Le migliori poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

Arcadia

Severi silenzi
sonori.
Intere distese
di croci
laconico addio,
fugaci.
Care, vetuste ombre
volgo alla sacra Vetta
e urlo alle memorie
un antico idioma.
Possa questo sguardo
trovar pace,
dissetarsi, comprendere
fiori di mare.
Distante dal cuore
il selvaggio cardo
ebbro di altari
muore tra le mie dita;
è ancora giorno.
Composta sabato 13 dicembre 2014
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    Scritta da: Michele Gentile

    Alda Merini

    Pensando al senso profondo della poesia,
    alla dolcezza
    alla malinconia,
    al dolore e alla felicità di comporre versi,
    provo ad immaginare una porta che si apre
    una casa che mi accoglie
    sorridendo tra l'odore acre di una sigaretta
    e il frusciare di fogli bianchi da riempire
    con la bellezza di un nome.
    Quella porta, quella casa, quel nome
    Alda Merini.
    Immagino una vita vissuta in pieno
    con tutte le tonalità e le sfumature possibili,
    con la consapevolezza di esserci e darsi
    con una finestra spalancata sul bene
    e il sapore di fogli bianchi da incidere con lo stupore di un nome.
    Quella vita, quella consapevolezza, quel nome
    Alda Merini.
    Nessun titolo di coda, parole senza confini
    fanno rotta verso un mare di poesia.
    Le vele sono rime
    il vento mi spinge a largo
    per trovare il giusto equilibrio
    tra pace e tempesta.
    Getto l'ancora in queste acque
    mi faccio cullare dalle onde del tramonto,
    vedo isole che mi accarezzano la pelle.
    La notte avanza e il faro dalla scogliera porta in salvo il mio cuore.
    Quelle onde, quelle isole, quel faro
    Alda Merini.
    Composta venerdì 24 aprile 2015
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      Scritta da: Michele Gentile

      La cattedra di Keating

      Amo perdermi nella natura,
      riscoprirne ogni volta
      il significato più profondo
      della sua bellezza.
      Non giudica,
      non condanna
      parla di libertà e amore
      con parole semplici,
      si accontenta di sguardi fugaci.
      È la cattedra di Keating
      la mano che orienta le mie scelte.
      Mi commuove il suo abbraccio.
      La sua voce
      mi convince
      di avere ancora
      qualcosa in comune
      con questo mondo.
      La sua voce
      è nobile tempesta
      di pace
      sulla mia pelle di viandante.
      Composta lunedì 25 agosto 2014
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        Scritta da: Michele Gentile

        4 gennaio

        Chiesi aiuto
        la quiete intorno
        suggeriva l'impossibile.
        Il solito crinale
        la solita finestra,
        un uomo già piccolo
        sulle spalle del mattino.
        Del cammino che mi ha lasciato tornare
        apprezzo la cinica, lucida
        esposizione dei fatti.
        Una mia parodia in scena
        appetibile tragedia
        si consumava
        alla luce del sole.
        Immune al domani
        divenni impalpabile,
        necessario.
        Erede al trono
        di una fine negata,
        raccolto di sterili regioni
        sono in pace con le mie catene.
        Composta lunedì 4 gennaio 2016
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          Scritta da: Michele Gentile

          Mamma rabbia

          Erano giorni disperati,
          comprati a poco prezzo
          da un padre che non aveva null'altro da offrire.
          La rabbia mi ha salvato
          non mi ha reso migliore,
          mi ha semplicemente salvato
          e oggi, a chi si arrende
          a chi crede ancora alla morte
          e se la fa amica
          quando non ha più niente da scrivere
          nessun ballo da fare,
          auguro quella stessa,
          preziosa,
          fedele,
          mamma rabbia.
          Composta sabato 16 agosto 2014
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            Scritta da: Michele Gentile

            Pace

            Non avevo dominio
            sui Signori del vento.
            Sortilegi accennati
            dai tiranni del silenzio
            ritrovavo incisi
            sulla nuda pelle.
            Ingiurie
            eredi di asservite labbra
            lame pronte
            a sferrare il castigo mortale.
            Stesso sangue
            stessi fiori,
            lo stesso lenzuolo di stelle.
            Perché mai
            non issare aurore di pace?
            Ladri e poeti,
            muta campana
            pregate ora per altri cuori,
            il mio
            ha imparato ad amare.
            Composta venerdì 18 aprile 2014
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