Scritta da: Angela Randisi
   in Poesie (Poesie d'amore)
Un giorno d'inverno
Mentre fuori piove
la fiamma del camino
riscalda mani e cuori,
e una scintilla d'amore
appare... prima dell'alba.
Composta domenica  6 dicembre 2020
Mentre fuori piove
la fiamma del camino
riscalda mani e cuori,
e una scintilla d'amore
appare... prima dell'alba.
Vorrei essere il tuo mare
quando scende la sera.
Vorrei essere il tuo letto
quando riposi.
Vorrei essere il maestro delle onde
per creare la tua musica più bella.
Vorrei essere il tepore del sole
per riscaldare il tuo corpo.
Vorrei baciarti dolcemente
sotto le luci del tramonto.
Vorrei cullarti sul mio petto
per trasmetterti il battito
del mio cuore.
In questo momento
vorrei amarti fortemente
sotto questo cielo.
Vorrei tanto...
Vorrei ancora essere
il tuo seducente profumo.
Vorrei essere la tua alba,
il tuo sole, il tuo tramonto,
la tua luna, le tue stelle,
il tuo sogno.
Vorrei essere il tuo specchio
per riflettere la tua bellezza.
Vorrei ancora essere
tanto, tanto, per te...
Vorrei essere
tuo per sempre.
L'aria acre di questa stanza mi parla di te,
mi avvolgo nel tuo profumo
che sale fino a farmi sognare.
Stringo i lembi delle lenzuola ormai fredde
che sembrano svanire nelle mie mani.
Una tua parola sfuma nella stanza
che comincia vorticosa a girare.
La sigaretta si consuma sola
nel posacenere ormai colmo.
Di te la mia testa sogna.
Di te il mio cuore urla.
In ogni battito appari tu.
Il mio cuore sfugge alla mente
che non placa la voglia di te.
Ormai esausti in un circo di sentimenti
che non ha mai fine.
Ho già la testa a mille...
e il cuore...
e la davanti a te che guarda estasiato
e ti cerca...
in ogni tuo movimento e in ogni tua fragilità.
In ogni tuo sguardo sorridente o triste.
Pronto a cogliere l'attimo
in cui ci uniremo per sempre.
E allora tutto mi parlerà di te.
Questa volta salpo.
Ti lascio un addio.
Mi fisso alle tue vele
gonfie di retorica
dove ormai ogni ragione
è vana
Dove il rispetto
viene calpestato sulla dignità.
Dove creare e condividere
non significa niente.
C'è solo un senso... il tuo.
Ti lascio sui tuoi cuori.
Su pene e dolori.
Su passati scelti.
Su Sogni infranti affogati.
Calpestane un altro...
Non c'è coscienza
dove la speranza cessa.
Non esiste ragione ma egoismo.
Farò bagaglio di un Amore
e di un Leone mai nati
caduti senza grembo
da una vita confusa
dove fiducia e certezze
fungono da salvagente.
Li legherò a me
nella parte più buia del cuore.
Li porterò con me in questo viaggio.
Non pagheranno dazio.
Non pagheranno pene.
Li libererò in questo mare di emozioni
dove l'amore non ti ha cambiata
ma solo logorata.
Rimani lì aggrappata alle tue vele.
Io scendo qui
dove ogni gabbiano
spicca il volo sorridendo al sole.
Sono dentro di te, in un mondo di pace.
Il profumo si sente sempre di più.
Asprezza e disprezzo mi travolgono.
Più che pace è guerra.
Una storia d'amore senza tregua.
Sarà quel che è ora.
Non solo, non altro.
Mi lasci mentre
piango in un
letto di spine,
ti ripeto
che ti amo anche
se è la fine,
è ancora amore
anche nel dolore,
sarai la mia
ultima ferita
che porterò dentro
per tutta la vita.
Apro gli occhi e vedo te,
immersa nel sonno,
mi avvicino e sento il tuo respiro caldo,
il tuo profumo la tua immensità,
chiudo gli occhi
e ascolto il tuo respiro,
calmo tranquillo mi sembra che stai, viaggiando su una nuvola che ti trasporta, nell'immensità del mare calmo e tranquillo.
Ti guardo e sorridi
vorrei anch'io entrare nei tuoi sogni,
ti farei ammirare l'universo per vedere i tuoi occhi brillare, di meraviglia, ti terrei stretta. Sul mio cuore per non farti andare via.
Ti afferrerei per mano dicendoti non ti chiedo di amarmi ma fidati di me.
Viaggiamo nel giardino dell'amore.
Il mio corpo ha conosciuto la parola violenza,
il mio cuore ha soffocato nel dolore,
la mia anima ha poggiato il viso nella vergogna.
Sono stata il gioco di un vile uomo
per il tempo di un suo fottuto orgasmo,.
E miliardi di parole che riposano nella mia mente
trovano il vuoto che ancora provo
inerme su questo asfalto.
E ora? Cosa sono io?
La fatica a trattenere il respiro?
Il sorriso che non saprò più donare?
Ora io, non so disprezzo la mia rabbia
e non so sognare più l'amore eterno.
Ho soltanto il tanfo di quella bestia tra le carni,
il puzzo della sua crudeltà,
Dannato sia per sempre
come per sempre lui mi ha dannata.
Ma che posso fare?
Ho paura! non so gridare.
Mi aggroviglio nel mio terrore
aspettando chi, mi possa salvare.
Colpisce duro il dolore,
tra le mani di chi confonde la violenza
con l'amore.
Violentata e Uccisa da l'incontrò di quell'uomo
prigioniero della sua stessa crudeltà.
Padrone di tutto
ma non della sua anima,
mentre sul viso si arrende un'altra lacrima.
Chiede respiro il cuore,
chiede tregua il corpo.
Su pianti Salati e amara disperazione.
Ora conosco la morte, pur restando in vita
il vento non riuscirà ad asciugare un anima bagnata,
e perdo la fede
in quel Dio inerme... nel vedere
il mio violato corpo in un dolore atroce
che mi inchioda alla sua croce.
Sono nata Donna e non ne sento la colpa.
Tutto ti annuncia
Il ramo fiorito tra gli interstizi
nel turchino respiro
la quiete del sole velato
di nuovo intravisto
Nel giardino in profferta di dono
si duplicano, accese e caduche,
stelle immortali a grappoli.
Metti in chiaro anche l'ultima nuvola
riottosa ad andarsene e
sceglila per farmi d'amore
Non ho scarpe oggi
ma ali fluorescenti di libellula
dove mi porterai
vige la libertà dei fiori
che appartengono all'aria
e noi al cielo.