d'intenerire quelle scellerate,
      ma dopo lo smarrimento rompe il silenzio e
      lancia, come Tieste, la sua maledizione:
      'I filtri non possono mutare il destino
      degli uomini, giusto o ingiusto che sia.
      Vi maledirò; e questa maledizione
      nessun sacrificio potrà espiarla.
      Quando, messo a morte, sarò spirato, innanzi
      vi comparirò nella notte come un demone,
      larva che con gli artigli vi ghermirà il volto,
      perché questo possono i morti,
      e pesando sui vostri cuori inquieti,
      nel terrore vi ruberò il sonno.
      Nei villaggi da ogni parte la folla
      vi lapiderà, streghe maledette,
      e avvoltoi e lupi sull'Esquilino
      dilanieranno le vostre membra insepolte:
      questo dovranno vedere i miei genitori,
      che, ahimè, mi sopravviverannò.
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        Scritta da: Pierluigi Camilli
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        Li regazzini de Napoli

        1974
        Cascheno come mosche!
        Nisuno fa' abbastanza pe' finilla!
        Sprecheno fiato pe' parole tosche,
        intanto lo sgomento più ce assilla.
        Li mijardi svolazzeno!
        Pero' so' all'ospedali le riforme
        solo cose vane che starnazzeno,
        p'arimané sortanto cosa informe!
        E morono monelli!
        Co' loro more puro la speranza
        de quarche cosa che ce manca a tutti:
        li nostri sogni belli;
        che quanno te venisse er mal de panza,
        ciai indo' anna', senza morì distrutti.
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          Scritta da: Mirka Naldi
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          I sogni sono fatti di tanta fatica.
          Forse, se cerchiamo di prendere delle scorciatoie,
          perdiamo di vista la ragione
          per cui abbiamo cominciato a sognare
          e alla fine scopriamo
          che il sogno non ci appartiene più.
          Se ascoltiamo la saggezza del cuore
          il tempo infallibile ci farà incontrare il
          nostro destino.
          Ricorda:
          "Quando stai per rinunciare,
          quando senti che la vita è stata
          troppo dura con te,
          ricordati chi sei.
          Ricorda il tuo sogno".
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            Scritta da: Mirka Naldi
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            La scoperta di nuovi mondi non ti porterà
            solo felicità e saggezza,
            ma anche tristezza e paura.
            Come puoi apprezzare la felicità,
            senza sapere cos'è la tristezza?
            Come puoi raggiungere la saggezza,
            senza affrontare le tue paure?
            Alla fine, la grande sfida della vita consiste
            nel superare i nostri limiti,
            spingendoci verso luoghi in cui mai
            avremmo immaginato di poter arrivare.
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