Scritta da: Franca Martin
in Poesie (Poesie personali)
La mia terra 2
Sono nata
dove il sole batte vivi i colori
e l'aria profuma tutto l'anno
di fiori che sbocciano sempre
e la vita continua senza fine.
Composta martedì 12 maggio 2015
Sono nata
dove il sole batte vivi i colori
e l'aria profuma tutto l'anno
di fiori che sbocciano sempre
e la vita continua senza fine.
Ti cullerò.
Ti addormenterai tra le mie braccia.
Ti stringerò.
Il mio cuore si scalderà del tuo amore.
Sarai luce nelle mie notti buie.
Irradierai col tuo sorriso ogni mio giorno.
Ti proteggerò.
Lascerò spiegare le tue ali.
Tu sei l'essenza della mia vita. Sei la vita stessa
per sempre.
Ti aspetto inverno col tuo sublime silenzio,
con la natura dai colori fiabeschi
mi conduci nel sentiero della malinconia.
Ma la malinconia non è forse
inciampare nel ricordo di emozioni passate?
Per questo amo l'inverno.
Sfiorandoti
riesco a viverti dentro
a sentire i tuoi battiti,
i tuoi brividi, a sciogliere le tue lacrime,
a farmi scivolare dal tuo viso
accarezzandoti il volto
vivendo la tua bocca
baciando la tua anima.
Odora di mistero
quel mare incostante,
un'onda schiumosa
accarezza la sabbia
mentre s'infrange,
è un po' come te
un momento travolge
e in un altro scompare
per poi ritornare.
Fermo,
immobilizzato dal dolore.
L'orchestra del male suona sulla terra.
Donna, tu
con lo sguardo spento,
che piangi tuo figlio,
ti spegni,
come una candela,
che illuminava il presente.
La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
le stelle brillano,
ed io riempio
la mia anima di silenzi,
una voce sottile, sussurra,
"io desidero te"
tremante ascolto,
il buio mi tiene compagnia,
e quella voce sottile, sussurra:
"io desidero te"
mentre stringo
a me l'anima tua,
un ultimo pensiero
prima di abbandonarmi al sogno.
"Io desidero te"
"soltanto te".
Dalle mie braccia protese
fino ad oggi;
che t'imploravano di sollevare,
di accarezzare;
al giorno che mi son dovuto allontanare,
nel suono elettrico di un avvitatore.
Ho ingerito milioni di parole
contribuendo a migliorare
il nostro dialogo,
intento solo a tremare le mani.
Le tue azioni oscene e meschine,
abitano nelle mura sporche di rosso,
e così sempre più distanti le tue braccia.
E tu, diventavi così il mio rimpianto,
sciogliendo in lacrime di sale le tue braccia;
e io, abituato a vederti roccia,
mi accorsi lì ch'eri come burro.
Ora è giunto quel domani,
che tanto sognavo da bambino,
di essere un buon ragazzo, un buon figlio,
per mia madre.
Soprattutto un padre.
E quando i miei figli diranno;
"il nonno com'era?
E io gli dirò;
come un inizio e fine di fiaba;
" era mio padre. "
È un'estate degli schiavi d'una guerra
priva d'un ideale per la patria non amata.
I raggi dorati e bollenti del sole
spaccano le pietre di granito
d'una fortezza in cui si pone rifugio
nelle ore di tregua dell'aspra battaglia.
Una vita animalesca, d'un incauta lucertola,
perde la coda, ansima ma prosegue il cammino.
Seduti intorno ad un tavolo sudicio
puntiamo il poco denaro in giochi di carte,
giochi di furbizia, nel reciproco inganno
all'unico fine d'accaparrarci una somma,
una ricchezza fittizia, il giorno dopo sparisce.
S'elevano le colonne di fumo delle sigarette,
un fumo denso, traspaiono solo i visi di fronte.
Sono gli unici momenti di vaghi discorsi,
una matura esperienza di sofferenza in ciascuno.
Nella veglia delle ore notturne di tregua
s'odono solo echi di spari nel silenzio,
nel cielo sferzano lampi di proiettili.
L'unica luce è risorgere in un mondo di pace,
fare ritorno in un paese trasformato,
non accecato, unica mira espandere i confini,
dove la dolce ferita sarà ascoltare la vita.
Il tempo passa.
Il tempo passa mentre noi decidiamo chi vogliamo essere.
Passa mentre decidiamo con chi passarlo
e nel frattempo avanziamo soli.
Il tempo che non è uguale per tutti
perché è un bene troppo di lusso
che non tutti posso permettersi di spendere.
Il tempo che con il suo schiaffo
lascerà il segno dei suoi 5 minuti sulla nostra fronte.
Il tempo che passa a prescindere da tutto.
A prescindere.
Sempre e comunque.