Poesie d'Autore


Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Lo squarcio è commiato
Mentre l'alba fa sipario in apertura.
Panorami d'anima dopo il dissesto,
In punta di lacrima sulla gemma nascente.
Strane, tacciono le cose.

S'increspa il desiderio dove la mancanza fa risacca.
Il ricordo è di spuma argentea
e appartiene all'onirico
il risveglio di me
Venere e nuova donna.
Dal calesse d'una conchiglia
il viaggio infinito
Lungo la Memoria.
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    Scritta da: dantino
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Piove

    Sapete quando piove
    e l'acqua scorre con rabbia nei pluviali?
    sapete quando instancabile bussa alle finestre
    ed a noi piace ascoltarla danzare sopra i tetti?

    È proprio quando piove
    che impetuosi i torrenti carichi di forza
    rompono gli argini e riempiono la terra
    e non è la pioggia che scompiglia gli orti
    questa che scuote gli alberi in una luce d'ombra quasi profonda
    è un suono che carica nell'aria
    insieme a quel profumo d'insana guerra
    e la natura irrompe

    Io c'ho pensato
    a noi par tutto calmo
    ma nelle case d'erba e argilla
    la periferia non dorme
    e l'acqua entra a valanga
    Invade il mondo dei conigli e delle talpe
    travolge insetti nel tutto che sconquassa
    così lombrichi e grilli, fuggendo dalle case
    son gioia di opportunisti merli
    e talpe, conigli e topi
    son preda degli artigli

    Ci avete mai pensato?
    È proprio quando piove
    e a noi, tutto sembra calmo
    e nella sonnolenza insana che si perde
    una delle tante battaglie, dell'infinita guerra

    È proprio quando piove
    che tutto sembra calmo
    noi nel fermo riparo
    e un altro mondo muore.
    Composta giovedì 18 giugno 2015
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      Scritta da: milanoteca
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ti è mai capitato?

      Ti è mai capitato di vedere una persona
      e capire che in qualche modo ti appartiene?
      Un appartenere di sensi, di labbra
      quasi fosse una tua seconda pelle.
      Ti è mai capitato di pensare a una persona
      quando ti svegli e prima di addormentarti?
      Vedertela lì, insieme a te
      in un dialogo fatto di abbracci, di carezze
      di bocche sfiorate e di brividi intensi?
      Ti è mai capitato di pensarla ovunque ti trovi
      e sentire il bisogno di un suo parere
      in ogni cosa che guardi e che fai?
      Avere attenzione in ogni suo gesto
      in ogni sua parola, per gustarne i respiri,
      fatti di pause e sorrisi.
      Ti è mai capitato di sentirla chiudersi
      e allontanarsi da te, quasi avesse timore?
      ... mentre tu sei tutto all'infuori di quello.
      Desiderare di essere il suo scudo
      la sua protezione, la sua arma vincente
      ma soprattutto la sua libertà.
      Ti è mai capitato di abbracciare ogni sua paura,
      ogni sua forza, ogni suo rifiuto, ogni sua ostinazione
      e amare di lei ogni cosa che fa, ogni cosa che tocca?
      E mentre di lei non sai nulla, il tuo cuore sa tutto
      perché sente che è lei, unica e sola.
      Ti è mai capitato?
      Composta lunedì 8 giugno 2015
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        Scritta da: Oliviero Amandola
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'ancora del tempo

        Vedi quei rami del ciliegio,
        a poco a poco, sopra di essi
        passano i giorni come fedeli
        ombre di stelle,
        mutano le distanze,
        estinguono le memorie,
        finché tutti i giorni non fanno
        di una vita intera un'unica somma,
        e restano nudi gli anni, soli,
        come i ricordi resistenti al caldo e al freddo
        delle stagioni, ormai con le gemme
        rivolte nel vento di un unico giorno,
        che una vita intera racchiude...
        Vedi quei rami del ciliegio;
        sono i quattro periodi dell'anno,
        la rosa dei venti,
        l'ancora che rende saldo l'orizzonte all"eternità.
        Composta lunedì 8 giugno 2015
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ella in cielo

          Pregava Dio,
          pregava con fervore
          perché facesse di lei
          una felice ragazza bianca.
          E se ormai è tardi per simili cambiamenti,
          allora, Signore Iddio, guarda quanto peso
          e toglimene almeno la metà.
          Ma Dio benevolo disse No.
          Posò soltanto la mano sul suo cuore,
          le guardò in gola, le carezzò il capo.
          E quando tutto sarà compiuto – aggiunse –
          mi allieterai venendo a me,
          mia nera gioia, tronco colmo di canto.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il locale vicino alle campane

            Leggo sul libro che ho aperto nella testa
            di cavalieri spersi
            che qui misero su famiglia.
            Dei loro figli
            che vestiti da assassini
            passano di notte ad avvelenare i morti,
            e dei locali dove servono miscugli
            che fanno traballare anche i più forti.
            E a libro chiuso mi vedo seduto
            ad osservarli tutti in fila al banco,
            presi dal bere
            fino alla mattina.
            Come se dopo notte
            arrivasse il capodanno.
            E il battere di ciglia di qualcuno
            mi porta a giorno fatto.
            E sono tutti intorno a me.
            Spenti e stravaccati,
            sopra divani pazienti
            ad osservare dai vetri del locale
            l'esercito inquadrato di fedeli
            intenti a marciare verso il tempio per pregare.
            Anche per loro.
            Composta venerdì 5 giugno 2015
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Al Dio ignoto

              Ancora, prima di partire
              E volgere lo sguardo innanzi
              Solingo le mie mani levo
              Verso di Te, o mio rifugio,
              A cui nell'intimo del cuore
              Altari fiero consacrai
              Chè in ogni tempo
              La voce tua mi chiami ancora.

              Segnato sopra questi altari
              Risplende il motto "Al Dio ignoto".
              Suo sono, anche se finora
              Nella schiera degli empi son restato:
              Suo sono e i lacci sento,
              Che nella lotta ancor mi atterrano
              E, se fuggire
              Volessi, a servirlo mi piegano.
              Conoscerti voglio, o Ignoto,
              Tu, che mi penetri nell'anima
              E mi percorri come un nembo,
              Inafferrabile congiunto!
              Conoscerti voglio e servirti!
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Fresche di fiumi in sonno

                Ti trovo nei felici approdi,
                della notte consorte,
                ora dissepolta
                quasi tepore d'una nuova gioia,
                grazia amara del viver senza foce.

                Vergini strade oscillano
                fresche di fiumi in sonno:

                E ancora sono il prodigo che ascolta
                dal silenzio il suo nome
                quando chiamano i morti.

                Ed è morte
                uno spazio nel cuore.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Imitazione della gioia

                  Dove gli alberi ancora
                  abbandonata più fanno la sera,
                  come indolente
                  è svanito l'ultimo tuo passo
                  che appare appena il fiore
                  sui tigli e insiste alla sua sorte.

                  Una ragione cerchi agli affetti,
                  provi il silenzio nella tua vita.

                  Altra ventura a me rivela
                  il tempo specchiato. Addolora
                  come la morte, bellezza ormai
                  in altri volti fulminea.
                  Perduto ho ogni cosa innocente,
                  anche in questa voce, superstite
                  a imitare la gioia.
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                    Scritta da: Gabriella Stigliano
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Ora che sale il giorno

                    Finita è la notte e la luna
                    si scioglie lenta nel sereno,
                    tramonta nei canali.

                    È così vivo settembre in questa terra
                    di pianura, i prati sono verdi
                    come nelle valli del sud a primavera.
                    Ho lasciato i compagni,
                    ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
                    per restare solo a ricordarti.

                    Come sei più lontana della luna,
                    ora che sale il giorno
                    e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
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