Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Appuntamento a ora insolita.

La città - mi dico - dove l'ombra
quasi più deliziosa è della luce
come sfavilla tutta nuova al mattino...
"... asciuga il temporale di stanotte"... ride
la mia gioia tornata accanto a me
dopo un breve distacco.
"Asciuga al sole le sue contraddizioni"
- torvo, già sul punto di cedere, ribatto.
Ma la forma l'immagine il sembiante
-d'angelo avrei detto in altri tempi -
risorto accanto a me nella vetrina:
"caro - mi dileggia apertamente - caro,
con quella faccia di vacanza. E pensi
alla città socialista?"
Ha vinto. E già mi sciolgo: "Non
arriverò a vederla" le rispondo.
(Non saremo più insieme dovrei dire).
"Ma è giusto,
fai bene a non badarmi se dico queste cose,
se le dico per odio di qualcuno
o rabbia per qualcosa. Ma credi all'altra
cosa che si fa strada in me di tanto in tanto
che in sé le altre include e le fa splendide,
rara come questa mattina di settembre...
giusto di te fra me e me parlavo:
della gioia."
Mi prende sottobraccio.
"Non è vero che è rara, - mi correggo - c'è,
la si porta come una ferita
per le strade abbaglianti. È
quest'ora di settembre in me repressa
per tutto un anno, è la volpe rubata che il ragazzo
celava sotto i panni e il fianco gli straziava,
un'arma che si reca con abuso, fuori
dal breve sogno di una vacanza.
Potrei
con questa uccidere, con la sola gioia..."
Ma dove sei, dove ti sei mai persa?
"È a questo che penso se qualcuno
mi parla di rivoluzione"
dico alla vetrina ritornata deserta.
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    Scritta da: Elisa M.
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Lode della cattiva considerazione di sé

    La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
    Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
    I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
    Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
    Uno sciacallo autocritico non esiste.
    La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti.
    Non c'è nulla di più animale della coscienza pulita, sul terzo pianeta del sole.
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      Scritta da: Andrea Vincenti
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Fragile

      È nelle vene
      Che scorre il tempo
      Lacrima sulle ciglia
      Scioglie il silenzio

      Tu sei lì
      Bianca piuma fragile
      Aspetti un domani
      Pieno di verità

      C'è profumo leggero
      Sopra i tuoi occhi
      Che sono assorti
      In luci perse

      Volti le tue spalle
      Ormai già lontane
      Le mie gambe tremano
      I miei occhi muoiono

      Stringo forte te
      Grido il mio dolore
      Porto dentro te
      Fai battere il mio cuore.
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        Scritta da: Valeria
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Roma destino aperto

        Intrisa di delizioso dolore
        trovai riparo
        sotto la volta del tuo immenso cielo.
        Lupamadre,
        mi hai confortato
        mentre succhiavo il nettare della tua speranza
        io, figlia adottiva,
        poiché in te accogli
        ogni profugo di vita
        colorando le tue strade
        delle diverse preziosità del mondo.
        Ogni giorno pagai
        un desiderio a Trevi,
        culla azzurra dei sogni di tutte le genti
        ed unica testimone della sopravvissuta
        fantasia dell'umanità.
        Bernini ti scolpì
        trasformando il marmo
        in morbide figure che celebrano te
        in ogni piazza, fonte e chiesa.
        Il mondo ti porta venerato rispetto
        per il ricordo dell'ineguagliato impero che sei stata
        e per il culto di cui sei dimora oggi,
        vetrina di una religione che
        non sempre comprendo
        e di un Dio che
        non ho ancora perdonato.
        Guardavo spesso il Tevere baciare le tue rive
        quando placido accoglieva segrete chiavi
        di cuori innamorati e speranzosi.
        Nella storia tra le mie storie trovai
        le case aperte di chi
        nacque "ner core" di te
        mentre sfuggivo al passato che
        con artigli si arpionava
        al presente.
        Ho avuto di che dissetarmi
        all'ombra
        dell'antico sorriso maiestatico del Colosseo,
        ho passeggiato attraverso i sentieri di ghiaia
        di illustri imperatori,
        assaporando i tuoi miti,
        nutrendomi delle storie dei tuoi vicoli.
        Volutamente mi sono più volte smarrita
        tra i turisti per ripercorrere le strade
        di romanzi che hai spinto a scrivere,
        con la speranza di ritrovare la luce
        che dentro di me
        si era consumata.
        Tornavo a respirare ogni volta che
        giungevo a Termini,
        il pensiero di te poi riempiva i silenzi
        quando tornavo a lasciarti.
        Sei stata la mia Atlantide riemersa,
        mio destino aperto quando ero
        figlia orfana e
        sposa dimenticata.
        Sei stata terra senza nebbia che
        ogni sera mi udiva piangere;
        testimone del mio disgelo,
        hai sentito sciogliersi
        il primo fiocco del cuore,
        ed hai colmato
        l'esterno della mia solitudine
        smussandone i contorni.
        Poi un giorno il dolore
        ha fatto le valigie ed è partito.
        L'armonia ha preso il suo posto
        ed io sono stata pronta
        a lasciare te
        per ricominciare
        ad essere ancora degna di me.
        Oggi ti vivo lontana,
        ma resti sempre capitale
        del mio cuore sparpagliato
        che sente una propria metà
        dipinta dei colori giallorossi.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ballata delle donne

          Quando ci penso, che il tempo è passato,
          le vecchie madri che ci hanno portato,
          poi le ragazze, che furono amore,
          e poi le mogli e le figlie e le nuore,
          femmina penso, se penso una gioia:
          pensarci il maschio, ci penso la noia.

          Quando ci penso, che il tempo è venuto,
          la partigiana che qui ha combattuto,
          quella colpita, ferita una volta,
          e quella morta, che abbiamo sepolta,
          femmina penso, se penso la pace:
          pensarci il maschio, pensare non piace.

          Quando ci penso, che il tempo ritorna,
          che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
          penso che è culla una pancia di donna,
          e casa è pancia che tiene una gonna,
          e pancia è cassa, che viene al finire,
          che arriva il giorno che si va a dormire.

          Perché la donna non è cielo, è terra
          carne di terra che non vuole guerra:
          è questa terra, che io fui seminato,
          vita ho vissuto che dentro ho piantato,
          qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
          la lunga notte che divento niente.

          Femmina penso, se penso l'umano
          la mia compagna, ti prendo per mano.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Accade che le affinità d'anima
            non giungano ai gesti e alle parole ma
            rimangano effuse come un magnetismo.
            É raro ma accade. Può darsi
            che sia vera soltanto la lontananza,
            vero l'oblio, vera la foglia secca
            più del fresco germoglio.
            Tanto e altro può darsi o dirsi.
            Comprendo la tua caparbia volontà di
            essere sempre assente perché
            solo così si manifesta la tua magia.
            Innumeri le astuzie che intendo.
            Insisto nel ricercarti nel fuscello
            e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
            sempre nel vuoto: in quello che
            anche al trapano resiste.
            Era o non era la volontà dei numi
            che presidiano il tuo lontano focolare,
            strani multiformi multanimi animali domestici;
            fors'era così come mi pareva
            o non era. Ignoro se
            la mia inesistenza appaga il tuo destino,
            se la tua colma il mio che ne trabocca,
            se l'innocenza é una colpa oppure
            si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
            Di me, di te tutto conosco,
            tutto ignoro.
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              Scritta da: Blu Finch
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              A Neera

              L'olmo e la verde sposa
              Vedi in florido amplesso accolti e stretti:
              Vedi a l'ilice annosa
              Attorcersi i corimbi giovinetti.
              Deh! Se del roseo braccio
              Cosí, bianca Neera, m'avvincessi,
              E tra'l soave laccio
              Il capo stanco io nel tuo sen ponessi,
              Un lungo amore insieme
              Giugnendo l'alme ognor, dolcezza mia,
              Non altra gioia o speme,
              Non altro a desiar lo spirto avria.
              Non me non me dal fiore
              Del caro labbro, fin di tutte brame,
              Svegliar potria sopore,
              Non cura di lieo, non dura fame.
              Allor noi senza duolo
              Il fato colga; innamorati spirti
              Noi tragga un legno solo,
              Pallido Dite, à suoi secreti mirti.
              Di ciel che mai non verna
              La ferma ivi berremmo aura sincera,
              Sotto i piè nostri eterna
              Rinascendo cò fior la primavera.
              In tra i nobili eroi
              Ivi à ben nati amor vivono ognora
              L'eroine onde a noi
              Mormora un suon d'esigua fama ancora,
              E menan danze, e alterni
              Canti giungono al suon d'alterna lira;
              E sù germogli eterni
              Zefiro senza mutamento spira.
              Scherza con l'ôra incerta
              Di lauri un bosco; de le aulenti frondi
              Sotto l'ombra conserta
              Ridon le rose ed i giacinti biondi.
              A l'ombre pie d'intorno,
              Non da rigidi imperi esercitato,
              Sotto il purpureo giorno
              Germina splende e olezza il suol beato.
              Solinga ombra amorosa
              Ivi oblia Saffo la leucadia pietra,
              E pur languida posa
              La tenue fronte su la dotta cetra.
              Siede Tibullo a l'ombra
              Ove docil dà colli un rio declina;
              E di dolcezza ingombra
              I sacri elisii l'armonia latina.
              E noi, Neera, il canto
              Dè morti udrem; noi sederem trà fiori
              De l'asfodelo. Intanto
              Mesciamo i dolci e fuggitivi amori.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Per amore di nostra madre,
                studiamo
                Per amore di nostro padre,
                studiamo
                Per amore di nostra sorella,
                studiamo
                Per amore di nostro fratello,
                studiamo

                Per amore di nostra madre,
                studiamo
                Per amore di nostro padre,
                studiamo
                Per amore di nostra sorella,
                studiamo
                Per amore di nostro fratello,
                studiamo

                Anche se le nostre case sono state bruciate
                per questo dobbiamo studiare
                Anche se le nostre case sono state bruciate
                per questo dobbiamo studiare

                I nostri villaggi sono ormai vuoti
                anche per questo dobbiamo studiare
                I nostri villaggi sono ormai vuoti
                anche per questo dobbiamo studiare

                Per amore di nostra madre,
                studiamo
                Per amore di nostro padre,
                studiamo

                Dobbiamo far sentire la nostra voce
                per poter imparare
                Dobbiamo far sentire la nostra voce
                per poter imparare
                Per amore del Darfur,
                per amore del Darfur,
                studiamo

                Per amore di nostra madre,
                studiamo
                Per amore di nostro padre,
                studiamo
                Anche se la scuola è distrutta,
                impariamo
                Anche se la scuola è distrutta,
                impariamo

                Preghiamo che
                i proiettili diventino gessetti
                e studiamo

                Per amore del Sudan,
                studiamo
                Per amore del Sudan,
                studiamo
                Per amore del Darfur,
                per amore del Darfur,
                studiamo

                Per amore di nostra madre,
                studiamo
                Per amore di nostro padre,
                studiamo.
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