Esuli,
vorrei,
le ombre grigie
dei fantasmi di ieri.
Composta sabato 20 dicembre 2014
Esuli,
vorrei,
le ombre grigie
dei fantasmi di ieri.
Che cosa c'è oltre la mia anima?
Ci sei tu, dentro di me.
Ti sento... anche senza vederti.
È solo ai tuoi occhi che mi nascondo
poiché tu mi spogli anche quando sono vestita.
Con te non posso nascondermi
Perché quando mi guardi
denudi il mio corpo e la mia anima è inibita.
Mi leggo nelle tue parole, che cadono...
e si posano sulle mie labbra.
Le canto in silenzio
per non farmi scorgere dal soffio del tempo.
Nessuno mai t'amerà come ti amo io.
Potrai scaldarti vicino a diversi fuochi, non sarà mai lo stesso ardore.
T'incontrai negli anni migliori, giovane e forte, catturasti il mio cuore con uno sguardo, dando origine a una fiamma.
L'armonia di parole semplici, pronunciate dalle tue labbra con la leggerezza di quegli anni.
Ti custodii con la certezza che un giorno avrei ritrovato il mio amato.
Quella piccola fiammella che si accese nei nostri cuori ha continuato debole a dar vita al nostro legame, seppur lontani ai nostri occhi e fedeli ai nostri principi.
Ti ho respirato nell'aria di montagna, distesa su un prato tra i profumi della primavera.
Le carezze lievi dei raggi del sole mi scaldavano il viso e mai avrei voluto lasciar quelle sensazioni.
Avvertivo il tuo ritorno mio amato.
Al calar del sole quel giorno di inizio primavera ravvivasti quella fiammella che in me sembrava quasi cenere, lasciandoti donare una nuova vita... l'Amore.
La tua voce risuona nel buio,
crollano i confini d'ogni apparenza,
l'immagine di te sbiadisce
mentre mi protendo a te.
Si perde ogni senso,
cerco di rammentare il tuo viso
ma il ricordo è una tela lisa,
ti sfioro col pensiero e, piano, ti perdo.
Il centro si è spostato,
l'equilibrio mio s'è messo traverso
e tu sei una cometa lontana.
A te il mio ultimo lamento,
non per te o la tua beltà
ma perché ti sto perdendo nella memoria.
S'illuminano i lustri membri del core
Che campano danzando sulla mente
Ignota del pericolo che consegue
All'angusto embrionale!
E si giace ermi e sconsolati
Su giacigli scomodissimi
Ove t'affacci al precedente,
quando potesti osare
col fiato abbondante.
Cosa sarà codesta situazione?
Scempio da oviparo ingenuo
Con la bocca gremita di mal odore
Starnazzanti in un prato fangoso
Affiancati da mausolei in carne,
spicca il volo falso
che giunge a prove scarne.
Vorrei fare un tuffo
nel lago dei tuoi occhi
Vorrei svegliarmi al mattino, sereno
con la testa adagiata sul tuo seno
Vorrei trastullarmi con i tuoi bottoni rosa
e immortalare per sempre la tua posa
or che te ne stai sorniona, nuda sul divano
e lo sguardo arcigno che frena la mia mano
Vorrei scolpire una tua statua
con fine marmo di alabastro e
posarti cosi lasciva in cima al
mio pilastro,
Vorrei darti brividi e sussulti
e ascoltare in silenzio
tutti i tuoi insulti!
Vorrei bearmi per sempre del tuo sorriso
perché ho capito che sei tu la mia Monna Lisa.
Sapessi volare
con ali di gabbiano
lascerei alla terra
questo peso mortale
e dall'uno all'altro mare
mi saprei librare
con future speranze
strette al cuore
solo per venirti
a cercare.
C'è penuria d'affetto,
di semplicità,
di gesti sinceri fatti dal cuore,
riusciamo a parlare
con persone distanti
e scappiamo da quelle vicine.
Viviamo in un'epoca
di visi torbidi
e faccine virtuali che sorridono,
abbiamo mani che non sanno
abbracciare
tecnologia in abbondanza
tanto da renderci uomini
e donne chiusi in se stessi
nel propio fardello
dello spreco.
Nella brezza della sera,
le luci lumeggiano
un'irresistibile musica,
che si riunisce per cantare,
dando vita a un evento sublime.
Si sparge un ticchettio,
è un riverbero raro,
che dona emozioni di pace;
è il fenomeno soprannaturale,
ideato dalle luci della notte.
Anima,
hai lasciato il silenzio
perché la tua voce è poesia.
Anima,
hai lasciato il vuoto
perché le tue parole riempivano il cuore.
Anima,
una voce napoletana.