Le migliori poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

Un Giorno

Accoglierai, un giorno
la saggezza delle Vette,
capirai i quesiti degli Oceani
la dolcezza delle Tempeste.
Rispetterai il Vento
e ogni sudicio fiore,
manterrai i segreti
di ogni Fiume.
Non sarai più in grado
di sfamare la Rabbia
dissetare Vendetta,
aiuterai il Cielo a navigare
gli errori a naufragare...
lo vorrai un giorno e
quel giorno
ti chiamerò Uomo!
Composta mercoledì 24 ottobre 2012
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    Scritta da: Michele Gentile

    Ancora

    Se credi sia giusto
    se trovi la forza di non voltarti
    guardare in faccia la notte più buia
    mentre te ne vai
    uccidimi pure.
    Strappa le pagine dei nostri giorni
    e falle volare via,
    qualcuno potrà trovarle
    riscrivere nuove Estati.
    Se pensi sia giusto
    se trovi una lacrima
    che gioca col vento
    mentre ami
    dimenticami pure.
    Cancella ogni dubbio dal vostro abbraccio
    soffoca tutte le ombre,
    qualcuno verrà a perdonare
    disegnando nuovi incontri. "
    Se trovi sia stupido
    quando invochi le stelle
    a ritorno da un sogno
    mentre maledici il tuo nome
    cercarmi ancora,
    colora i miei sorrisi con il tuo ritorno
    allontana il freddo
    starò già aspettando
    tra le braccia della nostalgia."
    Composta giovedì 6 dicembre 2012
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      Scritta da: Michele Gentile

      Il pianto del Lupo

      Luna che sorgi
      parla al suo cuore
      raccogline le lacrime.
      Asciuga quel pianto.
      Il Lupo è ferito.
      Non sa più gioire della notte,
      le nubi dell'orizzonte pesano
      come roccia sulle rose del tempo.
      È stanco
      È solo,
      in fuga dalle ombre
      non vuole più correre.
      Quanta neve cade dal Nord
      Imbianca le torri degli uomini
      E lui una tana più non ha,
      il gelo veste la valle
      lui rimane immobile.
      Quanta vita si perde a Sud
      L'inganno della speranza,
      e lui più speranze non ha,
      il silenzio governa la piana
      lui ti sta pregando.
      Luna che lo hai amato
      accompagnalo in questo viaggio
      accarezzane il respiro
      l'ultimo,
      di un'alba che non lo troverà.
      Composta domenica 3 febbraio 2013
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        Scritta da: Michele Gentile

        Fragile

        Non ti accorgi, non sai
        quanta poesia indossano i tuoi sguardi.
        Quando corteggi i vasti orizzonti
        che s'inchinano al tempo,
        lembi d'azzurro derisi dal vespro
        null'altro che misera grandezza.
        Non vedi, non puoi
        comprendere quanti giorni
        doni al mio passato
        quando plani sul cristallo della sera
        e dipingi la perfetta traiettoria
        in direzione dei miei abissi.
        Tu,
        maestosa vela
        spiegata verso il rimpianto,
        non sai, non ti accorgi
        di come io sia,
        senza il tuo amore,
        la più fragile delle notti.
        Composta martedì 14 maggio 2013
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          Scritta da: Michele Gentile

          Nel vento

          E giungesti a me
          come di brezze un capriccio,
          arrendevole sorriso
          quando ti donai una rosa.
          Rossa
          come i vespri
          come sangue...
          il cuore mio.
          Accettasti le mie promesse
          fremente di vita,
          all'ombra di un abbraccio
          le tue labbra si schiusero.
          Nel vento, ora
          come petali
          le tue carezze volan via
          e quella rosa
          rossa
          come i vespri
          come sangue
          a nessuna mai
          più donerò.
          Composta giovedì 18 luglio 2013
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            Scritta da: Michele Gentile

            Via capo soprano

            Non si cresce senza lacrime
            non si sceglie il cielo
            sotto cui sbagliare.
            Sopravvissuti
            al giorno
            qui
            cavando gli occhi al cuore
            quando la promessa delle onde
            si vendeva al peggiore offerente.
            C'era poco da fare,
            molto da sapere
            memorie di un passato,
            dolore presente.
            Forse l'abisso
            a riempire il vuoto
            di un fiore
            partito per l'inverno
            senza fiatare.
            Eravamo noi, vite improvvisate,
            ricchezza depredata
            ai confini della sera,
            accampata alla bene e meglio
            sul ciglio della strada,
            impossibili,
            difettosi,
            noi
            scortati da un sole amaro
            già andati chissà dove
            gli ultimi,
            le ombre
            di via capo soprano.
            Composta lunedì 25 novembre 2013
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              Scritta da: Michele Gentile

              Arresta il Sistema

              Alla tua
              perché la mia
              se n'è già andata,
              oltralpe, seguendo il flusso
              che migra sulla solita strada.
              Arresta il Sistema
              senza aggiornamenti
              se non lo fai adesso
              poi te ne penti.
              Alla sua
              perché la tua
              se la son già presa,
              oltremodo, picchiando quella offesa
              che legge, pensa e lotta,
              che insomma, non s'è arresa.
              Arresta il Sistema
              senza aggiornamento
              se tardi ancora un po
              ci pensa il parlamento?
              E fai una foto che te la fanno
              e fai una festa che te la fanno
              ti piace tanto e condividi il danno
              che questi grattano e vinceranno.
              Alla nostra, all'agorafobia
              al sangue del tuo sangue
              che si diverte e spia,
              abiurando Bury
              ci si allena per garzon
              palleggiando senza testa
              facce a faccia sull'iphone.
              Arresta il Sistema
              prima del contrario
              arresta il Sistema
              senza far rumore
              arresta il Sistema
              che peggio di così
              si muore.
              Composta martedì 5 novembre 2013
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                Scritta da: Michele Gentile

                Hanno ucciso tutti i poeti

                Da non crederci
                me l'ha detto Barbara,
                dopo l'ultimo cliente.
                C'era gente, si
                parecchia gente in strada
                impiegati, dottori, cravattari
                qualche spicciolo di sole
                un piatto di vongole e calamari.
                Io non volevo crederci
                me l'ha confermato Maddalena
                con l'ultimo cliente.
                C'era gente, si
                parecchia gente in piazza
                insegnanti, operai, palazzinari
                qualche spicciolo d'amore
                un piatto di carciofi e un paio di spari.
                Continuavo a dubitare
                mi ha svegliato Veronica
                prima che arrivasse il presidente.
                C'era gente, si
                parecchia gente a casa
                pensionati, poliziotti, cassintegrati
                qualche spicciolo di santità
                un piatto di minestra e un manipolo d'ingrati.
                Dio non voleva crederci...
                Composta venerdì 8 novembre 2013
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                  Scritta da: Michele Gentile

                  Pensiero

                  Qui ricordo te
                  fra le cose più semplici.
                  Nelle carezze che la sera
                  dedica alla fatica,
                  nelle parole che il vento
                  insegna al mare.
                  Qui mi vieni in mente
                  distante da gioie indiscrete,
                  riflesso d'ombre
                  che spaventa il mattino,
                  ferita inferta
                  per lacrimare in eterno.
                  Qui torni a trovarmi
                  tra le cose più belle
                  quei giorni
                  dove non sono più.
                  Composta domenica 1 dicembre 2013
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                    Scritta da: Michele Gentile

                    Lupo

                    Governa l'inverno.
                    Mesta è la sorte
                    del viandante
                    per cieli d'ambra.
                    Orme di ombra
                    nel bosco
                    pallidi sogni ove
                    riposano uomini
                    senza memoria.
                    Canta la notte
                    nel vento, una luna
                    spettro d'amore
                    sincero richiamo
                    alle porte del mare.
                    Libera echeggia
                    la selvaggia voce
                    promessa sposa
                    al silenzio
                    frastuono di pace
                    sulla pelle dei giusti
                    sussurra impavida al cuore...
                    "il lupo non muore".
                    Composta sabato 14 marzo 2015
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