Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Il mio cuore vuoto

E vuoto il cuore mio sfoglia delicato le pagine del sogno
ha rivisto quello in cui un gatto nero dormiva
era per l'addome mio poi sul corpo fioriva
che nell'anima mia un ragazzo si assopiva
della malinconia di non esser davvero io
che del suo arrivo nuotai verso riva a modo mio
contro onde di uso, costume ed abitudine
che poi vidi il sole per poco per la sua altitudine
l'ho sempre desiderato essere un ragazzo...
l'ho sempre sognato. L'ho sempre saputo di esserlo.
Il corpo è come il chon. Ho dovuto imparare a condividerci.
Composta sabato 5 settembre 2015
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    in Poesie (Poesie personali)

    La voce

    Se anche in testa,
    così come nel cuore,
    ti rimbomba forte un tono
    sempre ritmico e musicale
    fermati ad ascoltare
    questa dolce melodia.
    È la tua coscienza,
    portavoce dell'anima,
    che ti spinge a dar senso
    con l'amore alla vita
    nel pensiero costante
    del bene degli altri.
    Si concretizza così
    quel gran divino dono
    a nome di umana sensibilità
    in veste di candido velo
    che accarezza e copre
    la tua splendida anima:
    è questo il sistema spirituale.
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      Scritta da: Serena Mainini
      in Poesie (Poesie personali)

      Scelte

      Aspettare qualcuno
      che non arriverà mai,
      è come fermarsi a metà del viaggio
      e perdersi tutto il seguito.
      Guardare poi l'orizzonte
      e pentirsi della scelta,
      è il primo raggio di sole
      in una giornata piovosa.
      Perché non conta molto la scelta,
      ma il seguito
      di ciò che scegliamo per noi,
      anche dopo molteplice scelte sbagliate.
      Ps. Guarda sempre avanti e sii forte!
      Composta martedì 8 settembre 2015
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        Scritta da: Antonio Recanatini
        in Poesie (Poesie personali)

        L'amore dannato

        Chiudimi la porta e allontanami
        spingimi via, così come ti viene.
        Toglimi il saluto, toglimi lo sguardo
        non leggere più le mie parole,
        non rispondere più quando ti chiamo.
        Sparami come ti riesce meglio
        cospargi di benzina ogni mia idea
        e accendi quel fiammifero risparmiato,
        rilancia le tue occhiatacce e urtami.
        Giura sulla tua inquietudine, sul tuo odio
        e ripetimi ancora che vuoi partire,
        che questo amore non funziona
        che non funzionano più i lamenti.
        Abbandonami per strada sotto il diluvio
        perdimi e mostrami la tua decisione,
        dammi le tue ragioni e dimmi
        "da domani non voglio nemmeno
        sapere che esisti o che respiri da re".
        Ma lasciami le medicine sul comodino
        e lascia un po' di disordine in giro,
        il bicchiere di vino appena assaggiato e
        il pane morsicato e le briciole sotto il tavolo,
        Non chiudere la porta dello stanzino e
        di notte, se piove, se fuori c'è la guerra
        fammi sentire che sei rientrata.
        Non abbassare le serrande e
        non chiudere le tende, mi basta l'ombra,
        mi basta un soffio per sapere del tuo amore.
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          Scritta da: Francesco Camagna
          in Poesie (Poesie personali)
          Il caldo universale
          ha cambiato i ritmi
          e la musica della vita,
          le stagioni, il tempo
          della vendemmia,
          della semina.
          Ha portato con sé
          uomini usciti dalle maree:
          visi scavati da un pianto remoto.

          Naufraga con essi
          un'umanità migrante
          dalla ragione, estranea
          a se stessa, al proprio vivere,
          incapace di riconoscersi
          in quella pelle diversa dalla propria
          rivedervi le sofferenze
          dei propri avi nell'atlantico:
          un dolore atavico.

          Altri uomini
          narrano favole
          che nessuno illudono.
          Tornerà il freddo, dicono,
          finiranno guerre e fame,
          perché l'abbiam deciso noi.
          Non si scioglieranno più
          i ghiacciai. Il contadino
          tornerà a coltivare la terra,
          il ragazzo i sogni.

          Ma io vedo solo
          un bambino senza
          secchiello e paletta,
          il viso affondato nella sabbia,
          le piccole mani protese:
          l'ultima preghiera verso il cielo
          della turchia.
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            Scritta da: Joseph Zicchinella
            in Poesie (Poesie personali)

            Così Martin

            Così sei arrivato
            una mano piccolissima
            un tenero piedino
            mi guardi ma non capisci chi c'è di fronte a te.
            E intanto io scopro te
            il tuo pianto e il tuo dormire
            il tuo profumo e il tuo gioire
            la tua tenera dolcezza
            uno sguardo e una carezza.
            Io ti starò sempre vicino
            con amore e fermezza
            indicandoti la via più bella di questa vita
            e, anche se sarà in salita
            tu non aver paura
            io ti spingerò forte
            qualunque sia la sorte.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Pieghe di memoria

              Piegate dal vento,
              simili ad onde leggere
              le chiome degli alberi, laggiù,
              mormorano un ritmo leggero.
              Si espande e nutre l'animo
              di tranquillità serena,
              ricorda il ritmico dondolio
              della piccola culla di legno
              nell'angolo quieto della camera.
              Passato il tempo della giovinezza
              hai saputo navigare a vista
              sulle pieghe dell'oceano tumultuoso,
              mentre ancora il cuore non si placa
              e rincorre la muta domanda: quando?
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                in Poesie (Poesie personali)

                Dei pensieri e delle forme

                La mente è un fascio di luna
                circonda il cielo
                ricava pensieri forti
                d'inquietudine si vestita.
                La sera
                è vernice che cola tra le mani
                quest'impossibilità dell'essere.
                Statici pensieri su pezzi di carta.
                Io ho scritto.
                Ogni tanto perdo,
                ogni tanto trovo.
                La bocca dischiusa è un vaso
                stipo di parole immuni al tempo.
                Se provi a chiudere gli occhi
                c'è una forma
                lucente, argentea
                figura
                leggiadra e scostante,
                ti viene vicino
                sdraiandosi
                sugli occhi,
                allora i tuoi sguardi saranno i miei
                e di quel concetto
                la chiave che apre l'arcano
                misterioso e ineluttabile destino.
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