Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Riflesso

Riflesso di una vetrina,
c'è una ragazza impaurita.
Cerca di trovare la via
e cammina non seguendo una scia!
Riflesso di una ragazza
che purtroppo è diventata pazza
ma il mondo è troppo impegnato
per poterle dare una mano!
Guerre, omicidi, pedofilia
ma è impossibile trovare la via.
Riflesso sull'acqua del fiume,
questo mondo è diventato un marciume!
Riflesso del tempo che fu,
quel mondo pulito
non ritornerà mai più!
Composta venerdì 14 ottobre 2011
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Passione

    Scorro tra le mani ancora
    il desiderio che mi separa ora per ora
    l'ansia di saperti lì e immaginarti sola
    allevia la mia tristezza
    come vorrei per una volta sola avvicinarmi a te
    sogno che non mi lascia e vola...
    Labbra che cercano e vogliono il dolce della tua bocca
    Il respiro e l'anima che ne conviene
    ma tutto e la distanza mi trattiene
    e nel toccarti il contorno del tuo viso
    sfioro quello che vorrei mio
    la voglia di averti qui vicino cresce
    e dovrei io...
    lasciarti con un addio per non soffrire
    e dire basta, non ti voglio sentire
    ma nell'attesa di un tuo ripensamento
    voglio restare, meglio morir d'amore in un momento
    che non avere niente e non cercare
    un giorno forse e non in sogno... sarai mia.
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      Scritta da: Dora
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Occhi di mare

      Il mare ha preso posto nei tuoi occhi lasciando del suo azzurro le tracce
      sorriso di un mattino d'estate
      dolce brezza che da brividi
      la tua voce
      un incanto che ferma il respiro
      sei tu
      nel pensiero che sussurra
      nel sogno che di notte mi cerca
      nel desiderio che si insinua
      nelle pieghe del cuore
      nelle vene dove scorri
      insieme al sangue
      melodia sei
      Dolce magia
      lenta agonia
      di amore che uccide
      di emozione che vive
      sei tu
      Ti vorrei di giorno, di notte
      impossibile rimani
      irraggiungibile come l'orizzonte.
      Composta lunedì 5 settembre 2011
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        Scritta da: Dario Pautasso
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Un uccello azzurro

        Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
        vuole uscire
        ma con lui sono inflessibile,
        gli dico: rimani dentro, non voglio
        che nessuno ti
        veda.

        nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
        vuole uscire
        ma io gli verso addosso whisky e aspiro
        il fumo delle sigarette
        e le puttane e i baristi
        e i commessi del droghiere
        non sanno che
        lì dentro
        c'è lui

        nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
        vuole uscire
        ma io con lui sono inflessibile,
        gli dico:
        rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
        di testa?
        vuoi mandare all'aria tutto il mio
        lavoro?
        vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
        Europa?

        nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
        vuole uscire
        ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
        solo di notte qualche volta
        quando dormono tutti.
        gli dico: lo so che ci sei,
        non essere
        triste

        poi lo rimetto a posto,
        ma lui lì dentro un pochino
        canta, mica l'ho fatto davvero
        morire,
        dormiamo insieme
        così col nostro
        patto segreto
        ed è così grazioso da
        far piangere
        un uomo, ma io non
        piango, e
        voi?
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          Scritta da: Dario Pautasso
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Stile

          Lo stile è una risposta a tutto.
          un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso
          fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile.
          fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte.
          La corrida può essere arte
          Boxare può essere arte.
          Amare può essere arte.
          Aprire una scatola di sardine può essere arte.
          Non molti hanno stile.
          Non molti possono mantenere lo stile.
          Ho visto cani con più stile degli uomini,
          Sebbene non molti cani abbiano stile.
          I gatti ne hanno in abbondanza.

          Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile.
          Alcune persone ti insegnano lo stile.
          Giovanna d'Arco aveva stile.
          Giovanni il Battista.
          Gesù
          Socrate.
          Cesare.
          García Lorca.
          In prigione ho conosciuto uomini con stile.
          Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione.
          Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto.
          Sei aironi tranquilli in uno specchio d'acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza
          vedermi.
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            Scritta da: Anna De Santis
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Una volta ancora

            Passerò il resto della vita a pentirmi
            per averti detto basta...
            ma umiliarmi fino in fondo non è possibile e confondo
            sentimento e ragione
            prima di essere tra le tue braccia
            per poi sentirmi in prigione
            schiava di te che chiami
            ed io che aspetto le tue mani
            ancora non sono sicura e come mi ami...
            una volta ancora sentirò: rimani... poi ti lascerò
            sarà come morire un po'.
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              Scritta da: Dario Pautasso
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              La morte si fuma i miei sigari

              Sai com'è: sono qui ubriaco ancora
              una volta
              e ascolto Chajkovskij
              alla radio.
              Gesù, lo sentivo quarantasette anni
              fa
              quando ero uno scrittore morto di fame
              ed eccolo qui
              di nuovo
              ora io sono uno scrittore con un po'
              di successo
              e la morte va
              su e giù
              per questa stanza
              e si fuma i miei sigari
              beve qualche sorso del mio
              vino
              mentre il vecchio Pietro continua a darci dentro
              con la sua "Patetica",
              ho fatto un bel pezzo di strada
              e se ho avuto fortuna è
              perché ho tirato bene
              i dadi:
              ho fatto la fame per l'arte, ho fatto la fame per
              riuscire a guadagnare cinque dannati minuti, cinque ore,
              cinque giorni,
              volevo soltanto buttare giù qualche
              frase,
              il successo, il denaro non importavano:
              io volevo scrivere
              e loro volevano che stessi alla pressa meccanica,
              in fabbrica alla catena di montaggio
              volevano che facessi il fattorino in un
              grande magazzino.

              Bè, dice la morte, passandomi accanto,
              ti prenderò comunque,
              non importa quello che sei stato:
              scrittore, tassista, pappone, macellaio,
              paracadutista acrobatico, io ti
              prenderò...
              okay, baby, le dico io.
              Adesso ci beviamo qualcosa insieme
              mentre l'una di notte diventano
              le due
              e lei solo sa
              quando verrà il
              momento, ma oggi sono
              riuscito a fregarla: mi sono preso
              altri cinque dannati minuti
              e molto di
              più.
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                Scritta da: Anna De Santis
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Ascoltami

                Per una volta stai a sentire
                ascoltami e non intervenire come tu sai fare
                avrò anch'io qualcosa da dire
                per te meglio non parlare
                potrei ferire...
                Non sono un gioco e non ho una carica infinita
                ho un'anima e una vita
                con te per sempre stabilita
                I giorni scanditi dalle tua voglia
                come il vento le tue parole
                ed io la tua foglia...
                Un giorno forse stanca mi staccherò dal ramo
                che mi tiene
                farò a meno della tua linfa
                ma sicuramente cadrò ai tuoi piedi e aspetterò
                di trasformarmi in humus per ritornare a te....
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                  Scritta da: Antonio Prencipe
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Il buio quaggiù

                  Ma non vedi il buio che c'è
                  quaggiù?
                  Un bambino moriva sotto una palma
                  di fame...
                  Tu prometti di salvarli l'anima
                  ma intanto un altro bimbo,
                  una mamma stanno morendo
                  tra i raggi mortali del sole,
                  il sangue tra le braccia,
                  la guerra è vicina,
                  il silenzio logora la palude
                  e le anime in paradiso
                  deridono il destino,
                  deridono te,
                  perché il corpo non è
                  solo un'arma da fottere
                  ma è uno scrigno bombardato,
                  ridicolizzato dal torpore
                  burrascoso del vento
                  è così vissuto nel pianto
                  per poi morire riposando
                  ormai troppo invecchiato
                  anche se giovane d'età.
                  Ed io sono qui in ginocchio
                  chiedendomi perché non regali
                  ai loro occhi un sorriso
                  sui cui poter morire prima di soffrire.
                  Sembra mare non lo è
                  sono tutte lacrime inchiodate
                  nel fondo da un sano e forse
                  dolore che ricerca, prega te.
                  E ci si sente soli,
                  confusi come la prima volta
                  che si conosce il presente.
                  Tutti dicono che tu sei l'amore
                  ma io l'amore l'ho conosciuto
                  anche senza te nel cuore.
                  Ora lì...
                  Nei pisciatoi il tuo ricordo
                  si riversa,
                  a mani giunte col cuore
                  sconfitto, impiccato ai lampioni
                  semi spenti, nei cimiteri deserti.
                  Ti prego
                  salva le anime che credono in te.
                  Quelli come me si salvano da soli
                  e si distruggono nei passi
                  astratti e struggenti
                  degli angeli prepotenti.
                  Composta sabato 15 ottobre 2011
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