Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie d'amore)
Avidi di silenzio
gli occhi colmi di felicità
disperdono le parole.
Non serve poi il troppo all'amore
in un'osmosi dell'attimo.
Composta sabato 10 giugno 2017
Avidi di silenzio
gli occhi colmi di felicità
disperdono le parole.
Non serve poi il troppo all'amore
in un'osmosi dell'attimo.
Non ho più altro da lasciarti
nove rose di carezze
una cartolina del mio passaggio dove ci siamo conosciuti
quel nastro che mi porterà a te nell'oltre
ed una lettera
ma dentro mi mancavano le parole
perché non ho mai saputo dirti ti amo come tu volevi.
Accedo a versi belli del tuo sito
e melodie di immagini di velo
che continuo a sfogliare dietro il web,
quando cala il sipario
da sonnoveglia avvolto sul cuscino
e nottetempo a luce delle stelle
illuminata da magia del cuore
giochi con l'onda dolce, mi conduci
fino alle vertigini di sogni
dove traspare nuda la tua pelle...
ma è soltanto una foto
che ha preso gli occhi al mare
ed i capelli luminosi al sole
ed ha scolpito l'anima coi versi
fino alle note dolci del mattino
dove perfino l'alba che accarezza
la fronte di pensieri si commuove.
Più che una
cometa
sei una stella
più del fiume
l'oceano
più del sole
la vita
oltre la vita il sogno
e poi di nuovo
vita.
E poi c'è il mondo spento ed incolore
che torna a splendere di luce calda e intensa
C'è di buono la tua pelle
Il tuo profumo mi accarezza
dentro nel profondo
In quei silenzi vorrei stringerti
e dipingerti
vestirti di emozioni
in uno scenario nuovo e magico
dimenticando il tempo
sognando giorni
che possano distinguersi
che possano essere eterni
di solo amore puro
di amore che commuove
dimenticando il resto
che superfluo è sempre stato
così mi immagino la vita
ed il tuo nome che la illumina
ti sceglierei ancora
dolce anima speciale.
Mani
che si sfiorano
dolcemente
raccontano
l'inizio
di una poesia senza fine.
Mani
come musica
che incanta
due corpi innamorati
respirarsi la pelle.
Mani
come fotografia perfetta
che non conosce tempo.
Nelle nostre mani
è racchiuso il mondo
che abbiamo scelto di vivere.
Portiamoci ovunque
fino al prossimo incontro.
Ti chiedo un qualche soffio per volare,
non arrossire anch'io non voglio il sole,
voglio restare muto dietro il velo
perciò ti cerco nei momenti scuri
dove le stelle brillano più forte
lasciano un verso dolce che raccolgo
nella notte del cuore.
Se potessi scavare nei ricorsi
quando il sole compare dietro nubi
forse incontrerei il tuo sorriso,
forse potresti tendermi la mano
ma la nebbia ha coperto tutto il cielo
non lascia intravedere l'orizzonte
perciò vorrei trovare
nel tuo spazio infinito un qualche verso
che possa suggerirmi una candela.
Scusami perdono se mi affaccio
così improvviso senza competenze,
forse perché ho trovato nel tuo cuore
un mare grande
dove si può nuotare dolcemente
senza la paura di affogare.
Nelle mani stringevo un mazzo di fiori,
nell'altra un ricordo inventato.
Son io che ti ho resa muta e perfetta,
bella come quel viaggio che nega alla meta
il suo bacio.
Ti incontro, ma mi manca il respiro
se accade
e in un attimo il vivere,
diviene per me solamente un
errare distratto.
Ho corso per esser da te
un miliardo di passi più in là
e abortito sul nascere magnifici istanti
privando ai miei occhi quel lampo che era guardarti.
L'ho fatto, così che avrei potuto un giorno guarire,
e salvarmi, null'altro.
L'esilio è una donna che puoi possedere soltanto a metà,
il doverne far senza e sorridere ancora
erge sbarre crudeli tra me e il mio profondo.
Io ne porto il fardello e sconto di tutte
la pena più aspra,
essere il martire e al contempo
il mio duro carnefice.
Dimmi
ricordi il tempo
delle nostre fioriture?
Giardini olezzanti
erano le nostre ore
fluttuanti nel sogno
e nell'immaginazione
da vivere in scale danzate
ergentesi
alla luce del cielo
a rinverdire sempre
il nostro magico incanto.
Capelli al vento,
fusioni di respiri,
sussulti a scatenare
tempeste d'emozioni
avvinte al cuore.
Speranze nel nostro domani
di vita fulgida e perfetta
nella beatitudine e nell'amore
con mani che camminassero unite
in una simbiotico connubio d'amore.