Scritta da: Francesca76
in Poesie (Poesie personali)
Attimi
E così fu
l'attimo infinito
nel deserto dell'anima
che vagabonda vaga
in un cielo d'autunno.
Composta venerdì 10 aprile 2015
E così fu
l'attimo infinito
nel deserto dell'anima
che vagabonda vaga
in un cielo d'autunno.
Alzati
da ciò che forse
ti ha ferito, e ucciso dentro
sutura tutti i tuoi graffi, trofei, e sentimenti,
cambia volto senza dimenticare mai
ciò che sei, e ciò che sei stato,
perché lungo il tuo cammino
ben tortuoso che potrà essere
troverai sempre un po' di te e un po' di noi.
Un vento antico
mi sussurra il verso
del tuo nome
col suono informe delle onde
e la luce lontana di un fanale.
Mi raggiungi la sera,
sgomitoli gli anelli
di penombra
dove segreti umori
convergono
sulla tendina a rete
che dipana la luce
di un lampione
e la stilizza alla parete
della mia stanza
dove uno specchio
gioca coi barlumi,
coi dolci torni
aleggi sulle sponde
e confondi il cuscino
col tuo corpo,
complice il mago
che non regala
le sue foglie d'oro,
ma le impresta soltanto,
mi lascia la dolcezza
poi scompare.
Tutte uguali
e tutte diverse,
ogni foglia è unica,
ogni foglia è libera.
Eppure tutte
si assomigliano
e tutte
appartengono
allo stesso albero.
Danzano a fronde
le verdi foglie sull'albero,
accarezzate
dal dolce e fresco
vento primaverile,
le stesse carezze
che con mano furtiva
le porterà via con se,
mescolandole
tra i caldi colori
dell'autunno assonato.
Siamo tutti foglie
sullo stesso albero.
Vola lontano
e osserva la vita
l'immensità, la bellezza,
vola
ascolta il silenzio compagno dei giorni,
ti regala la vita, in un alito di vento
aprendosi traboccante al nascere.
Non ti fermi mai,
non hai quiete,
come ci si aspetta,
dalla tua età;
devi andare,
muoverti,
e non ti guardi mai dietro,
non hai rimorsi,
e non ti accorgi
della mia età,
della mia stanchezza,
del fatto che non posso
sconfiggere il tempo,
che incalza,
ma tu non lo sai,
non lo capisci;
tu capisci,
solo la tua vita,
i tuoi sogni,
senza aspettare me.
Leggero il vento aprì la finestra,
una carezza.
L'aria portò con se il profumo
della lavanda e del gelsomino,
all'improvviso si diffuse la pace
come se la più splendida musica
suonasse abbracciata
al contesto più appropriato.
Il quadro e la cornice.
Un istante.
Mi pervase un'emozione
pura e semplice
come la goccia di rugiada
che cade dalle verdi foglie
quand'è mattino
e poi sfuma come il sole quand'è sera
e dall'orizzonte
lascia il solo ricordo del suo calore.
Resterò in silenzio,
semplicemente ad ascoltare.
Ricorda,
I fiori non si vedono ad occhi chiusi.
Desto ti cerco,
una stella persa in cielo,
pallido ricordo
nel scuro della mente
come il chiaro di luna
dipinto nella notte.
Vento lieve,
sospiro sereno,
sussurra tenere parole
ai rami di ciliegio,
ormai spogli
d'immane vanità,
la cui bellezza fa lacrimare il cielo
in una pioggia d'autunno leggera
e dove il sole nel calare fatica
poi nel mare muore
e da rifugio
all'ombra del cuore.
Occhi di cielo
sotto le nuvole
di una pioggia d'estate,
il tempo è sereno.
Corre lontano
un raggio di sole
tra le spighe dorate
e porta con se
il tepore dell'aria e
il profumo del grano.
Lieve fruscio,
raccontami di una sua carezza.