Poesie d'Autore


Scritta da: dantino
in Poesie (Poesie d'Autore)

Piove

Sapete quando piove
e l'acqua scorre con rabbia nei pluviali?
sapete quando instancabile bussa alle finestre
ed a noi piace ascoltarla danzare sopra i tetti?

È proprio quando piove
che impetuosi i torrenti carichi di forza
rompono gli argini e riempiono la terra
e non è la pioggia che scompiglia gli orti
questa che scuote gli alberi in una luce d'ombra quasi profonda
è un suono che carica nell'aria
insieme a quel profumo d'insana guerra
e la natura irrompe

Io c'ho pensato
a noi par tutto calmo
ma nelle case d'erba e argilla
la periferia non dorme
e l'acqua entra a valanga
Invade il mondo dei conigli e delle talpe
travolge insetti nel tutto che sconquassa
così lombrichi e grilli, fuggendo dalle case
son gioia di opportunisti merli
e talpe, conigli e topi
son preda degli artigli

Ci avete mai pensato?
È proprio quando piove
e a noi, tutto sembra calmo
e nella sonnolenza insana che si perde
una delle tante battaglie, dell'infinita guerra

È proprio quando piove
che tutto sembra calmo
noi nel fermo riparo
e un altro mondo muore.
Composta giovedì 18 giugno 2015
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    Scritta da: milanoteca
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ti è mai capitato?

    Ti è mai capitato di vedere una persona
    e capire che in qualche modo ti appartiene?
    Un appartenere di sensi, di labbra
    quasi fosse una tua seconda pelle.
    Ti è mai capitato di pensare a una persona
    quando ti svegli e prima di addormentarti?
    Vedertela lì, insieme a te
    in un dialogo fatto di abbracci, di carezze
    di bocche sfiorate e di brividi intensi?
    Ti è mai capitato di pensarla ovunque ti trovi
    e sentire il bisogno di un suo parere
    in ogni cosa che guardi e che fai?
    Avere attenzione in ogni suo gesto
    in ogni sua parola, per gustarne i respiri,
    fatti di pause e sorrisi.
    Ti è mai capitato di sentirla chiudersi
    e allontanarsi da te, quasi avesse timore?
    ... mentre tu sei tutto all'infuori di quello.
    Desiderare di essere il suo scudo
    la sua protezione, la sua arma vincente
    ma soprattutto la sua libertà.
    Ti è mai capitato di abbracciare ogni sua paura,
    ogni sua forza, ogni suo rifiuto, ogni sua ostinazione
    e amare di lei ogni cosa che fa, ogni cosa che tocca?
    E mentre di lei non sai nulla, il tuo cuore sa tutto
    perché sente che è lei, unica e sola.
    Ti è mai capitato?
    Composta lunedì 8 giugno 2015
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      Scritta da: Oliviero Amandola
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'ancora del tempo

      Vedi quei rami del ciliegio,
      a poco a poco, sopra di essi
      passano i giorni come fedeli
      ombre di stelle,
      mutano le distanze,
      estinguono le memorie,
      finché tutti i giorni non fanno
      di una vita intera un'unica somma,
      e restano nudi gli anni, soli,
      come i ricordi resistenti al caldo e al freddo
      delle stagioni, ormai con le gemme
      rivolte nel vento di un unico giorno,
      che una vita intera racchiude...
      Vedi quei rami del ciliegio;
      sono i quattro periodi dell'anno,
      la rosa dei venti,
      l'ancora che rende saldo l'orizzonte all"eternità.
      Composta lunedì 8 giugno 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ella in cielo

        Pregava Dio,
        pregava con fervore
        perché facesse di lei
        una felice ragazza bianca.
        E se ormai è tardi per simili cambiamenti,
        allora, Signore Iddio, guarda quanto peso
        e toglimene almeno la metà.
        Ma Dio benevolo disse No.
        Posò soltanto la mano sul suo cuore,
        le guardò in gola, le carezzò il capo.
        E quando tutto sarà compiuto – aggiunse –
        mi allieterai venendo a me,
        mia nera gioia, tronco colmo di canto.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il locale vicino alle campane

          Leggo sul libro che ho aperto nella testa
          di cavalieri spersi
          che qui misero su famiglia.
          Dei loro figli
          che vestiti da assassini
          passano di notte ad avvelenare i morti,
          e dei locali dove servono miscugli
          che fanno traballare anche i più forti.
          E a libro chiuso mi vedo seduto
          ad osservarli tutti in fila al banco,
          presi dal bere
          fino alla mattina.
          Come se dopo notte
          arrivasse il capodanno.
          E il battere di ciglia di qualcuno
          mi porta a giorno fatto.
          E sono tutti intorno a me.
          Spenti e stravaccati,
          sopra divani pazienti
          ad osservare dai vetri del locale
          l'esercito inquadrato di fedeli
          intenti a marciare verso il tempio per pregare.
          Anche per loro.
          Composta venerdì 5 giugno 2015
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Al Dio ignoto

            Ancora, prima di partire
            E volgere lo sguardo innanzi
            Solingo le mie mani levo
            Verso di Te, o mio rifugio,
            A cui nell'intimo del cuore
            Altari fiero consacrai
            Chè in ogni tempo
            La voce tua mi chiami ancora.

            Segnato sopra questi altari
            Risplende il motto "Al Dio ignoto".
            Suo sono, anche se finora
            Nella schiera degli empi son restato:
            Suo sono e i lacci sento,
            Che nella lotta ancor mi atterrano
            E, se fuggire
            Volessi, a servirlo mi piegano.
            Conoscerti voglio, o Ignoto,
            Tu, che mi penetri nell'anima
            E mi percorri come un nembo,
            Inafferrabile congiunto!
            Conoscerti voglio e servirti!
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Fresche di fiumi in sonno

              Ti trovo nei felici approdi,
              della notte consorte,
              ora dissepolta
              quasi tepore d'una nuova gioia,
              grazia amara del viver senza foce.

              Vergini strade oscillano
              fresche di fiumi in sonno:

              E ancora sono il prodigo che ascolta
              dal silenzio il suo nome
              quando chiamano i morti.

              Ed è morte
              uno spazio nel cuore.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Imitazione della gioia

                Dove gli alberi ancora
                abbandonata più fanno la sera,
                come indolente
                è svanito l'ultimo tuo passo
                che appare appena il fiore
                sui tigli e insiste alla sua sorte.

                Una ragione cerchi agli affetti,
                provi il silenzio nella tua vita.

                Altra ventura a me rivela
                il tempo specchiato. Addolora
                come la morte, bellezza ormai
                in altri volti fulminea.
                Perduto ho ogni cosa innocente,
                anche in questa voce, superstite
                a imitare la gioia.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Ora che sale il giorno

                  Finita è la notte e la luna
                  si scioglie lenta nel sereno,
                  tramonta nei canali.

                  È così vivo settembre in questa terra
                  di pianura, i prati sono verdi
                  come nelle valli del sud a primavera.
                  Ho lasciato i compagni,
                  ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
                  per restare solo a ricordarti.

                  Come sei più lontana della luna,
                  ora che sale il giorno
                  e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
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