Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

La banda

Aspettavo con ansia la festa del patrono,
per seguire la banda,
faceva un gran casino.
Una banda scalcinata,
con qualche nota stonata,
per la via di buon mattino,
precedeva l'uscita del baldacchino.
I bambini, che gran festa,
tutti alla finestra,
e palloncini, dolci e gente pia,
c'era di tutto in mezzo a quella via.
Ecco che dalla chiesa esce la Madonna col Bambino,
la banda fa un minuto di silenzio,
poi la processione inizia
ed è di nuovo un gran casino.
La banda, le preghiere, le grida dei bambini,
qualcuno piange, qualcuno impreca,
quanti fiori buttati da ogni finestra,
al passaggio della Madonnina.
Finita la processione,
ognuno piano piano, andava via
si sentiva ancora cantar la litania,
ma io mi ricordo la banda, ero bambina,
quella si, che per me faceva festa.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Se non avessi

    Vent'anni, e non cammino,
    non ricordo nemmeno se sono stato un bambino,
    tra le braccia di mia madre sono nato
    che fino a che ha potuto
    mi ha cresciuto e sostenuto.
    Sempre ringrazio Dio per averla avuta.
    Quando ero piccolo, non mi sentivo diverso,
    adesso vivo ancorato ad una gelida sedia,
    senza questa sicurezza mi sentirei perso.
    La solitudine, è dentro al mio cuore,
    fuori intorno a me un immenso amore,
    qualche amico fa finta, il sorriso non nega,
    ma ho imparato a leggere negli occhi.
    La mia casa mi lega, è il mio porto sicuro,
    il computer, il mio cane, mio padre e mia madre,
    qualche volta ridiamo, qualche passeggiata,
    ma una lacrima scende e presto va asciugata,
    guardando un fiore che non posso cogliere,
    un viso che non posso accarezzare,
    quella bicicletta... non so pedalare,
    il mare, il sole mi fa male
    i miei occhi, senza futuro,
    sono abituati al chiuso della mia stanza,
    ho vent'anni, ma mi manca la speranza.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il sipario

      E la nebbia scese come un sipario,
      tutto sfumò e nascose,
      anche quei giorni segnati, del calendario,
      nelle mani, che un tempo stringevi,
      più non rimani.
      Le promesse, le illusioni,
      le bugie e quelle strane sensazioni,
      non sapevo mai dov'eri,
      ti cercavo e non volevi,
      eppure a modo tuo mi amavi.
      Nel cuore sei rimasto, per tutto il tempo,
      ti sentivo come un brivido nel vento,
      mi sentivo sfiorare come solo tu sapevi fare,
      ed un giorno d'aprile, ti ho visto tornare.
      Ho riaperto casa, ho riaperto il cuore,
      sperando... ancora sto soffrendo
      e non si può per l'ennesima volta.
      Quel sipario scese su questa commedia,
      che mai più replicò.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Perché Signore

        Perché Signore chiedi il dolore,
        forse a chi può sopportarlo,
        ci vuoi eroi nel cuore,
        ma siamo umani, con la nostra disperazione,
        non puoi continuamente metterci alla prova,
        qual è la tua soddisfazione?
        Ci prometti una vita tranquilla,
        al di là del mondo,
        ma se in terra già fede vacilla,
        cosa poi ci dobbiamo aspettare.
        Sotto questo cielo di stelle,
        stiamo a guardare,
        a volte cerchiamo te, sempre lo stesso,
        che difenderai noi tutti
        ce lo hai promesso,
        ma in terra chi hai messo a nostra difesa,
        tra fede e amore non c'è più intesa,
        non siamo eroi
        ma ricorda quel che hai detto...
        perché ci fai soffrire, siamo figli tuoi.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'inferno in Terra (Auschwtiz)

          Auschwitz un sterminio
          di un milione e mezzo
          di vite umane.

          Anime uguali marchiati
          come bestie con numero
          seriale che li identificava.

          Non come uomini
          ma, come bestie da macello.
          Pronti ad essere cremati
          per diventare bottoni o saponette.

          Bambini innocenti bruciati
          insieme a donne e uomini
          con la "colpa" essere "ebrei"
          o per ogni loro diversità.

          Mi chiedo quale mostro
          può arrivare a tanto
          quale è era la loro diversità.

          Mi chiedo quale fosse la loro
          colpa, e se il colore del sangue
          e la loro anima avessero
          un peso così diverso.

          Così diverso da togliere
          a loro la dignità umana
          la possibilità di una vita normale.

          Mi chiedo quale razza di bestia
          possa essere: "L'essere umano".
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Pietro Saglimbeni
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Shoah infinita

            Adorno di orrori il mondo nega la parola alla poesia
            alla vita incenerita che cerca la verità nel cielo;

            dietro quel cancello scuro, dietro quelle scure parole:
            -Arbeit macht frei - vi rende liberi il lavoro, si maschera

            ingannevole la morte; in fumo la vita disprezzata
            numerata nella banalità del male; negato il nome

            lasciata ogni speranza: bambini in prima fila cantano nell'assurdo gioco che uccide; un bimbo che ride è lirica,

            un bimbo spaventato poesia epica: che poesia è la vita!

            Adorno di barbarie il continente brucia libri e persone
            stupra e tortura parole nella lingua di nobili poeti e

            quanti, filosofi e musicisti, si rivoltano nelle tombe
            cercano una torre alta e giù da lì verso il cielo di fumo;

            dies irae, dies illae! Da dove verrà il giorno che ci liberi
            dal male? Suoneranno le trombe che scoperchieranno

            le pesanti lapidi dei celesti cimiteri, e ritorneranno i nomi
            come libere parole, quelle parole che liberano dal male

            -Alle Menschen werden Bruder - tutti i nati siano fratelli
            la voce fraterna di Friedrich Schiller s'alza negli stessi cieli

            che berranno fuoco e fiamme e il latte nero della morte;
            prima che il fratello poeta Paul Celan in solitudine cosmica

            trovi un ponte alto sulla Senna da dove possa a piene mani lanciare versi e vedere fiorire e passare la rosa di nessuno

            ch'è negli occhi di tutti: vera poesia che vive!
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Anna De Santis
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Tu

              Sei tu, il ricordo più bello, riposto qui nel cuore,
              tra le pagine di un libro che non riesco ad aprire.
              Ogni giorno scrivevo un minuto di te,
              e ti aspettavo, consumando i miei occhi.
              Accarezzo le tue lettere, chiamandoti
              respiro il tuo respiro,
              quel letto che ci ha visti amanti,
              ha mantenuto a lungo il suo segreto.
              Amore mio, ti prego, non voglio che i miei figli...
              Me lo dicevi sempre, lo ripetevi ancora,
              e quanto mi hai umiliato, ora per ora,
              lasciandomi da sola, con tutte quelle bugie,
              sei andato avanti per giorni, senza farti sentire
              e sempre ripetevi: cerca di capire...
              Le promesse di una vita insieme,
              non le hai mai mantenute, io dovevo essere discreta,
              eri un uomo sposato.
              Ma tempo è passato e non ne hai più parlato,
              volevi me, volevi tutto, ed era peccato.
              Ho vissuto la tua stessa vita, senza sapere,
              ero la tua amica, la confidente, l'amante
              e ti consolavo quando serviva, senza parlare
              e mi stava bene, perché troppo ti amavo,
              or non ci sei più, né per me, né per lei
              mi rimane il ricordo... nel cuore un profondo dolore.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Anna De Santis
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                C'ero anch'io.

                Fuori si sentiva l'eco dei fucili,
                grida per noi incomprensibili,
                dentro questo vagone merci,
                eravamo stipati come porci.
                Non c'erano più mamme, né figli
                né famiglie da riunire,
                sicuro c'era un popolo da salvare.
                Distrutti, in quel lungo viaggio,
                mentre la neve cadeva
                e copriva quel treno che lento ci conduceva,
                dove non c'era più ritorno,
                dove finisce il mondo... la frontiera,
                quella linea per noi infinita,
                da dove ogni cosa non è più tornata.
                Bambini che piangevano,
                attaccati alle gonne ed al seno,
                scaldati da quella calca umana,
                che ancora di più stringeva
                e non se ne curava.
                Qualche preghiera, mista ad imprecazioni,
                urla e mortificazioni.
                Qualcuno è tornato dal mondo dell'oblio,
                mi ha raccontato... c'ero anch'io.
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Anna De Santis
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  La vergogna

                  Si sentiva quell'acre odor di corpi,
                  da quei forni, solo il fumo, usciva,
                  come anime che salivano al cielo, nella sera.
                  Pioveva, ma quel fumo bianco
                  era una bandiera,
                  sventolava col vento freddo della notte buia,
                  erano migliaia innocenti, gementi
                  rinchiusi in celle di vergogna,
                  come topi di fogna, senza più nome.
                  Numeri a fuoco, da pazzi marchiati,
                  non sentivano più il dolore,
                  bestie da macello....
                  E noi dovremmo scordare,
                  quello che è successo!
                  Questa è la pena che dobbiamo scontare,
                  anche noi tutti, abbiamo lasciato fare,
                  quanti di noi hanno assecondato questo
                  psicopatico e malato.
                  Vergognarci è poco, non si torna indietro,
                  ma in questo giorno
                  il fumo di quel forno sventolerà ancora
                  come una bandiera per ricordarci sempre quel che era.
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Nel giorno della memoria, shoah

                    Nel giorno della memoria
                    ricordiamoci di guerre assurde
                    senza senso, di forni accesi
                    pronti a uccidere anime innocenti.

                    Nel giorno della memoria
                    ricordiamoci di urla non ascoltate
                    di quell'indifferenza al dolore
                    di chi è morto ingiustamente.

                    Nel giorno della memoria
                    ricordiamo di quanto l'uomo
                    sia una vera bestia
                    di quella morale persa a combattere.

                    Nel giorno della memoria
                    ricordiamoci dell'atrocità
                    di ogni assurdo gesto compiuto
                    di quelle vite che non ci sono più.

                    Nel giorno della memoria
                    ricordiamoci dei fatti
                    di quei "orrori " compiuti
                    di chi non c'è più.

                    Di vite colpite senza "colpe".
                    Vota la poesia: Commenta