Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

L'incrocio

Seguirò la strada
promesso, nella tua stessa direzione
a volte guarderò sconsolata il paesaggio
ma hai scelto tu solo dove andare
io starò al finestrino e con la mano fuori a sentire il vento.
Qualche parola detta solo per non addormentarmi
a volte per ferirmi e non posso scappare
dovrei aprire lo sportello e lasciarmi cadere
troppo pericoloso, tu continua a guidare
voglio proprio vedere dove mi vuoi portare.
Decido allora per distrarmi di accendere la radio
per non ascoltarti a volte
troppo lungo questo viaggio
che ci ha fatto invecchiare
e la strada mi sembra lunghissima da percorrere
non vedo l'ora di scendere e camminare
spero da sola... per un po'
ecco un incrocio, un bar
che fretta di scendere e respirare
forse rimango qui, fingo di sentirmi male
non voglio sentirmi costretta in un viaggio
che non volevo fare.
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    Scritta da: Antonino Gatto
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Vivere di ricordi

    Quando te ne andrai lascerai un vuoto, incolmabile.
    Ecco perché ogni volta che ti guardo
    non smetterei mai di starti vicino,
    perché le sensazioni che oggi provo,
    saranno gli unici ricordi che mi resteranno accanto
    a riscaldarmi l'anima d'inverno,
    quando tu non ci sarai.
    Composta lunedì 24 ottobre 2011
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      Scritta da: Antonio Recanatini
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Dimmi

      Dimmi dove sei diretta o dimmi ancora
      dove siamo diretti e poi dimmi quanti
      baci dovrò darti per far tornare il sorriso
      Prima che quel velo amaro ristagni
      dimmi che ballo vorrai fare, io sono qui.
      Da lassù provengono le nuvole e allora
      dimmi dove potremo ripararci ancora,
      dimmi quante volte mi hai sognato,
      dimmi quanti pianti hai versato e
      ancora dimmi se la notte dormi,
      ma continua a ballare con me.
      Sto virando verso mete immense,
      sto deviando il senso di marcia
      quindi dimmi se mi sorreggerai
      se qualche volta sarò distratto,
      se qualche volta non potrò ascoltare.
      Vorrei sempre girarmi ed incontrarti
      non guarderemo la cima ma il passaggio,
      non guarderemo i confini ma l'essenza
      veglieremo ogni passione nella notte
      perché per tutto il giorno vorrei
      ascoltarti e sempre ballare con te.
      Dimmi quando arriverai perché
      verrò ad accoglierti in tutti i luoghi
      mia laconica incertezza.
      Composta giovedì 13 gennaio 2000
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Guerra allucinata

        Lotto contro il mondo, contro l'immensità che mi circonda e... il dolore che mi opprime.
        Contro il destino, o l'idea astratta che ho di esso.
        Mi dibatto ferocemente cercando di prendere a pugni quel viscido essere che mi fissa con uno sguardo ardente di consapevolezza, un sorriso ironico stampato sul diabolico muso.
        Lotto contro il tempo e la distanza, figli di quel mostro e premurosi torturatori della mia anima.
        Strappo brandelli di carne viva dalle loro fauci, sottraggo la mia pelle ai loro artigli, in un disperato impeto di rabbia.
        Lotto per i miei sogni. O forse no: li combatto; voglio ucciderli seguendo il loro esempio.
        Mi stanno logorando da dentro, nutrendosi del mio sangue, consumando i miei organi.
        Basterà aprire uno squarcio nella mia carne, affondarvi le mani, raggiungerli e stritolarli.
        Li ridurrò in polvere prima che loro facciano di me cenere spenta.
        E lotto contro la mia immagine allo specchio. Sempre, in ogni caso.
        Mi odio dal profondo, di un odio irrazionale e pericoloso.
        Lacero la mia follia, il mio ottimismo e la mia ingenuità.
        Sfido in uno scontro tremendo, letale, la mia debolezza.
        Sì, letale. Perché, se a vincere dovesse essere lei, non vorrei sopravvivere un istante di più.
        Ma non mi lascerò annientare, non resterò impassibile, facendo finta di niente mentre vengo divorata e corrosa dall'interno, ferita e derisa dall'esterno.
        Continuerò a lottare con ogni mezzo.
        Sputerò in faccia al vento che percuote il mio corpo con soffi di supremazia.
        Respingerò le onde di questo mare in collera, che vogliono raggiungermi e rapirmi a me stessa.
        Strangolerò con le mie mani tremanti l'odio che tenta di penetrare in me, farò annegare il dolore nel sangue che ha fatto sgorgare dal mio cuore.
        E poi il colpo di grazia, per mettere fine a questa guerra allucinata.
        Mi porterò una mano al petto, e prenderò quell'organo malato che ho dentro da troppo.
        Osserverò le mie dita chiuderlo in una morsa crudele, stringerlo con forza, spremerlo fino all'ultima goccia di vita.
        E guarderò lo spettro della morte impossessarsi di lui, per sempre.
        Composta giovedì 20 ottobre 2011
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          Scritta da: Antonio Prencipe
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Inonda il fumo tra le colline invidiate

          Respiravano gli Dei.
          Sorridevano i cornuti.
          Uccisa al primo ballo...
          Le montagne parlano,
          sputtanano le colline immerse
          nell'amore, piccole
          e desiderate dalle nuvole.
          Ti amo così tanto...
          Così tanto da preferire di farti male
          piuttosto che starti accanto...
          Nelle case è già Natale
          ed io metto a fuoco l'albero
          con accanto i doni pagati
          a caro prezzo dal cuore mio.
          Ma quanto mi costa dimenticarti,
          non basta nemmeno una vita
          persa dalla propria coscienza.
          A tutte quelle notti passate
          sugli scogli a raccogliere conchiglie.
          A tutti gli amori venduti
          alle aste di paese e in cambio
          squallidi cristalli,
          neri come la sera abbandonata
          nei boschi repressi di luna piena.
          A tutti i pescatori che imitano Gesù.
          A tutti quelli che tra lacrime
          e marlboro si perdono in
          un bicchiere di vino rosso.
          Cacce alle streghe
          scambiate per guerre Sante.
          Non hai armi,
          non hai sogni, muori in silenzio
          maledetta Solitudine.
          Nelle mie intrepide liriche
          varie volte ti ho citato,
          nelle notti insonne
          alla ricerca di Dio con te gridavo
          e ancorato al silenzio
          disinnescavo il mio fottuto
          animo ribelle.
          Padroni maledetti creavano
          le armi dorate usate
          per sparare i Santi
          lecchini innocenti del Signore
          nostro padre per chi crede,
          Re del niente per chi
          come me non ha ricevuto i suoi respiri.
          Composta mercoledì 19 ottobre 2011
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            Scritta da: Roberto Giusti
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Il sole è lontano...
            e la luna sembra a un palmo di mano.

            L'universo è stellato...
            là nel buio più inoltrato.

            I pianeti sono tanti...
            questo mondo di tutti quanti.

            La natura si ribella...
            quando l'uomo le fà guerra.

            L'inquinamento avvelenerà tutto...
            e per noi sarà presto lutto.

            Io tiro a campare...
            non mi và ancora di crepare.

            Dormo, mangio, bevo...
            e quel pensiero dalla testa mi levo.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Liquidi

              Viscidi sogni ormai rancidi
              liquidi seminali e spasimi
              forse un corpo fattosi due...
              Uno anni luce dall'altro
              come randagi affamati in lotta per carne putrida
              graffi, morsi, ansimi affannati
              in una sporca strada squallida.

              Ma cosa cerco nei tuoi occhi?
              non avevo smesso di cercare?
              spalle al muro in una strada senza sbocchi
              ci continuiamo a guardare.

              Perché è quel muro che ci blocca
              e i graffiti su di esso
              immagini fatte di sangue e sesso
              conficcate nella schiena a squarciare
              rompere, trapassare carne e ossa.

              Ora, esangui, aspettiamo la pioggia
              che tolga umori, sudore e rabbia
              per sentirsi finalmente nudi
              per sentirsi finalmente vicini.
              Composta giovedì 20 ottobre 2011
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                Scritta da: Luca Zecca
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Il cielo si colora di rosso
                la sera quando il sole ci lascia.

                La volpe la nel fosso
                nasconde i cuccioli prima della caccia.

                La dura notte d'inverno ricopre ogni cosa
                senza distinzione di colore della faccia.

                Il caldo tepore del tuo pensier però
                non mi permette di soffrire
                e di temere ciò che sarò.

                Il tuo amore mi permette di aprire
                il mio cuore anche tra freddo e neve
                senza che io possa perire.

                E se anche freddo e neve sono solitudine
                sempre forte e sereno mi sento,
                e di passare il mio tempo con te mai mi pento
                tu mi rendi sereno anche quando sono tra martello e incudine.

                Questo inverno di solitudine non mi spaventa
                perché già so qual è la mia ricompensa;
                riscoprir te alla fine di questa tormenta.

                E dubbi sul trovarti non ho,
                come non ho dubbi che domani il sole
                sorgere vedrò.
                Composta domenica 23 ottobre 2011
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