Poesie d'Autore


Scritta da: Rosita Matera
in Poesie (Poesie d'Autore)

Perché non vale dire

Oppure cantare, solamente cantare!
Dire che sei tu
il senso sconosciuto delle cose,
questa nostra coscienza:
amore celato nei nostri amori
voce del vento, e il silenzio
che fascia le galassie,
o improvviso, rapito gemito
di fronde sul limitare
appena della selva.

Cantare suoni
che non siano più parole.

Forse è la musica, il suono
puro che ti conviene:
cantare con voce sempre nuova
perché sempre "altro" tu sei;
cantare con libera voce
e lasciare i salmi tumultuosi
perché non vale dire
quanto di te soffersi...
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    Scritta da: Rosita Matera
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Arpeggi

    Viviamo d'un fremito d'aria,
    d'un filo di luce,
    dei più vaghi e fuggevoli
    moti del tempo,
    di albe furtive,
    di amori nascenti,
    di sguardi inattesi.

    E per esprimere quel che sentiamo
    c'è una parola sola:
    disperazione.
    Dolce, infinita, profonda parola.

    Vaga e triste è degli uomini la sorte:
    degli uomini che passano
    con non maggior fragore d'una foglia che si tramuta in terra.

    Precario stato il loro.

    La morte è uno sciogliersi,
    non un finire
    e senza tempo, senza memoria
    il terrestre viaggio.

    Il sole è stanco di contemplare
    una tanto monotona vicenda.
    Così parlava un monaco
    neghittoso e bizzarro,
    là, nell'antico Oriente:
    piccolo uomo assediato
    da immani fantasmi.
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      Scritta da: Rosita Matera
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'infinitamente mutevole

      Come chi volesse in una mano
      chiusa a coppa, prendere una spiaggia
      di sabbia e un oceano, grano a grano
      goccia a goccia,

      come chi volesse sulla fronte
      reggere il sole dell'alba
      chiuderlo sull'orizzonte
      dentro a un a foschia scialba,

      è chi tenta di sentire
      in sé l'essenza della vita,
      meglio viaggiare, fuggire
      come fa lei, l'infinitamente mutevole.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'accenno di un canto primaverile

        Il vento portò da lontano
        l'accenno di un canto primaverile,
        chissà dove, lucido e profondo
        si aprì un pezzetto di cielo.
        In questo azzurro smisurato,
        fra barlumi della vicina primavera
        piangevano burrasche invernali,
        si libravano sogni stellati.
        Timide, cupe e profonde
        piangevano le mie corde.
        Il vento portò da lontano
        le sue squillanti canzoni.
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          Scritta da: Antonio Prencipe
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Dio non c'è e lo ringrazio

          Dio non c'è e lo ringrazio.
          Se fosse sua la mano che muove
          i proiettili,
          il sordo odio che muove
          le guerre,
          la sua vanagloria vestita
          di seta che guida l'odio
          verso le minoranze.
          Ho cambiato vene,
          ed ero così solo.
          La vita non è dei poeti,
          di quelli senza Dio come il mio cuore,
          degli artisti,
          dei pazzi con l'anima annegata
          negli occhi di chi ascolta e non osserva,
          dal cuore consumato.
          La vita appartiene ai mediocri,
          ai credenti,
          ai poveri Cristi rimasti sulla croce
          a cercare dentro le spine un senso
          da dare alla propria ridente solitudine,
          a quelli che aspettano le carezze dei preti
          sul letto di morte.
          E si ritrovano in quattro pezzi di legno
          con le dita distorte,
          vermi e muschio nelle corde vocali
          a divorare il respiro.
          Se ci fosse un Dio le lacrime
          avrebbero lo stesso odore del vino.
          Se Dio esistesse quelli come me
          non passerebbero il resto
          della propria vita fingendosi vivi.
          Dio non c'è e lo ringrazio.
          Dio non c'è
          ed io capace di dimenticare
          ho cambiato sangue per non morire
          cucendo alla mia anima un po' di notte.
          Composta mercoledì 5 aprile 2017
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            L'acquarellista

            Giugno acquarellista
            abbraccia i campi,
            rifinisce i sogni
            degli alberi fioriti
            con la fantasia di suoi colori,
            al sole che si sveglia
            dona albe rosate,
            semina il mare
            di guizzi d'oro fino alla battigia
            danzano sulla spuma le carole,
            coi pennelli bagnati di splendore
            ritocca versi sulla tavolozza
            incornicia di fascino i tramonti.
            Giugno coltiva sentimenti dolci
            nelle campagne l'ugola di nidi
            chiama col verso tenero la mamma
            che trepida s'affretta.
            Coi raggi caldi e l'onde
            spalma la sabbia di primi bikini,
            Giugno propone libertà di amare,
            allevia il cuore degli spettatori
            che danno in pasto ai sogni
            gli aneliti del cuore.
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              Scritta da: Gabriele Bozzi
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Chi resiste è il mare

              E tu vorresti rompere a furia di baci
              l'amaro equilibrio? Il sottobosco
              è roseo di foglie cadute
              e appena ieri era di un verde acceso
              tutta la montagna.

              Chi resiste è il mare
              ancora verde sotto le calanche
              azzurro al largo
              dove tra poco passerai
              nella rotta che fanno abitualmente
              le vecchie petroliere.
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