Poesie inserite da Gianluca Cristadoro

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Scritta da: Gianluca Cristadoro

Una dedica...

A te che sei divino
A te che sai di vino
A te che sul divano
t'atteggi ad indovino
A te che svaghi vago
ricerchi su Trivago
A te che il nervo vago
ti duol leggendo un rigo
di questa filastrocca
che lirica non tocca
che vertici non tange
di sommi versi e piange.
A te che un po' impaziente
non te ne importa niente
di leggerne la fine.
A te che sei vacante
di ferie e non ne hai tante.
A te che sbocci adesso
A me che come un fesso
continuo e vado avanti
pregando anime e santi!
Composta mercoledì 30 luglio 2014
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    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    Il gattino ritrovato

    Un gattino senza padrone
    sotto un cespuglio pensò alle persone
    con cui viveva fin' al giorno prima
    ed ecco qui che faccio la rima.

    Si ritrovò senza più casa
    senza nessuno a cui fare le fusa.
    Ma poi un gran pianto lo colse a sorpresa
    finché una cosa del tutto inattesa
    avvenne un giorno
    che la tristezza
    tolse di torno
    e gli diede gaiezza.

    Un bel bambino venne a trovarlo.
    Mi pare che il nome di lui fosse Carlo.
    Si intenerì non poco alla vista
    di quel gattino chiedendo all'autista
    di prenderlo a bordo della limousine
    brindando all'evento un allegro cin cin.

    E fu così che quel gattino
    ricominciò dal primo mattino
    a far le fusa al suo nuovo padrone
    dimenticando quelle altre persone.
    Composta sabato 26 luglio 2014
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      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      Il pazzo sapiente

      C'era un pazzo stamani sul treno,
      la lingua spiegata e senza alcun freno
      I pensieri morbosi legati da un filo
      la storia di drammi vissuti all'asilo
      tormento di giorni passati a picchiare
      la testa sul muro cercando l'amore.
      L'amore sottratto al cuore di un bimbo
      che vita e speranza mai vide e l'assenza
      d'affetto materno sognando l'essenza.
      Prostrata la mente a membra ancor vive
      Addita la gente di colpe inaudite.
      Ma in quei suoi discorsi vaghi e stravolti
      tocca sul vivo la storia di molti.
      Composta mercoledì 23 luglio 2014
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        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        L'era dell'oro

        All'era dell'oro
        la lira era loro.
        All'era dell'euro
        la lira era loro.
        Allora dall'ira
        l'eroe con l'alloro
        la lira con l'oro
        a loro levò.
        Ma loro la lira rivollero
        e allora l'eroe
        con l'alloro né oro né euro
        più a casa trovò.
        Morale fu allora
        che lira e che l'oro
        tornarono a loro.
        Lallira lallero
        Lallira lallà.
        Composta domenica 6 luglio 2014
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          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          Itinerari notturni

          Domande che m'intridono sinapsi
          Non bastan ad indurmi della stipsi.

          L'adultera s'adultera da adulta?
          E la rabbia muta in scabbia?
          O si cela nella sabbia?

          È questo che mi chiedo
          se bevo o se mi siedo.

          Mentre trebbiatrice trebbia,
          lavorando nella nebbia.
          Navigando nello spazio
          mi ritrovo dentro il Lazio.

          Passo prima da Viterbo
          dove l'oste per me ha in serbo
          una zuppa fave e ceci.
          Vi rimango giorni dieci.

          Scendo giù e mi faccio un bagno
          a Bracciano e non mi lagno.
          Passo un attimo per casa.
          La famiglia ancor riposa.

          Per l'eterna città vago
          fugo appena acceso rogo
          nel bel mezzo di quel campo
          ch'è di fiori e non da scampo.

          Ad Ariccia vile miccia
          fa saltare la salsiccia.
          Sana invece è la porchetta
          se non usi la forchetta.

          Discendendo a Casamari
          non mi allaccio gli alamari
          recitando una preghiera.
          L'Abbazia mi guarda fiera.

          A Cori i coriandoli andò' li trovi,
          Li trovi nei rovi rovistandoli.
          Ad Ovindoli e Rivisondoli
          i gerundi son pungoli
          che sconfinano in Abruzzo
          con quel fare astuto e aguzzo.

          Risalendo su a Cassino
          mi sovvengono racconti
          di quel tempo un po' assassino
          che ha squassato mari e monti.

          Passo poi sul monte Viglio,
          lo spavento non mi piglio.
          Vedo gente giù che scia
          e mi sento a casa mia.

          Volo ancora e qui concludo
          atterrando in quel di Farfa
          mi riposo e non più sudo
          mentre l'occhio il verde arraffa.

          Quella luce mi risveglia
          guardo bieco quella sveglia
          che mi fa tornare in mente
          Ch'è mattina o bella gente!
          Composta giovedì 20 marzo 2014
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            Scritta da: Gianluca Cristadoro

            Er pavone

            Er satanasso se rivorse a me e me disse:
            "Tu te credi de me d'esse più bbono, de core e de faccia.
            D'esse spavardo e de fegheto avecce.
            Ma stamme a senti': Tu sei bbono sortanto
            a anna' 'n giro a fa' er pavone,
            a cerca de fatte 'na reputazione,
            a fa' crede all'artri che sei er mejo.
            Che nun te serve gnente e che da solo poi anna' avanti.
            Che nun vivi de nostargia e de rimpianti.
            Che co' la ggente ce sai fa'.
            Che conosci er monno e che a tutto poi arriva'.
            Bravo! Te meriti n'applauso.
            Tutti" n piedi a osanna "er campione.
            Noi pori cristiani miseracci,
            vestiti co' le toppe e 'n po' de stracci.
            Noi a urlatte tutti 'n coro - Li m***acci! -".
            Composta lunedì 17 febbraio 2014
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              Scritta da: Gianluca Cristadoro

              Una luce

              Abbandono un sentiero lungo e tortuoso.
              Sembrava senza sbocco e senza ristoro.
              Ho visto l'uomo cedere all'egoismo.
              Ho visto gente dal passo robusto avanzare, tirando dritto.
              Noncurante dei feriti ansimanti per strada e di me,
              fermo sul ciglio a ricucire gli strappi dell'anima.
              Ora vedo una luce in fondo al cammino.
              Vita nuova, nuove sfide.
              Con le stesse membra,
              con lo stesso cuore.
              Composta venerdì 7 febbraio 2014
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                Scritta da: Gianluca Cristadoro

                'Na pupa 'ncocciata

                A 'na pupa ‘ncocciata pe’ quer freddo che rodeva
                je vorzi di' 'n ber ggiorno che tanto me piaceva,
                e che quer muso lungo da la capoccia a tera,
                pe' laghi, mari e monti più mejo nun ce n'era.

                Pe' gnente io la cagno, ne' ori o lussi arquanti,
                perché c’ho drento ar core de desideri tanti,
                perché nun posso vive de pianti e de tristezze
                nè d'artre pupe affatto guardanno le bellezze.

                Alla mia pupa 'nvece je vojo dì 'na cosa:
                me piacerebbe tanto de prennete pe' sposa.
                Ma er tempo nun è ggiusto, de certo nun conviene
                e 'ntanto me consolo volendoje più bene.




                Ad una ragazza raffreddata per quel freddo che mordeva
                volli dire un bel giorno che tanto mi piaceva,
                e che anche cercando per laghi, mari e monti,
                non avrei trovato un volto più bello del suo.

                Per nulla io la cambierei, né ori, né lussi di alcun genere,
                perché dentro il cuore ho tanti desideri,
                perché non posso vivere di pianti e di tristezze
                né guardando di altre ragazze le bellezze.

                Alla mia ragazza invece voglio dire una cosa:
                mi piacerebbe tanto di prenderti per sposa.

                Ma non è ancora il momento giusto, di certo non conviene
                e intanto mi consolo volendole più bene.
                Composta sabato 5 settembre 1998
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