Poesie personali


Scritta da: Simone Sabbatini
in Poesie (Poesie personali)

Sogno o destino

Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
non mi potrai svegliare dal mio sogno della vita,
mai nemmeno dopo avermi conosciuto, e aver capito
che non sento io le tue campane, o esserti chiesto
se sei tu che invece non hai più galline. Ma chissà
forse più semplicemente non si può.

C'è concesso solo un giro sulla nave dei ricordi,
non si vede ma si sa dov'è il giardino dei fantasmi
seppellito in fondo al mare. L'importante è non uscire dai binari:
forse allora riuscirei ad aprire gli occhi pochi istanti, uno soltanto
per vederti. Ma ho paura a deragliare, tra le rocce c'è una crepa
penso sempre di cadere o peggio ancora di volare.
Composta sabato 22 ottobre 2005
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Simone Sabbatini
    in Poesie (Poesie personali)

    Fiori

    Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
    cosa rimane di una giornata di merda?
    Forse solo il mio carattere e le sue pieghe delicate,
    merda sopra ad ogni cosa – sogni sassi e ispirazione.
    Solamente il mio carattere e le sue pieghe dolorose
    tanta merda a fermentare e fomentare nuovi inizi.
    Composta lunedì 5 settembre 2005
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Simone Sabbatini
      in Poesie (Poesie personali)

      Pulsazioni

      Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
      c'è un problema e sono i gatti che si ostinano a morire,
      e i padroni che s'ingegnano e gli danno un nuovo nome.
      C'è un dottore e niente galli dove il Sole va a dormire:
      non è dato di sapere, ma tra i cretti corre un'eco
      il sonno è stanco e fa fatica, troppi raggi da legare.
      C'è un amico sconosciuto dentro quel furgone giallo
      corro sopra le sue tracce ancora calde sull'asfalto,
      ma la faccia sullo specchio non s'addice troppo bene
      alla mimica del braccio tra la leva e il poggiatesta.
      Poi di colpo s'impazzisce: questa notte subitanea
      è fatta a pezzi di dolore e malinconico disprezzo.
      Pazzesca la bufera impazza su impazziti tergi-vetri,
      spruzza e vomita e rimpiazza ciò che smezza, e caro è il prezzo
      d'ogni tessera spezzata in questo puzzle. La tempesta
      ancora spazza via ogni cosa da spiazzati frangi-nebbia.
      Anche le stelle come briciole sprizzata ormai la gioia,
      resta solo uno scocciare di cristalli sotto i piedi
      di chi ha stretto troppo il pugno con la bocca un po' frizzante,
      e oramai non cambia niente...
      Composta domenica 11 luglio 2010
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Erika Baini
        in Poesie (Poesie personali)
        Il suo corpo sul mio era
        soltanto un viandante sperduto
        in cerca di un'oasi di piacere
        ma mi amava – anche solo
        per poco –
        con l'azzurro
        dei suoi occhi e l'umido
        delle sue labbra mature.
        Indifesa, mi scrutava,
        mi esplorava, mi scopriva
        nuda nella sua mente e
        sotto le sue mani calde.
        Mi toccava la pelle dell'anima,
        e nell'anima sfiorava il fiore
        della mia seconda giovinezza
        mentre le vie di Milano ci erano
        estranee e il vento di novembre
        mordeva il sole come la sua bocca.
        Composta mercoledì 26 novembre 2014
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Michele Gentile
          in Poesie (Poesie personali)

          Lanterne

          Svellono sonno alla notte.
          Ingarbugliate,
          impigliate alla vita
          chiassose,
          disturbano
          infide stelle
          dottrine di speranza.
          Misurano il profondo drappo
          alla ricerca di uniformi destini
          amari e benedetti
          nel crepitio di muti sguardi.
          Già sanno di perdersi
          in quel disperato volo
          eppure
          vanno
          sorridendo.
          Composta mercoledì 26 novembre 2014
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Stefano Medel
            in Poesie (Poesie personali, Poesie d'amore)

            Per te

            Per te,
            rido ancora,
            di tutto questo
            brutto mondo;
            per te,
            esco di casa,
            anche s e non mi va,
            anche se di certa gente,
            non mi frega niente;
            per te,
            guardo avanti,
            e spero
            nonostante tutto,
            spero per noi,
            per noi due,
            per un futuro,
            una speranza,
            per te,
            cammino ancora
            fuori,
            anche quando
            del mondo,
            non me n e fregava
            più niente,
            per te.
            Composta mercoledì 26 novembre 2014
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Simone Sabbatini
              in Poesie (Poesie personali)

              Reali intimità

              Il movimento sforza pensieri e addominali,
              che si contraggono al ritmo che nell'aria
              sta originando quest'allegra disco music.
              E intanto l'anima prega il nome di Maria.

              Mentre nuoto in questa vasca coperta
              giro la testa per riuscire a respirare,
              e intravedo oltre la palpebra socchiusa
              tra gli sbuffi gli schizzi gli spruzzi
              ed i raggi di sole alla sera
              la schiuma bianca che inonda ricordi sogni e fobie.
              E intanto il vento suona forte l'inquietudine
              dell'ombra che s'avanza sempre prima del tramonto
              e sempre prima dell'inverno
              che il mio cuore già si sforza a sopportare:
              sotto le nuvole il mio mare è già in tempesta.

              Poi mi abbronzo nella luce delle stelle
              e perdo dita per i morsi di famelici piraña:
              il sangue sparso attira squali – vedo già la prima pinna.
              Non c'è tempo di fuggire, è un tempo strano
              fatto solo per dormire. Son già sveglio, ed è un bel posto
              m'incammino e non so più se lo conosco, se è reale
              quella pietra nel tramonto ha un non so che di familiare.

              Comincia il sogno della veglia partorito
              in quali sonni, in quali letti, con che ali.
              Composta venerdì 25 giugno 2010
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Pasquale Laurenza
                in Poesie (Poesie personali)

                Ricordi di vita

                L'alba del dì che viene
                ricordi antichi conduce all'uomo.
                Induce la mente
                pensieri di vecchi amori
                mai sopiti,
                lunghi momenti di intense emozioni.
                Gioie e dolori
                alterna il cuore
                mentre la vita scorre
                e gli anni fuggono.
                Deboli e vaghi ricordi
                si affacciano,
                senza che la vita
                li faccia rivivere.
                Ricordi di vita.
                Composta martedì 25 novembre 2014
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Simone Sabbatini
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Senza tempo

                  Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
                  vo' cercando cristalli di tempo dove vedere
                  piovere stelle lontane sul mio prossimo cielo di paglia.
                  Ma la pietra spesso scivola e la nebbia s'infittisce
                  o forse sento un gran dolore e tutto intorno sembra uguale
                  forse è la vita, solo la vita che me lo fa credere.

                  Vado a caccia di zanzare chiuse dentro a gemme d'ambra
                  goccia il tempo, trasparente, dentro a fossili ibernati
                  e potrei scorgere stelle come diamanti nevicare,
                  cadere giù sul mio povero cielo di paglia.
                  Ma la roccia è troppo irta, non riesco a camminare
                  cosa sono queste sbarre, un'illusione? Dove scelgo di restare
                  anche se non c'è custode e c'è la chiave.

                  Tra tante pietre ci sarà qualche granello, prima o poi,
                  per riempire la mia clessidra vuota? Mi piacerebbe proprio
                  vedere la nube di stelle cadere,
                  tuonare immensa sul mio piccolo cielo di paglia.
                  Composta mercoledì 7 settembre 2005
                  Vota la poesia: Commenta