Poesie inserite da Gianluca Cristadoro

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi e in Diario.

Scritta da: Gianluca Cristadoro

Vivrò, forse

Vivo di fiammate e apatia,
esaltazione e sconforto,
di pane e illusioni,
d'amore e distacco.

Vivo di accenti e atonie,
d'impulsi e di noia,
di quella sete di tutto,
di quella voglia di niente.

Vivo di vuoti e vivo di slanci,
della clausura, in mezzo alla gente.

Vivo di sorrisi e parole al vento,
di angosce e utopie,
di terra e sospiri,
di numeri e grida.

Muoio e rinasco.
Piango e risorgo.
Composta giovedì 13 dicembre 2018
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    Sospensione

    Spariglio le pieghe dei ricordi,
    di tue dolci armonie attendo l'incanto.

    Non un sospiro ci sorprenda e ci illuda,
    non una lama brami lacerare le mie carni.

    Un giorno, forse, l'anima priva del suo corpo
    rimpiangerà l'amore negato.

    Ma ora sei tu a fermare il tempo, l'energia che prorompe e va oltre i sensi, il contrito stupore.

    Sospeso nel tempo ammiro
    l'Eterno e la memoria che fugge da sé.
    Composta mercoledì 12 dicembre 2018
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      La sveglia

      Quel dì che la mia sveglia trillò forte
      ond'io non ne potei già più d'udirla
      che mente pronta schiuse le sue porte
      a idea che proverovvi appresso a dirla.

      La qual mi sopraggiunse all'improvviso
      nel mentre che pensai ad uman destino
      dei tal che mille smorfie in su pel viso
      straparlan sott'i fumi d'un buon vino.

      Costoro, finché orecchie dei presenti
      riescano a soffrir la tiritera,
      continuano a mostrar le fauci e i denti.

      Sì come mano amica con riguardo
      poi strozza di parole il lungo effluvio
      tramai per sveglia un simile traguardo.
      Composta giovedì 22 novembre 2018
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        Buonanotte

        Buonanotte dolce bimba
        dal tuo babbo che carezza
        le tue gote rosse e ingenue
        la purezza del tuo dire
        dei tuoi occhi la dolcezza.

        Buonanotte bimba bella,
        ti sia tenero il cuscino
        che ti stringe tutta notte
        e il peluche che ti confida
        i segreti dei suoi giorni.

        Buonanotte mio sorriso,
        gioia candida, mio amore,
        spenga il buio i tuoi pensieri,
        schiuda il sogno le sue porte
        voli in ciel la fantasia.
        Composta giovedì 23 marzo 2017
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          Ti ricorderai di me

          Quando di me non conserverai che ricordi sbiaditi,
          quando affiorerà il sottile dispiacere dell'incompiuto,
          di un amore irrisolto,
          del sostegno claudicante,
          allora, penserai alle canzoni cantate insieme a squarciagola,
          al goffo riscatto di quei rari spensierati momenti.
          Composta venerdì 3 marzo 2017
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Gianluca Cristadoro

            L'agnolo custode

            All'agnolo custode
            che Iddio me dette 'n dote
            je vorzi dije chiatto
            che stavo a uscinne matto

            cercanno dappertutto
            cor freddo e coll'asciutto,
            pe' mari, monti e anfratti,
            fra sorci, cani e gatti.

            "Andove t'annisconni?"
            Je urlai co' tutto er core.
            "Perché nun ma risponni?
            Me dichi si stai fori?

            O ppuro drento casa
            cercanno quarcheccosa,
            de sotto o nell'armadi
            o stai a gioca' coi dadi?

            C'ho vote le saccocce,
            lavoro nun se trova.
            Mi moje rompe l'ova
            e riempie de fregnacce.

            No scherzo der cervello
            o 'n zogno ad occhio aperto?
            Lo sguardo arzanno sverto
            vedetti capoccello.

            Da nuvola se sporze
            e sbadijanno arquanto
            ste frasi me rivorze:
            "Chi è che strilla tanto?

            Nun vedi che riposo,
            è fermo sindacale.
            E' sciopero che sposo,
            qui stamo tutti male.

            Ner tempo ch'è passato
            de agnoli era zzeppo,
            c'ognuno santo è stato
            ma mo s'è perzo er ceppo!

            Ormai qui er celo è tetro
            semo agnoli ammalati
            e a troppi disgraziati
            dovemo staje dietro.

            Ma tu che te lamenti
            e ggnente da fa' c'hai,
            nun è che te la senti?
            Na mano me la dai?

            Der santo nun c'hai stinco
            nun devi preoccupatte.
            Io l'artri li convinco,
            Tu inizzia a preparatte! ".

            Sentenno st'orazzioni,
            grattati li scongiuri,
            penzai che i tempi duri
            in fondo erano bboni.

            Poi senza fa' rumore
            me misi drento a lletto
            e ar mio piu' dorce amore
            je sussurrai 'n bacetto.

            --------------------------------------------

            All'angelo custode che Dio mi donò
            volli dire chiaramente
            che stavo diventando matto

            cercandolo dovunque
            al freddo e con il caldo
            per mari, monti e luoghi angusti
            fra topi, cani e gatti.

            "Dove ti nascondi?"
            Gli urlai con tutto il cuore.
            "Perché non mi rispondi?
            Mi dici se stai di fuori?

            Oppure dentro casa
            cercando qualche cosa,
            di sotto o negli armadi
            o stai giocando con i dadi?

            Ho le tasche vuote,
            lavoro non si trova.
            Mi moglie è seccante
            e mi riempie la testa di sciocchezze.

            Forse uno scherzo della mente
            o forse un sogno ad occhi aperti?
            Sta di fatto che alzando prontamente lo sguardo
            vidi una testolina.

            Si sporgeva appena da una nuvola
            e sbadigliando non poco
            mi si rivolse dicendo:
            "Chi è che strilla tanto?

            Non vedi che riposo,
            Oggi e' giornata di sciopero sindacale.
            Ed è uno sciopero che condivido.
            Qui da noi c'è un malessere generale.

            Nel tempo che è  passato
            di angeli era pieno,
            anche perché ognuno di loro in terra è stato un vero santo,
            ma ormai sembra che i santi si siano estinti!

            Ormai qui l'ambiente è tetro,
            siamo tutti angeli sofferenti
            e malgrado cio' ci tocca soccorrere
            tanti sventurati come te.

            Ma tu che ti lamenti
            e non hai nulla da fare,
            non è che te la senti
            di darmi una mano?

            Non sei certo uno stinco di santo
            ma di questo non devi preoccuparti.
            Io gli altri posso convincerli.
            Tu pero' intanto inizia a prepararti! ".

            Sentendo questi discorsi,
            fatti i dovuti scongiuri,
            pensai che in fondo i periodi difficili
            non erano poi così male.

            Poi senza far rumore
            mi infilai a letto
            e al mio dolce amore
            sussurrai un bacio.
            Composta venerdì 11 settembre 2015
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Gianluca Cristadoro

              Speranza

              Non ho pianto per le tue lacrime,
              non ho gioito della tua allegria,
              non ti ho incoraggiato a vincere le tue paure,
              non ho parlato la tua lingua
              ma la mia, indifferente al grido di dolore
              soffocato dalla semplicità dì ogni tuo gesto.

              Ma ti ho ammirato.
              Ho rivisto la freschezza dei miei giorni migliori
              e assaporato una volta di più il gusto ìngenuo di utopie senza tempo.

              Ora la saggezza muove i miei cauti passi.

              Ora, mi farò guidare lungo il sentiero rischiarato dalla tua corsa spensierata.
              Vota la poesia: Commenta