Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Grata di parola

Occhio tondo tra le sbarre.
Palpebra, sfarfallante animale,
voga verso l'alto,
fa passare uno sguardo.
Iride, natante, opaca e senza sogni:
sarà prossimo, il cielo, grigio-cuore.
Storta, nel beccuccio di ferro,
la scheggia fumigante.
Al senso che la luce prende
tu indovini l'anima.
(Fossi io come te. Tu come me.
Non sottostammo forse
al medesimo vento?
Siamo estranei.)
Pavimento. Sopra,
l'una accanto all'altra, le due
pozzanghere grigio-cuore:
due bocconi di silenzio.
Composta venerdì 1 maggio 2015
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    Scritta da: Marta Emme
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Cucino io

    Al mio ritorno
    preparo il contorno.
    Vado a prender delle cose
    che sono assai preziose
    nel render le pietanze più gustose.
    Le aggiungo poi al piatto
    affinché risulti il fatto
    che per esser sopraffini
    si dev'essere argentini. * (il piatto deve parlare)
    E, argento, è il piatto or pronto
    con le note che raccolte son dal cuore
    per dare al cibo più spessore.
    È mera considerazione
    che insieme al gusto
    qui si porge un'emozione.
    Ma questa condizione
    sa render più sazie le persone!
    Si mangia con gli occhi
    prima che il cibo ancor si tocchi!
    Un contorno è importante
    se avvicina le distanze
    che han nel piatto le sostanze.
    E perciò, tra le pietanze
    è, il contorno, la più intrigante.
    Così nello specifico
    il ristoratore è magnifico
    se sa coglier la funzione
    di una buona presentazione
    da dare al cibo nella sua preparazione.
    E dir che vale, spesso, nella vita,
    similar considerazione!
    Sol che è rivolta alle persone.
    Ma se ciò che dico è scontato,
    per me è un piacere averlo ricordato.
    Composta sabato 25 aprile 2015
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      Scritta da: Anna Rijtano Mallus
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Cuore tracimante d'amore
      altro amore chiede.
      Braccia generose e protese
      altra generosità lambiscono.
      Mani che accarezzano
      e sollecitano null'altro che
      nuove carezze.
      Intima mestizia
      solinga ti rende.
      Nel silenzio rombante dell'oscurità
      rotoli nel tuo letto
      senza trovar pace.
      Oh, tormentato essere,
      fugaci sorrisi non
      celano la malinconia.
      Getta nell'oblio le iniquità
      con esse,
      ogni mellifluo
      col suo turlupinare.
      Spalanca la finestra e guarda laggiù
      l'immenso mare:
      uno specchio azzurro
      in cui il sole versa i suoi raggi
      come cascata di cristalli.
      Osserva amica mia,
      e gioisci felice.
      Composta mercoledì 17 febbraio 1999
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        Scritta da: Cristallina
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Futuro

        E so molto bene che non ci sarai.
        Non ci sarai nella strada,
        non nel mormorio che sgorga di notte
        dai pali che la illuminano,
        neppure nel gesto di scegliere il menù,
        o nel sorriso che alleggerisce il
        "tutto completo" delle sotterranee,
        nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.
        Nei miei sogni non ci sarai,
        nel destino originale delle parole,
        né ci sarai in un numero di telefono
        o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
        Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
        e non per te comprerò dolci,
        all'angolo della strada mi fermerò,
        a quell'angolo a cui non svolterai,
        e dirò le parole che si dicono
        e mangerò le cose che si mangiano
        e sognerò i sogni che si sognano
        e so molto bene che non ci sarai,
        né qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
        né la fuori, in quel fiume di laghi e di ponti.
        Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
        e quando ti penserò, penserò un pensiero
        che oscuramente cerca di ricordarsi di te.
        Composta domenica 19 aprile 2015
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ecatombe: Mediterraneo rosso

          E fiori sui fondali
          tingersi di cupo
          screziarsi di rosso
          settecento petali d'amello
          e dei pistilli
          da polline a cenere
          il cuore si fa stiva

          Chè migrare verso la speranza
          fosse Cielo?
          _Nell'abisso

          Tratta di morte
          nell'acque rosse
          a rievocare Nilo
          sì che s'abbatte come piaga
          tra i corpi ammassati si piega

          | In-coscienza dis-umana |

          Mas-sacro.
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            Scritta da: Ludovico Criacci
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            A mio figlio

            Scorro con la mente il tempo a ritroso
            vivo e presente è il ricordo di te bambino.
            Quante notti passate insieme tra silenzi,
            mugolii, confidenze reciproche.
            Dormivamo insieme, lo abbiamo fatto
            per un tempo infinito, ridevamo, giocavamo,
            anche le lacrime rigavano i nostri visi.
            Questo però lo negavamo a vicenda
            per apparire forti e invincibili,
            io come Zagor l'eroe dei miei fumetti,
            tu come Dragon Ball che era il tuo eroe,
            insieme coalizzati contro il male e il dolore.
            Proprio quel dolore che ha logorato i miei pensieri
            spremendo succo di limone acerbo su una ferita infetta, inducendomi spesso a stringere i denti
            per non privare mai te della gioia di sorridere
            come gli altri. Sentimenti veri i tuoi non artificiali,
            esultavi seduto sulla tua sedia a rotelle quando il Milan
            segnava, le sue sette coppe dei campioni erano la tua forza, il tuo riscatto. Che gioia mi davi quando eri tu a consolarmi, sfidavi le avversità con il sorriso sulla bocca e l'innocenza negli occhi. Tu, immobile a letto, ti preoccupavi del mio raffreddore. Non eri accademico eppure impartivi già lezioni di vita. Ora sei grande, ma i miei occhi ti vedono ancora bambino.
            Ho scolpite nella mia mente le parole di un poeta; il grande Kahil Gibran, che dicevano: "quando più il dolore incide in profondità nel vostro essere, tanta più gioia potrete contenere".
            Quel poeta aveva ragione figlio mio, perché tu sei la mia gioia.
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              Scritta da: Antonio Belsito
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Lasciami bere l'ultimo quartino
              e non preoccuparti del bicchiere
              ché sarò io a sciacquarlo nelle vene.
              Torna la spiaggia e sento il mare
              tu che ti tuffi e io che ti seguo
              perché non so stare.
              E poi a piedi nudi
              a correre e camminare
              e il cuore che ci insegna a saltellare.

              Abbracciati stritolati nella frequenza di un occhiolino
              con l'amore già sotto il tavolino.

              A inseguir aquiloni
              a imparare le lune
              a cercare le ore.
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