Poesie personali


Scritta da: A. Cora
in Poesie (Poesie personali)

Senza tempo

Colsi
da sguardi ridenti
quelle mai dette
parole

Quel annuire soltanto, quei sorrisi
avvolgenti

Poi, furono solo dolci, audaci, ardenti
momenti, privi di vera coscienza, senza
ne ore, ne spazi ne tempo

In un concerto, di sensi, di mani, di occhi
di bocche, di cuore

Quella lunghezza d'un bacio e la sua ampiezza
furono immense, furia, uragano
tempesta, fragori
Pioggia confusa, battente

Calma assoluta dei venti, senza inizio
senza fine, senza confine
senza alcuna
carenza

Mentre ti vestivo d'amore
con l'ultima manciata
di sguardi, rimasti
contenti.
Composta martedì 3 dicembre 2013
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    Scritta da: A. Cora
    in Poesie (Poesie personali)

    Quella che sei

    Amo
    quella che sei
    pur se dagl'occhi
    distante

    Mentre cammino, da solo l'oscura
    strada che veste di nulla
    il mio tempo

    Come smarrito passante, avvolto dal
    soffi gelati del vento

    Sulla scia rovente, della tua
    assurda mancanza

    Come una stella, da spazi
    radiosi del cielo
    cadente.
    Composta martedì 3 dicembre 2013
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      Scritta da: Enrico Giuffrida
      in Poesie (Poesie personali)

      A mia madre

      Oh madre,
      dov'è il tuo dolce sorriso,
      la gentilezza dei tuoi anni
      la grande maestria di udire
      il dolore dei miei anni?

      Dimmi,
      quale mano rubò gli abbracci,
      quel nobile vezzo materno,
      pane quotidiano per ogni figliuolo?

      E chi oscurò il tuo volto?
      Chi abbondò l'ira nei tuoi occhi?
      Chi piantò Alocasia tra quelle che un tempo
      emettevano parole dalla soave melodia?

      Madre, dimmi,
      dov'è l'agognato paradiso del dialogo?
      Dammi un segno, una mappa,
      indicami i sentieri per cui io devo peregrinare
      le montagne da scalare,
      l'erta via del calvario,
      ove portare la prematura croce
      di una gioventù negata.

      Dimmi!
      Composta lunedì 2 dicembre 2013
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        Scritta da: A. Cora
        in Poesie (Poesie personali)

        Carenze d'un sole

        Non
        lascerò più
        al pensiero, ancor respirare
        il tuo cielo, né inseguirne
        gl'amati colori

        O sognarne la notte, quei suoi più
        lievi tepori

        Ne più scorgerai la mano, ha mendicare carezze
        a rincorrer l'ebbrezza di quel sapore di voce
        racchiusa in dolci
        parole

        Ceduto alla resa, come bimbo affamato d'un pane
        con dita tremanti d'attesa

        Solo con le ciglia sbarrate, innanzi al'ignota
        timorata croce

        Resteranno i miei occhi rinchiusi
        nel buio più scuro
        del cuore

        Discosto e carente
        d'un sole.
        Composta lunedì 14 ottobre 2013
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          in Poesie (Poesie personali)

          Come a mosca cieca

          Andare a tentoni col pensiero
          di qua o di là che cambia
          se fatalmente sempre
          allo stesso punto poi arriveremo?
          Valga il vero fatidico, non si disvii:
          il turbine che mulina la vita
          e ci alza e ci spinge
          sulla torre da cui scrutiamo
          il senso ultimo delle cose
          nell'effimero ha sempre sbocco.
          A che nelle fenditure spiare
          se neppure alla luce vediamo!
          Solo un infingimento, mi ripeto,
          stipulato segretamente col cuore,
          -leva per il cambio della vita-
          ci salva dal groviglio
          di tenebre che ci attornia
          e ci catapulta su altra corsia.
          Falliti recensori di noi stessi
          ammettiamo onesti e convinti
          di non sapere niente
          oltre il solo fatto innegabile
          che sorge e tramonta il sole
          e si nasce e si muore ogni giorno.
          Fermarsi a mezza via
          di una strettoia di congetture
          o in alto mare o in una secca
          o su un cacume d'argilla di intedimenti
          sempre smarriti oltre ci si perde
          e alla mente un perché resta ignoto.
          Non si svelerà mai e poi mai
          la forza ignota che ci affatica
          e spinge i nostri passi ancora,
          il fluire di una potenza in atto
          che si attarda e ci solleva
          e in altri ondeggiamenti ci sbatte.
          A uno svolto, dopo un dedalo
          di malinconie e di pensieri,
          di colpo, riprendono battiti,
          ci appare una linea d'orizzonte
          e un senso di essere ci evoca.
          Bisogna uscire indenni, lucidi
          e irrobustiti dai soprassalti del vuoto
          per immaginare una sopravvivenza:
          dove poi andremo a finire, poco conta.
          Per ora, non accenderemo ancora
          ceri all'illusione e alla speranza;
          un po' di fuoco vivo nel crogiolo
          pur ci sarà sotto la cenere; domani
          ritorneremo nella bolgia dei recitanti,
          occultando l'incontro col nulla,
          continueremo a blaterare qualcosa.
          Composta sabato 30 novembre 2013
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            in Poesie (Poesie personali)

            Lacrime d'inverno

            Odo il ruggire del vento,
            schiaffeggia i grandi cedri del libano,
            dai rami gocce irrorano il suolo,
            un pianto, un grido,
            sulle alture
            dove gracili passeri
            svolazzano in cerca di cibo.
            La terra gravida d'acqua
            strade sepolte da foglie morenti,
            l'inverno a pochi gradito
            trasporta malinconia.
            Un anno è volato
            con sé amarezze e frammenti di gioia,
            il tempo vittorioso nemico
            sigilla la nostra sconfitta!
            La vita che l'ora trasporta
            fà dell'anima un mero gitano,
            il corpo anch'esso frustrato
            in cerca di lieve sollievo
            tra sogni e speranze
            aspettate le rughe.
            Composta domenica 1 dicembre 2013
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              Scritta da: A. Cora
              in Poesie (Poesie personali)

              Fosco presente

              Tra tutto
              sto fosco momento
              tutto l'azzurro che manca

              Codeste assurde
              parvenze

              Questa arrogante, indegna carenza
              che toglie al cuore
              speranze

              Ch'esplode ignorando il passato
              un'odio dal volto stregato, che il tempo del sole
              scolora,

              Che lascia tristezza soltanto, rubando visi e sorrisi
              avvolti dai soffi d'un vento, che cerca
              d'amore radici

              In un mondo d'un'oggi cruento, pur se lo vivo e respiro
              mi sento parecchio distante, come zucchero
              e sale

              Come la stella dal mare, tra un umano incosciente
              nel'arco d'un tempo
              fuggente
              Tra rabbia e dolore pressante

              E tu che sempre sorridi, quando m'incontri
              per strada, quando ti cambia
              l'umore

              Quando ti guardi nel cuore
              conosci il profumo
              d'un fiore?
              Composta domenica 1 dicembre 2013
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                Scritta da: Michele Gentile
                in Poesie (Poesie personali)

                In me scorre la vita

                Quando la notte
                mi riposa accanto,
                in un giaciglio di inverni
                rubati al mare,
                in me scorre limpida acqua
                se posso dissetarmi alla tua fonte.
                Uomini partiti
                per sposare l'alba,
                rondini impazzite di libertà,
                in me scorrono cieli tersi
                se posso richiamarti all'amore.
                E mentre il giorno
                intona
                l'ultimo canto d'arpe,
                confinandosi nell'eco
                di ciò che fu
                in me,
                violenta,
                scorre la vita
                se posso ancora sognarti.
                Composta domenica 1 dicembre 2013
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