in Poesie (Poesie d'Autore)
Ma davvero ho pianto troppo!
Le albe sono strazianti,
ogni luna è atroce e ogni sole amaro:
l'acre amore mi ha gonfiato
di torpori inebrianti.
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Ma davvero ho pianto troppo!
Le albe sono strazianti,
ogni luna è atroce e ogni sole amaro:
l'acre amore mi ha gonfiato
di torpori inebrianti.
Perdonami se ti cerco
così dentro di te.
Perdonami il dolore.
È che da te
voglio estrarre
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti
e che io vedo,
immerso nel tuo profondo,
preziosissimo.
Piove, guardo dalla mia finestra,
un uccellino infreddolito si posa sul davanzale,
ha fame e sta male.
Grondano d'acqua monconi d'alberi
che il vento ha distrutto,
il cielo è chiuso, e lì finisce tutto.
Freddo nella mia stanza,
danzano i miei pensieri,
ombre sul soffitto, colori strani e luci,
e mi rimandano indietro in un mondo irreale
ancora sento le voci....
Quando ero bambina, avevo paura,
tutto quel vento, quell'acqua,
un tuono, un lampo che squarciava la sera,
sui muri i miei incubi, ancora disegnati.
D'un tratto dai vetri brillano lacrime di pioggia,
ed un raggio di sole apre tra le nuvole un varco,
proprio in questa stanza, piena di ricordi,
s'accende di nuovo la speranza,
ora sono grande, non ho più paura,
i fantasmi del passato mi hanno abbandonato,
vorrei venire fuori, ma ancora è tutto bagnato.
Quell'uccellino che si era posato
con il sole si è asciugato,
ha mangiato le mie briciole ed è volato.
Così hai deciso, siamo rimasti amici,
e le nostre strade han preso diversa direzione,
hai scelto lei senza nessuna spiegazione.
Non ho saputo mai perché e per quale ragione
ma se di me avrai bisogno,
grida forte, fatti sentire,
se ancora c'è dentro al tuo cuore
tutto quello che per te era amore...
fatti vedere.
Il tempo mi darà ragione, mi cercherai,
ma ti sarò lontana, i tuoi respiri ascolterò,
e ti saprò aspettare se ti stancherai.
Non mi hai voluto credere,
hai voluto provare,
sapevi bene che con lei non potevi restare,
tu prova a gridare, fatti sentire
chi più di me ti può capire.
I nostri sogni, dove sono andati a finire,
ed ora piangi e non ti fai vedere,
ritornerai, farò finta di niente,
ti riconoscerò tra tutta la gente,
nulla ti chiederò, ma griderò con te
ci faremo sentire, perché io sono l'amore.
Era una bambina
che sognava il principe azzurro
le favole erano ancora una realtà
e quel primo bacio sarebbe stato magico.
Poi arrivasti tu in una notte d'estate
rubando la magia a quel bacio
e con violenza le hai strappato
la cosa più bella: "l'innocenza".
Quei occhi imploravano no
quelle lacrime erano di dolore
e quel "no" era terrore.
I tuoi sensi hanno goduto
su quel corpo ancora acerbo
spezzando le ali ai suoi sogni
e rubando i colori alle sue favole.
Hai spezzato le gambe al cavallo bianco
e tagliato la testa al principe azzurro.
Biancaneve è rimasta avvelenata
Cenerentola è rimasta serva
il principe si è trasformato nel uomo nero.
Hai rubato il sole ai suoi giorni
spegnando il calore dell'estate
portando l'era glaciale
fino alla sua anima.
Il tempo è scivolato via
scavando nel animo
un ricordo" vivo" di ieri.
Più passa e più scava
ogni tanto si attenua
poi ancor più violento
colpisce arriva sempre al cuore.
A volte il sonno non arriva
perché il tuo respiro
è ancora sopra di me.
Le lacrime di quell'estate
scendono ancora oggi come allora.
La stessa impotenza mi invade
non posso nemmeno sputarti in faccia
e la vita ha quel sapore amaro.
Hai mai provato rimorso
o vergogna lurido uomo?
Pensavo che un giorno
avrei dimenticato invece...
... ti odio anche ora che sei morto.
Era primavera, fiore tra i fiori, al primo chiarore,
in mezzo a quel prato fu preso sera.
Si sentì lontano l'eco delle bombe,
a morire non erano certo pronte.
Il cielo di rosso si tinse come il prato,
il cielo s'illuminò
e non erano stelle, erano fiammelle,
le mamme confuse tra i veli ed il fragore,
gridavano chiamandole, le copriva il rumore.
Nessuno conosceva quei volti,
ma si sentiva la voce,
in mezzo a quel prato,
non c'era stato il tempo di capire,
quel fiore ancora in boccio proprio non doveva morire.
Rosso, smembrato, corpo senza fiato,
le bombe più non brillavano,
il cielo si fece scuro,
le mamme stringevano i loro figli e piangevano,
niente si vedeva sotto quel velo nero.
Averti addosso,
come il fruscio del vento
che mi sussurra le tue parole
celate dai tuoi misteri.
Averti addosso,
con quei tuoi falsi sorrisi,
e le tue carezze che profumano di donna
e quella donna non sono io.
Averti addosso,
con le tue bugie, sempre più meschine
di un uomo che dice di amarmi,
e lo dice guardando negli occhi la tv.
Averti addosso,
per saziare il tuo impeto
senza più desiderare il tuo corpo,
senza più volerti addosso.
Averti addosso
come una farfalla sotto una pioggia di lacrime
che sogna il sole, ma vive la tempesta,
che nasce per amare, e dorme per dimenticare.
Averti addosso,
per provare chiudendo gli occhi a fantasticare,
per trovare un giorno il coraggio di ricominciare,
per convincermi che esiste ancora un uomo
che mi saprebbe amare!
Scrivo.
Perché le parole scritte... restano.
Perché posso leggere
se non dimenticherò...
come si fa a leggere
Scrivo
Per colorare il tempo
per conservare del mio tempo... la memoria
Chi sono stata?
Chi sono?
Chi sarò...
In ogni giorno nuovo potrei perdermi
e dietro avrò voragini di nulla
della bambina... nessuno chiederà
non sarò mai stata bambina
non sarò mai stata...
lo sguardo attonito, svagato, perduto
cercherà me stessa... ovunque
in qualsiasi altro sguardo
nemmeno la paura esisterà tra i ricordi
non sarò mai stata...
Scrivo
Perché le parole scritte... restano.
Perché qualcuno possa leggere
Perché io... possa esserci stata.
Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l'acque impara a soffrire.
Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare piu ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.
Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca il albero del tuo amore
Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all'arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.