Le migliori poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

edera

Persino la paura teme
la fierezza dell'ignoto
che non si piega ai desideri,
alla speranza.
Non si intenerisce
dinanzi a promesse di complicità
ma potente
ruggisce
dal ferro del futuro.
Ed io,
misero viandante
solo posso farmi governare
nel cuore del cammino
dalla bruma di mare,
ascoltare memorie d'edera
che s'intrecciano ai miei anni
come stelle intorno a un sogno.
Composta venerdì 21 dicembre 2012
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    Scritta da: Michele Gentile

    Linea di confine

    Già segnata,
    scolpita
    marcata
    dall'orina
    di un'anima dalmata.
    Laggiù
    ad un passo dalla battaglia
    che s'espande pesante,
    il disprezzo scalcia
    nella pancia del mattino.
    Equilibri che cadono
    vittime di guerra
    sulla linea di confine
    tra due terre
    care e straniere
    abili galassie
    a nascondersi
    per poi collidere.
    Migrano sovente
    popoli e parole
    su convogli di enigmatiche città.
    Non tutti reclamano le chiavi
    di questa parte di mondo,
    colonne di un Ercole
    dal cuore di piuma.
    Composta venerdì 28 dicembre 2012
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      Scritta da: Michele Gentile

      Calice

      Ecco i miei nuovi confini
      le severe distanze.
      Un calice d'oscurità
      tutto per me
      il perfetto brindisi
      d'addio.
      Immobile il respiro,
      tramortito dal crollo
      interrotto soltanto dal pianto del mattino.
      Ora non importa
      conoscere la cura,
      immaginare isole
      oltre la follia.
      Oggi è necessario partire
      senza invocare il crepuscolo.
      Composta mercoledì 12 dicembre 2012
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        Scritta da: Michele Gentile

        A Mare Maria

        Non credo sia la cosa giusta
        non è mica colpa sua
        se ti ostini ad andare in crociera.
        Qui si naviga a vista,
        la fede imbarca acqua e
        loro non sanno nuotare.

        Ma poi... Maria,
        non credere che non sia
        possibile inventare
        nuovi vizi a colazione,
        è dal principio che siamo alla frutta!

        Cosa ne sa un figlio del proprio cuore
        se guarda più al futuro
        che al trapassato?

        Tuttavia
        per Maria,
        scattiamo qualche foto.
        Croce e delizia tra quelle dune
        troppa sabbia negli occhi;
        in comunione solo un'immensa solitudine.

        Comunque lo sa Maria,
        il Capitano ha segnalato l'avaria,
        è perfettamente inutile continuare a piangere.
        Di scialuppe ne vedo poche...
        conviene tuffarsi in mare,
        senza gabbiani e senza rotte
        terra... è una bugia
        che non può più raccontare.
        Composta venerdì 18 gennaio 2013
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          Scritta da: Michele Gentile

          Se piango per te

          Ho preferito ali d'Icaro
          ai passi del grano
          imparando la danza degli inverni
          solo per abbandonare gli dei.
          Così
          se piango per te
          è colpa della luna
          della sua tristezza.
          Vuole scrivermi
          lettere discrete
          da nascondere
          allo sguardo dei sapienti.
          E' colpa del vento
          che riesce a trovarmi
          quando smarrisco
          la strada di casa
          per soddisfare
          i piaceri della ragione.
          Se piango per te,
          Madre mia,
          è per questi mari
          che riposano
          soli
          nei versi dei poeti
          illudendosi
          d'esser ancora vivi.
          Composta lunedì 3 marzo 2014
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            Scritta da: Michele Gentile

            Ordalia

            Sventurata terra mia
            non basta la sera quando
            sboccia l'oblio.
            Non ha fine il crudele duello,
            un midollo di spine
            ci porterà a tradire
            il tempo che rimane.
            Voglio raccontare
            un fremito
            di furibonda luna,
            dimenticato per sempre,
            spazzato via dalla carne.
            Disperati noi dimoriamo
            il tormento
            che ci ha risparmiati;
            in questo ventre
            di nuove liturgie
            non esistiamo,
            dai giorni
            che lenti si consumano
            affiora solo la pietra.
            Composta lunedì 4 dicembre 2017
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