Scritta da: Hannele
Sono il tempo,
sono un rapace,
sono la gabbia per topi
più sanguinante e veloce.

Solo il tuo presente,
il tuo futuro, il tuo mentire
e il tuo scappare.

Sono il vecchio passante,
il neonato scoprire
e dimenticare.

Sono una calibro nove,
un fucile o un pugnale.
L'arma più potente
di secoli lacerante,
di amanti urlante,
di madri speranti.

Speranza frattura nei tempi.
Anonimo
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    Scritta da: Hannele
    Pablo testimone di rabbia,
    testimone di sabbia,
    testimone di intemperie,
    testimone di barbarie.

    Una pioggia di sangue,
    un delitto di carne
    bianca latte
    senza parte.

    Un fiume di sangue,
    un terreno di carne
    rosso latte
    senza parte.

    Una storia di sangue,
    una piazza di carne
    verde latte.
    Speranze infrante.

    Un paese di sangue,
    una madre di carne
    nero latte.
    Nazioni infrante.
    Anonimo
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      Scritta da: Hannele
      Dio,
      dicci dove sei nostro dio,
      dicci come fai a restare fermo,
      immobile, inerme, stoico, esterno.
      Dicci come fai a vedere
      questo tuo sacro mondo cadere,
      distruggersi, cospargersi
      in pezzi ridicoli e sparsi.
      Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata,
      amata, adorata, venerata, giocata
      a dadi o in un'unica estrema puntata.
      Quest'America che si stende
      come un velo bianco e congiunge
      i due poli che reggono il mondo.
      Ma di poli in realtà nel profondo
      ne ha miliardi e continua a deteriorarsi
      nel nome di un baratto d'oro e intarsi.
      Quest'oriente e la cara mezzaluna
      solo i telegiornali al chiaro di luna
      occupa costante senza turbare
      nessuna mente che vada a pensare
      nel buio di una stanza al male che canta.
      Quest'infanzia lasciata e compianta:
      protezione, amore, luce, candore,
      dolcezza, arcobaleno, sole, tepore,
      Spariti rubati svaniti o devastati?
      Assenza di verbi e piccoli pianti
      di pace e abbracci fortificanti,
      tutto ribellato a questi falsi cantanti.
      La fame nei campi, la sete sui ponti,
      la stanchezza sui letti e la disillusione.
      Questa vecchiaia in contemplazione
      della morte e della pensione:
      le giunture si spezzano,
      la dignità spazzano,
      la passata felicità dimenticano.
      Questi valori imprescindibili
      sotto culi deplorevoli.
      Il nostro sangue svergognato
      una volta così rosso ambrato.
      Il nostro tono imbarazzato
      ferito e derubato,
      una voce squillante,
      quella del potere sfavillante,
      del petrolio culminante,
      del denaro o l'Aspromonte,
      del dolore mio regnante,
      del candore più buio e urlante.
      Dio, dicci dove sei,
      dicci come fai
      dicci se ci sei,
      dicci se farai.
      Dacci almeno il tuo stoico immobilismo
      o tienitelo quest'ultimo,
      siamo già barricati nel vittimismo,
      un orrido cannibalismo
      di futuro e nuovo umanismo.
      Anonimo
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        Scritta da: Hannele
        Amore è temere, amore è osare,
        amore è il suono che arriva dal mare.
        Amore è terra, amore è sole,
        amore è una nuvola in cui si rispecchia un fiore.
        Amore è saggio, amore è Berlino,
        amore è un vecchio che si riscopre bambino.
        Amore è neve, amore è seme,
        amore è l'immobilizzante abbraccio della neve.
        Amore è volpe, amore è gregge,
        amore è un miracolo di scelte.
        Amore è tempesta, amore è candore,
        amore è tenere la mano a un pazzo, o un sognatore.
        Amore è entrata, amore è uscita,
        amore è il tuo dolce passo nella mia vita.
        Amore è libero, amore è volo,
        Amore è felicità emanata da ogni poro.
        Anonimo
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          Scritta da: Hannele
          Non sei ma rimani
          Non puoi ma ti tengo
          Non vuoi ma ti spingo
          Non ti ho ma ti voglio.

          Non sei ma ti sento
          Non sei ma ti vedo
          Non sei ma ti odo
          Non ti ho ma ti voglio.

          Un'illusione perenne:
          ti silenzio, ti reprimo
          ma resti inerme e solenne.
          Non sei ma batti.

          Batti feroce fugace
          improvviso disarmante
          tenue sorprendente
          dolce devastante.

          Batti in un cuore freddo
          Batti in un corpo steso
          Batti in un sogno caldo
          Batti in un fuoco acceso.
          Anonimo
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            Scritta da: Hannele
            Diventerò pazza
            a furia di pensare a questo vuoto di piazza,
            abbandonata e silenziosa
            come una vedova ancora sposa.
            Diventerò pazza
            continuando con questo gioco di voglie
            che esclude ogni colpo alle colpe
            come innamorate ma sole colombe.
            Diventerò pazza
            a pensare a quanti tuoni sogni e fiocchi rosa
            avresti accolto e cullato in una rosa
            come rondine che si posa.
            Diventerò pazza
            restando su una vettura o mano invisibile,
            rifiutando una realtà di cemento infrangibile
            come una statua dormiente ma fragile.
            Diventerò pazza
            ma permango in questo mare di lacrime,
            una mancanza di cenere,
            un dolore di favole.

            Hannele.
            Anonimo
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              Scritta da: Hannele
              Dio,
              dicci dove sei, nostro dio
              dicci come fai a restare fermo
              immobile, inerme, stoico, esterno.
              Dicci come fai a vedere
              questo tuo sacro mondo cadere,
              distruggersi, cospargersi
              in pezzi ridicoli e sparsi.
              Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata,
              amata, adorata, venerata, giocata
              a dadi o in un'unica estrema puntata.
              Quest'America che si stende
              come un velo bianco e congiunge
              i due poli che reggono il mondo.
              Ma di poli in realtà nel profondo
              ne ha miliardi e continua a deteriorarsi
              nel nome di un baratto d'oro e intarsi.
              Quest'oriente e la cara mezzaluna
              solo i telegiornali al chiaro di luna
              occupa costante senza turbare
              nessuna mente che vada a pensare
              nel buio di una stanza al male che canta.
              Quest'infanzia lasciata e compianta
              protezione, amore, luce, candore,
              dolcezza, arcobaleno, sole, tepore
              spariti, rubati, svaniti o devastati?
              Assenza di verbi e piccoli pianti
              di pace e abbracci fortificanti
              tutto ribellato a questi falsi cantanti.
              La fame nei campi, la sete sui ponti,
              la stanchezza sui letti e la disillusione...
              Questa vecchiaia in contemplazione
              della morte e della pensione.
              Le giunture si spezzano,
              la dignità spazzano,
              la fallace felicità dimenticano.
              Questi valori imprescindibili
              sotto culi deplorevoli,
              il nostro sangue svergognato
              una volta così rosso ambrato,
              il nostro tono imbarazzato
              ferito e derubato,
              una voce squillante,
              quella del potere sfavillante
              del petrolio culminante,
              del denaro o dell'Aspromonte,
              del dolore mio regnante,
              del candore più buio e urlante.
              Dio, dicci dove sei,
              dicci come fai,
              dicci se ci sei,
              dicci se farai.
              Dacci almeno il tuo stoico immobilismo
              o tienitelo quest'ultimo,
              siamo già barricati nel vittimismo,
              un orrido cannibalismo
              di futuro e nuovo umanismo.
              Anonimo
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                Scritta da: Livido Nero
                Cambiare mi fa paura, non è nella mia natura.
                O almeno così dice l'oroscopo.
                Io invece dico che mi piacciono le radici forti,
                che preferisco avere un punto di partenza
                per poter puntare ad un traguardo,
                che voglio avere la certezza
                di un amore sincero accanto,
                che voglio la mia sedia a dondolo
                davanti al camino e accanto a lei,
                che voglio lavorare tutti i giorni
                per potermi godere il suo abbraccio
                quando torno sporco e stanco,
                che voglio avere problemi
                per trovare la forza di risolverli
                e guardarmi nel riflesso d'uno specchio
                felice d'avercela fatta ancora.
                Sono un cacciatore di certezze,
                aveva ragione l'oroscopo!
                Anonimo
                Composta giovedì 17 ottobre 2013
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                  Pensieri di vita

                  Rivelati con sincerità, senza remore che imbrigliano il pensiero;
                  senza paura di peccare, svelati, con la tenerezza che hai dentro,
                  come erba spontanea che ricresce anche dopo essere stata recisa;
                  sfoglia la tua anima, tra pagine amare cerca quelle senza lacrime,
                  cogline il sapore,
                  lascia che chi ami possa specchiarsi dentro e capire;
                  abbandonati alla voce che richiama la forza, che sprona ad avanzare anche nelle tenebre,
                  che mette a nudo la tua umiltà, che ti fa scoprire grande nel tuo essere piccolo,
                  che ti fa sentire ricco nella povertà, che ti eleva e trascende le cose che non vivono di luce;
                  ascoltati nel silenzio della notte, quando affiora l'immagine di te
                  appesantita dal fardello di pensieri vuoti;
                  lasciati penetrare dalla luce di chi si mette in ascolto del tuo cuore,
                  spogliati della diffidenza che inturgidisce lo spirito come gli acini d'uva sotto il sole d'oriente;
                  lasciati spogliare dal getto d'acqua della vita che ci veste di sete di passione agli occhi della luna
                  e abbandonati quando è arrivato il momento di spegnere le luci
                  che non ha più senso lasciare accese!
                  Anonimo
                  Composta lunedì 23 settembre 2013
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