Poesie personali


Scritta da: Nadia Consani
in Poesie (Poesie personali)

Riflessi

Filtrano da riflessi incantati,
trasparenti come acqua di mare,
sprazzi di struggente malinconia.
A volte sfuggevole,
eppure intenso è il guardare
oltre l'incomprensibile pensiero
di uno spirito senza età.
Fugaci, intime domande
senza replica,
in quell'attimo scorrono
come nubi spinte dal libeccio
e paura di temporale
fa da riparo all'emozione.
Poi silenzio...
Resta quel vuoto che non da risposte
e l'inquietudine attanaglia,
mentre scorrono come un film
altre domande senza senso.
Ancora silenzio
forse per razionalità,
o per incostanza,
ma sempre resterà in memoria
il colore di un tramonto,
inventato,
visto attraverso inusuali voli di gabbiani.
Composta martedì 10 dicembre 2013
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    Scritta da: Nadia Consani
    in Poesie (Poesie personali)

    Dune

    Lui,
    lei,
    soli,
    guardano
    dune lontane
    di deserti senza vita.
    Miraggi di tormento accecano la vista.
    Consapevoli di una strada fatta di salite, senza ritorno,
    vanno cercando la fonte della conoscenza e delle emozioni.
    Orizzonti frastagliati di sabbia d'oro
    bloccano i passi leggeri su vetri aguzzi
    ai piedi
    nudi,
    noi.
    Tu
    io
    vivi,
    insieme,
    c'incamminiamo
    sotto una luce annebbiata
    a ritrovare le sensazioni perdute,
    lasciate morire piano per decisione della nostra mente stanca.
    Si alternano barlumi di un probabile risveglio di voci sommesse,
    con veli oscuranti su animi impietriti,
    ma non muore la speranza
    di cieli più blu
    su dune,
    sempre
    a
    noi.
    Composta sabato 8 dicembre 2012
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      Scritta da: A. Cora
      in Poesie (Poesie personali)

      Un altro sole

      Non
      lascerò che il
      mio cielo, pur se pare
      stupito

      Colga da raggi il tuo sole
      mi basteranno le stelle e uno spicchio
      di luna, sul cuspide della
      collina

      A illuminare il mio volto, all'arrivar della notte
      colorare i sentieri
      del cuore

      D'usignoli il cantare, fresca rugiada sui
      fiori

      Chiari i miei scuri pensieri, che parevano
      ombrosi

      Quando il batter del cuore, evaso
      dalla tua luce
      confusa

      Troverà un altro sole
      più vero.
      Composta sabato 13 aprile 2013
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        in Poesie (Poesie personali)

        Ad un'amica accorsa

        Costellazione di vaghezze
        che irrompi nel mio cielo
        perdona se, terremotato
        e in balia degli eventi,
        il cuore denudato, a te,
        svestito viene di speranza,
        se ad assistere ti costringe
        al crepitar di un rogo
        e lapilli, fumi e ceneri
        disturbano i tuoi occhi;
        se per tristezza,
        turbando tuo illibato amor di vita
        con nerofumi transita
        su candor di giovinezza!
        Tu non sai! Tra luci e ombre
        il tempo lo rimena,
        spossato lo catapulta nel giorno,
        cenciose prospettive
        gli apre e stracci sbandiera,
        con sogni in fuga lo deride
        e tramando gli passa accanto.
        Sballottato è sovente nell'ora
        come l'osso di seppia tra le onde
        ai cambiamenti di fronte del coraggio,
        instabile oscilla se si sposta
        il fulcro che ne equilibra il dubbio;
        alla speranza, amo teso nell'ombra,
        preda abbocca; detriti ruinati
        da pendii di giorni ostruiscono
        le condotte che amore
        adducono ai suoi atri!
        Come repentini franano i sogni,
        amica mia, come s'annera
        e si accorcia l'età delle illusioni!
        Cupo passante pur vorrei sorridere,
        concedermi, afferrarmi
        a rigogliosi rami d'amore:
        con altro passo farmi incontro
        fiducioso a corteo di stagioni!
        Per me che non ho più meta,
        inseguito da malinconie,
        bersaglio per dardi mortali
        volge alla fine il viaggio.
        Ah mio astro che triste favola
        pur ti narro, i neri sprazzi
        i ritagli di mala ventura,
        il rovescio della tunica che ti mostro,
        il rintronare di pensieri da cui sgorga
        lo sconcerto che odi e ch'io inetto
        e vile non so risparmiarti!
        Ma orsù, fuggi, allontanati
        da questo rimuginare cupo!
        La tua vita è alba, orgasmo di gioia,
        festoso rintocco di campana,
        suono di cornamusa,
        totale gaudio, euforia di dolcezze!
        Azzurri i tuoi giorni,
        ostri i tuoi tramonti,
        freschi pistilli, petali
        e gambi di rosa i tuoi anni;
        non arso dumo, non vespero,
        non tenebra, non singulto
        non lamento ostinato la tua voce;
        tripudio, non esacerbato
        momento d'agonia!
        Un fascio di felicità
        dai tuoi cespi lasciami raccogliere
        oggi bosco di felci e di viole!
        Possa lo stormire delle tue fronde
        far da sottofondo sonoro
        all'omelia quando pietra ricordo
        sarà deposta sulla mia tomba!
        Vagando tra i solchi uberi
        della tua pronta memoria,
        all'affiorare del mio ricordo,
        un mattino di primavera,
        alle prime luci mi coglierai
        fiore sbucato da invisibili radici:
        al capo di reciso stelo,
        tremulo, allora ti sorriderò corolla!
        Composta venerdì 30 novembre 2007
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          Scritta da: Lucia Quarta
          in Poesie (Poesie personali)

          Un' isola da inventare

          Vivere su un'isola
          sarebbe molto bello,
          dormire senza ansie,
          senza pensieri.

          Custodire le stelle
          ogni giornata avrebbe il suo colore,
          le giornate passerebbero veloci,
          senza contare le ore.

          Nell'isola seminare tanti semi,
          chi non vuol essere trovato,
          è su un'isola che è andato
          anche solo per un istante.
          Composta giovedì 12 dicembre 2013
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            Scritta da: Fragolosa67
            in Poesie (Poesie personali)

            Inverno

            Lascia che il tempo scorra a fiumi tra
            sassi e detriti come ciottoli rotolanti tra le piccole onde.
            Voragini di noi son specchi riflessi di mulinelli
            mentre sbuca dall'acqua un pesce che
            con un salto vola e si sommerge ancora.

            Rado canneto scopre un cigno nero.
            A palmipede cattivo serenità si addice.
            Verde acqua stagna mentre qualcuno mangia
            di Lucia e Renzo il persico e tutto vede.
            Il cigno nero sotto l'acqua svanisce.

            Montagne che racchiudono ciò che non puoi sapere:
            Destini bui e verità argentee.

            Chissà dove sei domani quando il sole cola a picco.
            Quando il pesce giace sotto il ghiaccio spesso e freddo.
            Lame di pattini segnano di nuovo il tempo.
            Graffiano e sfregano.
            Con ruggine si danneggiano.

            L'inverno avanza e non da tregua.
            Di brividi ci copre e ci tormenta.
            Riparo caldo cerchiamo ancora.
            Giaccion le ossa stanche in questa notte fonda
            che di buio e di tenebre si colora.
            Composta giovedì 12 dicembre 2013
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              Scritta da: Fragolosa67
              in Poesie (Poesie personali)

              Già

              Massi di parole schiacciano l'altrui ardore
              eccheggia l'eco fra mulini a vento.
              Girano le pale e fanno gran fracasso.
              Tubi di liquame passano l'anfratto
              inquina questo stato e lo maleodora.
              Non c'è confine né dogana se ti trovi una sottana.

              Borse di opere che se ne vanno
              senza ragazzi che più non fanno.
              Dove sono i nostri soldi?
              Chi ha rubato i sacrifici.
              Paga il popolo ormai piegato.
              Piange anche il vilipendiato.

              Non tutto è fermo.
              Qualcuno dorme.
              Il vento sventola il tricolore.
              Un nuovo grido si leva ancora:
              Cambia il tempo e son riforme!

              Trema la terra.
              Per molti è la guerra.
              Debiti come palle sul pino di Natale.
              Speranza per tutti e stipendio doppio ai capi.
              Regime militare e disperati sulle strade.

              Questa è l'Italia che l'italiano lascia.
              Paesi lontani e pochi denari.
              Molta speranza di ricominciare.
              Nessuna riforma: sempre la vecchia storia.
              Composta giovedì 12 dicembre 2013
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                Scritta da: Roberto Colonnelli
                in Poesie (Poesie personali)
                C'è un amore che rimane inalterato nel tempo,
                non si divide e non si somma,
                non diminuisce con la mancanza
                e non aumenta con la presenza.
                È l'amore che ha una sola direzione.

                C'è un amore che per quanto grande
                unisce per sempre ma non da il possesso,
                che nasce da dentro e vive all'esterno,
                che forgia il corpo ma lascia libera l'anima.
                È l'amore di una madre per un figlio.
                Composta giovedì 12 dicembre 2013
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