in Poesie (Poesie personali)
La vita che non muore
Un soffio di vento
Un'eterna carezza
Una vita che non muore.
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Un soffio di vento
Un'eterna carezza
Una vita che non muore.
Tensione, ansia...
persino le pareti sudano freddo
e dai soffitti piovono lacrime.
Tensione, ansia...
e digestioni mancate,
tumulti intestinali che simulano tempeste.
Tensione, ansia!
Non muoiano
sulle mie labbra
quelle parole che non
t'ho ancora detto
uccise dal tempo
che si srotola nella noncuranza
perché ciò che mai fu pronunciato
alla fine non è mai stato.
È nato alle ore 22:48.
È nato di 3 kg e 2 etti, ha gli occhi vispetti.
È un raggio di sole, ha portato tanto amore.
Di pace e amore, di sorrisi e sorprese.
Veste la notte e il giorno,
tutti gli stiamo intorno.
Siamo i nonni di questo splendido bambino,
ci emozioniamo al suo sorrisino.
Conosco il nome
ma non il viso,
ho udito la voce
ma non il pianto,
ho letto parole
ma senza testo,
e vivo di te
ma con l'inganno.
Voglio volare in quel limbo di cielo,
oltre l'azzurro che rischiara,
dove ogni limite si perde
e, con esso,
la sconfinata distesa
della mia anima.
Mi dispiace per le malelingue.
Mi dispiace per gli ipocriti.
Mi dispiace per i falsi.
Mi dispiace per i privi di umiltà.
Mi dispiace per i poveri d'animo.
Mi dispiace per chi s'inventa voci false di corridoio.
Mi dispiace per chi toglie la stima al prossimo senza sapere di cosa parla.
Mi dispiace per i vigliacchi che si nascondono dietro un dito.
Mi dispiace per i luridi.
Mi dispiace per gli ignobili.
Mi dispiace per viscidi.
Mi dispiace per i pedofili.
Mi dispiace per voi.
Oggi giocano le foglie,
le puoi sentire cantare insieme al vento;
s'abbracciano: vortici in cielo,
giostra di colori.
È il loro tempo,
è il loro ultimo soffio di vita;
dispettose se ne rallegrano
finalmente libere.
Non hanno radici
gli esili petali
che domandano amore.
Il vento dell'indifferenza
gelido li sferza,
volteggiano stanchi
anelano al nido di quiete,
carezza che scaldi.
Poi il turbine tace un istante
li adagia al suono di una voce che ammalia,
sgorga dal petto
una nuova speranza
legata a quel suono
che sembra soave
che narra promesse di luce.
Effimero sogno
che presto svanisce.
... e il vento riprende.
Quando scende la notte ho paura
non temo il buio
anzi mi piace
è rassicurante, non vedo nulla
nemmeno i mostri
mi sento isolato
sembra di non avere nulla intorno a me
posso immaginare ciò che voglio
pare di stare nella mia piccola bollicina.
Temo la luce
ho paura di quello spiraglio
di ciò che potrei non vedere più
di quello che se ne è andato
senza potergli dire addio.
È la luce che mi fa vedere
la crudeltà del mondo
i mostri che mi circondano
e ciò che manca
ma peggio, non la vedo, lei
uno spazio vuoto circondato dalla realtà.
Adoro il buio
è la mia fuga da lei.