Dove va quella bambina?
Con i capelli che la riga divide
su rate di strappati orecchini,
con la pagella del primo semestre di ingiustizie
e zoccoli suolati di bara -
va dal sesso cieco di un'aliena canzone
verso un'ancòra lontana, indelicata,
astiosa notte dei semi
sulla terra così dura dei sentimenti umani.
Dio stesso ha navi tatuate, e basta...
Ti direi
di quelle nuvole smaltate di rosso
come unghia finte tolte al tramonto.
Ti direi
di quella coperta blu
che è mare arricciato nei miei pensieri.
Ti direi
Di quella Luna pazza
che ride alla morte dei sogni d'innocenza.
Non posso parlarti di poeti assolti
né redimerne i versi.
Anche se il paradiso fosse verità
non vuol dire che sia vero.
Non posso dirti di alberi sfrondati dal dolore
né di erba che cresce la speranza.
Anche se l'inferno fosse inganno
non vuol dire che sia falso.
Ti dico solo
cibati di vita fin quando è vera
anche se non vuol dire che sia reale.
Quando seguo l'ora che batte il passar del tempo
e vedo il luminoso giorno spento nella tetra notte,
quando scorgo la viola ormai priva di vita
e riccioli neri striati di bianco,
quando vedo privi di foglie gli alberi maestosi
che un dì protessero il gregge dal caldo
e l'erbe d'estate imprigionate in covoni
portate su carri irte di bianchi ed ispidi rovi,
allor, pensando alla tua bellezza, dubbio m'assale
che anche tu te ne andrai tra i resti del tempo,
perché grazie e bellezze si staccan dalla vita
e muoiono al rifiorir di altre primavere:
e nulla potrà salvarsi dalla lama del Tempo
se non un figlio che lo sfidi quand'ei ti falcerà.
È uno di quei giorni
in cui le somme non tornano.
Il cuore sembra svuotarsi
per lasciar posto alle lacrime.
L'anima diventa polvere
trasformata in fango
da troppe sale versato.
Il sole non basta a scaldarmi,
il dolore è un mantello di ghiaccio
che avvolge per uccidere,
l'anima a fatica respira,
ricordi troppo pesanti
portano a fondo.
Le parole non servono
che a confondere,
a stordire e illudersi
di aver fatto male i conti
rimando a domani,
magari trovo "l'ammanco".
Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzanghera
nera e gelida in cui, nell'ora del crepuscolo,
un bimbo malinconico abbandona, in ginocchio,
un battello leggero come farfalla a maggio.
Fuggir vorrebbe dal perenne soffrir.
Restio s'affretta al cammin,
al triste penser che l'alma
affligge.
Solitario va per aspre vie.
Nascosto a l'ombra del frondoso lauro
che nascer vide l'amor suo,
continua a lagrimar ferito.
Guarda l'infinito...
Altera la vede passeggiar
nel Celeste Impero.
Bagliori di fuoco nel cielo.
Tuonano i cannoni...
Bambini indifesi
vivono il terrore
di una guerra inutile.
Singhiozzano...
Spira vento di morte
sulle strade di Baghdad.
Sola in mezzo alla gente
cammino ma non sento niente
non rispondo nemmeno al saluto di un amico
Come dimenticarti
ho il cuore a pezzi
lo sguardo nel vuoto
eppure tutto cominciò per gioco
non volevo ed è successo
mi manchi tanto
me ne accorgo adesso
che ho bisogno di te.
Non si chiede amore
ma se ancora mi hai nel cuore
sai che sono qui che aspetto
per tutta la vita
è questo che mi hai detto.
Dolce è il risveglio
tra verdi prati e
limpide sorgenti.
Altera, preserva il fascino
all'ombra delle selve.
Cinta da fiorenti valli,
sfoggia maestosa
l'antica beltà.
Grappoli di stelle
s'annebbiano
e l'Orsa esangue
invoca il carro
delle sue ragioni.
Qualcuno ha inferto
al cielo una ferita
purulenta
da cui sgorga
marcia la luna.