Poesie personali


Scritta da: Alessandro Lemucchi
in Poesie (Poesie personali)

Egeria

Assurto al trono di Roma
delle responsabilità il peso gravava
stanco e assorto
nel sacro bosco pensier meditava
ma del intento suo non era certo.
La ninfa all'ombra della sacra quercia
assiste all'interior tormento
e lei che della purezza del cor è pria
al pio re si palesa per dar conforto.
Amor divino di passion si tinge
e a coronar sogno
il sovrano nozze indice.
Amante devota e dea saggia
nel elargir consiglio
di luce divina il consorte irraggia
e dall'esser ingiusto allontanò il periglio.
Dea immortale maledì Atropo
che cieca al suo ingrato compito assolse
dell'amato sposo il fil recise
unica ragion di vita e senza non ebbe scopo.
Nel bosco a Diana sacro cercò riparo
lacrime inarrestabili
i suoi occhi profusero.
La Madre mossa a compassione
il suo dolore volle placar
di fonte pura ne fece creazione
a cui i mali d'amor dissetar.
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    Scritta da: Ada Roggio
    in Poesie (Poesie personali)

    E in tanto si fa sera

    La sera scura.
    La sera che a volte sembra una galera
    Sera offuscata.
    La sera che ti ha confiscata vita e anima.
    Sera maledetta, sera che ha sconvolto.
    Sera che ha cancellato la serenità,
    rubando la tua fragilità.
    Quel branco.
    Senza conoscerti, senza amarti, senza rimpianti.
    La tua voce, non aveva più voce,
    mentre la sera ti accompagnava nella galera della tua anima.
    I tuoi occhi chiedevano venisse giorno.
    Ricordi che la tua mente non potrà mai più cancellare.
    E in tanto si fa sera.
    Composta giovedì 27 novembre 2014
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      in Poesie (Poesie personali)

      Autunno

      Pennellate di nuvole rosse
      dipingono l'autunno,
      un airone galleggia nell'aria immota
      coprendo un pezzo di cielo di grigio.
      Foglie gialle rosse,
      meravigliose,
      come farfalle piene di vita
      svolazzano,
      che presto muoiono,
      è la fine del mondo loro,
      e il cielo piange per ore
      e inzuppate di acqua
      lentamente marciscono.

      L'airone torna nel suo nido
      ammutolito,
      si abbassa in fretta,
      non lo vedo più.
      Mi vien da piangere.
      Composta venerdì 28 novembre 2014
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        Scritta da: Marco Galvagni
        in Poesie (Poesie personali)

        Il pescatore

        È solo nelle forti tempeste di maestrale
        il disperdere tempo prezioso - immense ondate
        s'infrangono impetuose tra le conchiglie.
        Giorni inutili del pescatore, sin col nonno,
        nel paese, unica parlata il dialetto,
        ad apprendere i dettagli del mestiere.
        Presto con i compagni di conoscenze
        a sortire nell'alba dal porticciolo,
        la fragile chiglia solca in ogni stagione
        il saliscendi a intervalli del mare,
        il motore scoppietta calcolata miscela.
        È un costante perseverare nello scandagliare
        i fondali sabbiosi in cerca di sorgenti fruttifere.
        L'unico strumento a disposizione dalla nascita
        nell'arrampicare gli stenti, svicolare
        tra le enormi pietre predisposte.
        La casa è diroccata - nei muri crepe e muffa -
        e l'allusione all'amore poco gli appartiene,
        sino a una scarna prole a cui dare pane.
        Le rughe di sale presto corrugheranno il viso,
        dalla gioventù la pelle ne era già segnata
        e, forse, un giorno qualsiasi, un pericolo mortale,
        per una barca che n'è talmente incurante,
        apporrà il punto, nei flutti, al dolore.
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          Scritta da: Marco Galvagni
          in Poesie (Poesie personali)

          Umili alcove in un paese lacustre

          In un paese di case dai muri ingialliti
          che s'affaccia s'un dirupo lacustre
          si snodano pochi intrecci di vicoli.

          Tra questi il ritrovo centrale
          è un bar dal retro fumoso e stanco
          in cui i vecchi si sfidano a scopa
          schiamazzando, insultandosi tra le coppie
          per un errore nel completare la primiera.

          Emergono i tetti inondati
          dal gioioso riflesso rossastro
          del calare del sole, nell'orizzonte.

          Attraverso lo specchio delle finestre
          è ammirare il cielo dove le rade nubi
          son sospinte da un soffio di vento
          che, nell'istante in cui s'accanisce,
          si proiettano trafelate.

          Umili alcove, di amori nel destino,
          pochi spiccioli spesi nel cibo e nei pargoli
          il materasso duro unico momento d'ardore.
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            Scritta da: Marco Galvagni
            in Poesie (Poesie personali)

            Strofe d'amore

            Eri il pensiero azzurro,
            poi d'incanto apparsa radiosa
            cogli occhi nocciola di luce
            e l'oro dei capelli nel vento
            aprendo il cuore in un canto di gioia
            tale al più bel fiore d'un tappeto d'erba.

            Così si levano le strofe del mio canto,
            unica perla nel mappamondo
            dove hai colorato di magia i sogni
            che ora scorrono in un fiume limpido e azzurro
            dalle acque chete come le note della tua voce,
            la dolce melodia che m'accompagna nei giorni.

            Ecco il vero giardino di tulipani,
            angelo profumato d'aurora,
            mia stella sortita in una notte lontana
            ed ora alla vetta delle praterie planetarie,
            l'astro che abbaglia i viandanti
            attoniti davanti a tanta bellezza.

            Il cielo s'è fatto rosato,
            quando scenderà ad aghi la pioggia
            c'ubriacherà solo di felicità
            e saremo s'un sentiero ornato di glicini
            uniti nella mente e nel cuore
            nella fiaba d'un incantesimo.

            Perché tu sei la rosa che profuma d'amore la mia vita.
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              Scritta da: Marco Galvagni
              in Poesie (Poesie personali)

              L'aprirsi d'un mare oltre la luce degli occhi

              I marosi si ritraggono veloci
              accarezzando le spine dei ricci
              e s'infrangono sulla scogliera.

              I pori delle rocce s'imbevono di salmastro
              ma conta il fragore che s'instilla nell'udito,
              ne coglie le sfumature e genera curiosità:
              sorge un lampo acuto nelle pupille,
              si sposta la luce degli occhi
              e del litorale ne coglie le rilevanze.

              È una costiera frastagliata,
              di anse ebbre di sale, insinuate,
              aperte a sbocchi sulle increspature,
              sottilmente infittite da una spuma ferita
              dal vento di maestrale.

              Al limitare della distesa salina,
              vaghi promontori s'intuiscono
              in un arcipelago.
              Un'isola annessa appare nell'aria tersa
              ma sparisce non appena compaiono velature.

              E, però, più l'aprirsi d'un mare sin dalle rive -
              varca l'ampiezza d'una fitta coltre di nubi -
              a render lucente l'immagine d'una fotografia di libertà.
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                Scritta da: Stefano Medel
                in Poesie (Poesie personali)

                La vita è ben poca cosa

                La vita è ben poca cosa
                In fondo,
                è breve,
                veloce e corta;
                a cosa si riduce,
                a poche cose semplici,
                invecchiare,
                stare insieme ai nostri cari,
                ammazzare il tempo in qualche modo;
                la vita è precaria,
                instabile,
                incerta,
                e il futuro non è mai sicuro;
                la vita è provvisoria,
                e l'uomo non è che una canna
                al vento;
                oggi ci sei,
                domani non ci sei più,
                basta poco per spazzarlo via;
                la vita è breve e insicura.
                Composta venerdì 28 novembre 2014
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                  Scritta da: Ada Roggio
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Amica

                  La tua amicizia per me essenza di vita.
                  Oggi tu offuscata da un non so che,
                  hai deliberatamente voluto concludere la nostra sacra amicizia.
                  Per me tu, unica.
                  E io scema che mi sono fatta in quattro per te,
                  credevo.
                  Credevo,
                  ma oggi capisco
                  di te mi sbagliavo.
                  Mi hai gettata fuori dalla tua vita,
                  sei scappata fuori dalla mia vita,
                  senza un vero perché.
                  Amica!
                  Composta giovedì 13 novembre 2014
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