La poesia nasce dove freme la vita, dal sale di una lacrima, dal tumulto di un cuore. Nasce come prepotente bisogno dal grembo di una donna, verso dopo verso, dalle ginocchia sbucciate di un uomo. Nasce selvaggia, come muschio sulla pietra, ed è acqua nel deserto, stilla di luce segna i battiti del tempo là, dove freme la vita.
Il sole respira gli umori del vento che affranto dalla sera soffia nei miei pensieri. Eclissa la speranza di una luce sfumata d'emozioni La luna Mite raffredda il mio orgoglio e mi lascia a guardarla Pieni di lacrime i miei occhi si sfogano su essa... ... Piove.
E poi, appena usciti dal bosco, loro, entrati in due ed ora come fusi, compenetrati ben più delle dita intrecciate, loro, adesso la continuano quella selva: perché lei nasconde genziane sotto le ciglia, e lui ha mutato in corteccia la gioia del torace. E c'è con loro anche il picchio che in quella scorza buca, con il becco all'altezza del suo cuore. E lì dentro vi deporrà una pigna, un ciuffo di muschio, tre foglie di faggio, vi deporrà uno gnomo e la sua fisarmonica, l'armonia di un ruscello, la calma di un lago, di una radura. Lei vi deporrà un sassolino, una piuma bianca, una lacrima, una palla di neve, una giovane vipera e un orecchino d'argento. E lui parlerà affinché non manchi mai l'aria nel groviglio sacro dei loro rami.
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro di sé mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati, E siede a bere all'osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l'uomo come una fiamma spenta, Felice l'uomo come sabbia d'estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte, E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.
E sto abbracciato a te senza chiederti nulla, per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami. E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti. Non debba mai scoprire con domande, con carezze, quella solitudine immensa d'amarti solo io.
Non voglio che ti allontani, dolore, ultima forma di amare. Io mi sento vivere quando tu mi fai male non in te, né qui, più oltre: sulla terra, nell'anno da dove vieni nell'amore con lei e tutto ciò che fu. In quella realtà sommersa che nega se stessa ed ostinatamente afferma di non essere esistita mai, d'essere stata nient'altro che un mio pretesto per vivere. Se tu non mi restassi, dolore, irrefutabile, io potrei anche crederlo; ma mi rimani tu. La tua verità mi assicura che niente fu menzogna. E fino a quando ti potrò sentire, sarai per me, dolore, la prova di un'altra vita in cui non mi dolevi. La grande prova, lontano, che è esistita, che esiste, che mi ha amato, sì, che la sto amando ancora.
Quelli che amano tacciono. L'amore è il silenzio più fine, il più tremante, il più insopportabile. Quelli che amano cercano, sono quelli che lasciano perdere sono quelli che cambiano, quelli che dimenticano. Il cuore dice loro che non troveranno mai, non trovano, cercano.
Quelli che amano vanno come pazzi perché stanno soli, soli, soli, consegnandosi, dandosi ogni istante, piangendo perché non salvano l'amore. Li preoccupa l'amore. Quelli che amano vivono alla giornata, non possono fare di più, non sanno. Sempre se ne stanno andando, sempre, da qualche parte. Aspettano, non aspettano nulla, ma aspettano. Sanno che non troveranno mai. L'amore è la proroga perpetua, sempre il passo seguente, l'altro, l'altro. Quelli che amano sono gli insaziabili quelli che sempre - meno male! - resteranno soli.
Quelli che amano sono l'idra del racconto. Hanno serpenti al posto delle braccia. Le vene del collo gli si gonfiano anche come serpenti per asfissiarli. Quelli che amano non possono dormire perché se si addormentano se li mangiano i vermi.
Nel buio aprono gli occhi e in loro cade lo spavento.
Trovano scorpioni sotto il lenzuolo e il loro letto galleggia come su di un lago.
Quelli che amano sono pazzi, soltanto pazzi, senza Dio e senza diavolo.
Quelli che amano escono dalle loro grotte tremanti, affamati, a cacciare fantasmi. Ridono di quelli che lo sanno tutto, di quelli che amano per sempre, veracemente, di quelli che credono nell'amore come una lampada d'olio inesauribile. Quelli che amano giocano ad afferrare l'acqua, a tatuare il fumo, a non andarsene. Giocano al lungo, triste gioco dell'amore. Nessuno si può rassegnare. Dicono che nessuno si può rassegnare. Quelli che amano si vergognano di qualsiasi conformismo. Vuoti, ma vuoti da una costola all'altra, la morte li corrode dietro gli occhi, e loro camminano, piangono fino all'alba dove treni e galli si salutano dolorosamente. A volte gli arriva un odore a terra appena nata, a donne che dormono con la mano nel sesso, compiaciute, a ruscelli d'acqua tenera e cucine.
Quelli che amano cantano tra le labbra una canzone mai imparata, e se ne vanno piangendo, piangendo, la bella vita.
Tutto torna Il primo brivido d'autunno e poi i primi crudeli freddi. Tutto torna. La luce scialba del mattino che entra dalle fessure, le prime foschie e le fitte nebbie in cui vedi solo a pochi passi dal grigio asfalto davanti a te. Ti senti in gabbia in un inverno che sembra non finire mai. Ma tutto passa. Come le gioie anche il dolore sbiadisce, vedrai la prima rondine, i fiori a primavera e i primi caldi estivi. Tutto torna, fino a quando scorderai cos'era che ti aveva fatto tanto male.
Lo osservava da qualche tempo, ma da lontano. Lo aveva visto agire e volare, lo aveva visto costruire e contemplare. Quell'immagine che colpisce l'occhio, con la bellezza del ritmo e del colore, sguardo che mai aveva visto... Un po' divertita, aveva aspettato che fosse lui a cercare lei. Poi tutto trovò il suo equivalente e fu inutile cercare di stabilire qual era la struttura dello spazio, l'attività tipica dell'immaginazione non era indagare, manifestare il reale, bensì di superare il limite pagano e profano. Inebriata dal suo profumo, rapita da tanta bellezza era tutto perfetto così, non c'era nulla da cambiare... Un battito ritmico e costante aumentava sempre più, lo spazio si riempì di cesti e suoni e fu come se la luce risplendesse ovunque, il mondo sembrava immobile e paralizzato. Si addormentarono molto tardi... E lei decise che non avrebbe mai smesso di amare quell'uomo.