Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

I sensi dell'anima

I sensi dell'anima
si chiaman sentimenti
e siamo in tema
di patimenti.
Con la pietà
s'inizia a patire,
con la carità
si comincia a capire
ma è la bontà
che ti fa gioire.
La gelosia, invece,
ti porta all'invidia
e di risentimenti e rancori
pervieni all'odio
nel suo gelido squallore.
Solo se apri gli occhi
ti ravvedi, infin,
alla luce dell'amore.
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    Scritta da: Marilisa Menegatti
    in Poesie (Poesie personali)
    Come denigrare il tuo valore
    la tua bellezza
    quando beltà e valore
    sono le tue più grandi lodi?
    Nessun intrigo
    viene accolto da quest'anima.
    Nessun silenzio
    è più così dolce
    da riempire il silenzio.
    Forse il tuo disprezzo
    è così facilmente visibile
    nella nebbia
    nel buio di questi giorni
    nella tua indifferenza.
    Cos'ha fatto la mia mano di male
    se non scrivere versi?
    Forse tali versi
    privi erano di contenuti bennati
    o forse
    ne eran talmente colmi
    da spaventare
    anche la più grande entità esistente
    che al tuo orecchio ha suggerito
    di fuggire così a passo veloce.
    Sono solo una donna
    gentile, no di certo, è chiaro.
    Perché amaro è il mio disprezzo
    contro coloro che il rispetto
    lo hanno lasciato nel letto natio.
    Se solo tu potessi udire
    l'eco di quest'anima
    dichiarerebbe al tuo cuore
    mille e più volte
    un amore che non le è permesso,
    ma che le spezza il fiato
    tanto è grande, involontario e puro.
    Perciò mio amato
    non disprezzar me
    e nemmeno te stesso.
    Sei così valoroso nell'animo
    da meritare tutto il bene concesso.
    Come può biasimarti la mia anima
    tu sei te stesso soltanto
    ed è proprio te stesso
    ch'ella, la mia anima, ama
    quindi da te non può fuggire pertanto.
    Ed ora, mio gentile amico
    lascia che te lo ripeta ancora.
    Le tue tasche
    del mio amore sempre colme saranno
    perché della materia a volte verran private
    ma dell'infinito esse sempre si nutriranno
    anche se i tempi di gloria smarriti diverranno.
    Così il mio cuore
    valso un attimo di visione
    combatte e cede i suoi valori
    al più amabile di tutti gli splendori.
    Così la mia mano si arrese
    gettando nel fuoco l'orgoglio
    scribacchiando ancora questi versi
    senza la certezza che i suoi occhi
    gioire di essi potranno.
    Composta domenica 24 novembre 2013
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      Scritta da: Enrico Giuffrida
      in Poesie (Poesie personali)

      Il cantico della neve

      Nella notte bruna
      Al chiar di Luna
      Risuona il cantico della neve
      Della perla che vien giù lieve

      Fiocchi bianchi scendono,
      le mie labbra sorridono
      e intanto il paesaggio si purifica,
      la mia triste vita si addolcifica.

      Tutto si ricopre di un bianco manto
      Dal mio cuore si innalza un lento canto,
      che ringrazia e saluta il Signore,
      della neve l'assoluto creatore.

      Intanto gli alberi spogliati,
      magicamente vengono imbiancati;
      la natura si addormenta
      cadendo nella morte lenta.

      I cuori si raffreddano,
      come cemento si pietrificano;
      ma il mio cuore è diverso,
      dalla solitudine è emerso,
      per incontrarsi con la sua amata,
      che Dio l'ha mandata,
      per donare al mio viso
      un dolce e sincero sorriso!
      Composta sabato 8 dicembre 2007
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        in Poesie (Poesie personali)

        Tempo

        Lasciatemi pure qui ai piedi di quest'angelo,
        creatura dal volto bellissimo
        che neanche il tempo potrà mai violare.
        Un angelo di cui possa innamorarmi,
        di cui possa contemplarne la bellezza per 'eternità.
        Lasciatemi pure qui, io saprò aspettare.

        Non colmate di dolore il vostro cuore, lo raffredderete.
        Gioite semmai, ricordandomi com'ero e io vivrò.
        Lasciatemi pure qui e io attenderò
        che giunga il momento di riunirmi a voi.
        Lasciatemi pure qui, ma non all'ombra di quel cipresso,
        perché esso invecchierà e morirà,
        ricordandomi ogni giorno il tempo che è trascorso.

        Ai piedi di quell'angelo fatelo vi prego,
        nessun freddo inverno e nessun'assolata estate
        intaccheranno la sua superficie,
        resisterà alle intemperie,
        ai gelidi forti venti e alle piogge violente,
        come il mio cuore ha fatto fino all'ultimo istante.
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          Scritta da: Enrico Giuffrida
          in Poesie (Poesie personali)

          Notte di Pioggia

          Come lacrime
          scendono le stille della pioggia
          ne irrorano i capelli d'ogni colore
          reidratano la pelle d'ogni essere
          segnano con tristezza il cuore di chi è solo
          tracciano dolce emozioni negli amanti
          purificano talvolta le nostre città
          unte anche dalla mano
          di chi da quel giorno che fu
          rimase legato a Pluto.
          In quella notte,
          di quel venerdì d'autunno inoltrato,
          mentre Eolo spazza i segni della verde speranza
          e la natura si prepara al suo gelido letargo,
          i miei occhi ti cercano
          tra quelle finestre appannate;
          si accendono come lanterne nella notte,
          così come i miei pensieri rinascono
          dopo un'apparente riposo diurno.
          Il tuoi occhi scrutano i miei desideri
          e con il rossore del mio viso,
          lentamente le mie palpebre si addormentano,
          aprendo il varco al mio io interiore
          che va alla ricerca del tuo cuore.
          Composta venerdì 22 novembre 2013
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            Scritta da: Fragolosa67
            in Poesie (Poesie personali)
            Dita bianche e affusolate,
            palmi aperti, le mie mani.
            Non ho nulla da portare
            né da stringere o afferrare.

            Posso porgerle per diletto
            o i tasti rintoccar di netto.
            Non possiedono le mie mani
            ma storie e versi san creare.

            Un computer ho per destriero
            con esso vago sul tuo sentiero.
            Bramo e spero! però son fiero.

            Voglio dirti di quel giorno
            che a capitolar fu il mondo.
            Oppure del coraggio
            che ho visto in un atterraggio.

            Mani stanche son le tue.
            Piene di oggetti e di bollette.
            Grossolane o raffinate
            accarezzano ore liete e
            stringono forte i miei pensieri.

            Sono nostri da quando leggi
            anche se, mai mi pensi.
            Invisibile io sono e
            amo farti un dono.

            Ho un sogno nel cassetto
            altri due sotto il letto.
            Storie belle, avvincenti,
            allegre o seducenti.

            Leggere è bello.
            Scrivere è meglio.
            Se arrossisci non riesco.

            Vuoi sapere io chi sono?
            Un artista, che scoperta!
            Ora vado son di fretta.
            prendi un libro, dammi retta.
            Composta venerdì 22 novembre 2013
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              Scritta da: Fragolosa67
              in Poesie (Poesie personali)
              Questo lento inbrunir mi sovrasta.
              Reagir vorrei alle calamità del tempo che
              sovvieni con me: è effimero.

              Veglia sul mio sonno fino a quando
              l'ultimo alitar di vita mi tiene.
              Sentir vorrei il mormorio che da te proviene.

              Perdona il mio limitar d'orecchio e di favella
              perch'io son giovin davanti al tuo di tempo!

              Ogni or che avanza mi sembra tanta e
              la loquacità altrui mi inganna.

              Leggimi il cuore puro per passione.
              Malevole se serpe mi insinua e mi lusinga.

              Atroce fu il furore che scagliasti per chi offese il tuo onore.
              Di acqua lo lavasti e lo annegasti.

              Di fuoco promesso hai il tuo ultimo atto
              per scindere l'erba insana dalla prelibata.

              Vergogna è per me dover ammetter che nulla fu e
              nulla ancor sarà domani dopo l'ira funesta che
              avvolgerci seppe.

              Non c'è scampo per l'uomo ladro privo di morale.

              Oh! Dio! leva dal sacro legno il figlio tuo unigenito
              caduto per misericordia senza alcuna colpa e
              dai cotanta prova a chi la crea per l"uomo giusto ogn'ora.
              Composta venerdì 22 novembre 2013
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                Scritta da: Antonio Belsito
                in Poesie (Poesie personali)

                Se mai un giorno

                Se mai un giorno dovessi tornare
                nella tua pienezza,
                dovessi illuminare nella tua dolcezza,
                dovessi sfiorare quel desiderio che sono io.

                Se mai un giorno dovessi concederti
                al palpito sconosciuto,
                schiuderti come una rosa,
                divenire petalo.

                Se mai un giorno dovessi riscoprire
                il chiarore dell’alba
                mentre, delicata,  accarezza il tuo volto
                o dovessi sentire il soffio soffice del vento
                che abbraccia i tuoi capelli.

                Se mai un giorno dovessi accorgerti di me
                mentre i miei occhi nascosti
                guardano te.

                Se mai un giorno.
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                  Scritta da: Marilisa Menegatti
                  in Poesie (Poesie personali)

                  In silenzio

                  Mentre ti osservavo
                  celata ai tuoi occhi
                  note vagavano nelle mie orecchie.
                  La voce graffiante di Billie
                  accompagnava quel momento
                  come una colonna sonora perfetta e sincronizzata.
                  Guardavo i tuoi lineamenti
                  il tuo gentile modo di porti
                  guardavo le tue mani
                  e i tuoi sguardi così assorti.
                  Poi dovetti uscire allo scoperto
                  e quella voce iniziò a cantare
                  che sono una "folle a volerti,
                  ma che senza te non posso stare".
                  Tu, finalmente, ti illuminasti vedendomi
                  e il tuo triste cipiglio
                  un raggiante sorriso divenne.
                  La tua pelle cambiò tono
                  assieme alla luce dei tuoi occhi.
                  Ricordarlo posso,
                  anche oggi così chiaramente.
                  Per ore ti avrei osservato,
                  come in passato,
                  quando non sapevi.
                  Guardavo le tue mani,
                  trovandole rassicuranti.
                  Guardavo le tue spalle,
                  il tuo viso
                  e la tua bocca
                  Con l'accuratezza di un segugio.
                  E ogni volta impazzivo
                  solamente osservandoti,
                  solo sentendo la tua presenza,
                  solo ascoltando la tua voce.
                  Quel giorno, ebbi la conferma assoluta
                  prima di un distacco obbligato,
                  che il mio cuore mai da te si sarebbe allontanato.
                  Così è stato
                  e così sarà ancora
                  oltre ogni dimensione reale o sognante
                  in ogni luogo e tempo concesso,
                  perché siamo anime gemelle
                  uniche e rare insieme
                  e mai nessuno
                  potrà cambiare questa verità coperta dall'orgoglio
                  mai nessuno
                  potrà contrastare questo straziante e meraviglioso destino
                  nemmeno io
                  nemmeno se lo volessi.
                  Composta venerdì 22 novembre 2013
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                    Scritta da: Maria Rosa Cugudda
                    in Poesie (Poesie personali)

                    E da lontano piango

                    Immersa tra monti prealpini
                    ormai avvolti da gelida veste
                    innalzo lo sguardo alla ricerca
                    di te preziosa mia perla.
                    Ti ho lasciata appena
                    l'amore ha invaso il mio cuore.
                    Lontana son fuggita
                    (anche il signore lo comanda)
                    e col mio amore
                    radici in terra straniera abbian piantato.
                    Solamente un frammento di cuore
                    ho stipato in valigia
                    l'altro l'ho disperso nell'intera mia terra
                    affinché non un solo cuore restasse
                    ma infinità d'amore cingesse l'isola.
                    I padri e gli affetti
                    da lì sempre mi guardano
                    ed io tendo il filo più tenace.
                    Oggi ai tuoi piedi l'animo mio geme
                    la pioggia ti ha invasa
                    distruzione a piene mani ha elargito
                    sofferenza e lutti nel popolo
                    dal volto indurito e segnato
                    da continuo sfruttamento
                    ma dall'interiorità più integra che mai.
                    Sardegna terra mia, di te vivo di te sogno.
                    Forse un giorno più
                    non scapperò dalle tue tenere braccia.
                    Composta lunedì 18 novembre 2013
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