Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Nacque l'universo con un fragore di luce,
le onde aprirono brecce in spazio inesistente,
l'oscurità non conosceva né nascita né morte
nell'immensità di un cielo nero pieno di stelle.

Una mano invisibile tracciò i confini del finito
racchiudendolo in labirinti di geometrie divine
dove l'alito dell'essere ha la forza dell'infinito
senza toccare il cuore e le ali di chi diede la vita.

Così nacque la nostra piccola casa piena di luce
in un universo che formava grandi giardini celesti
dove i fiori sbocciavano di notte insieme ai sogni
con tutte le piante, animali, erbe e piccole ombre.

Alla fine quando tutto era pronto il padrone parlò:
l'uomo e la donna apparvero nel grande giardino
gli animali e le piante s'inchinarono per salutarli
mentre loro si davano la mano e il primo bacio.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    In queste ore di notturno buio
    mi vesto di pace e di silenzio
    mentre la notte mi cinge il fianco
    con fiamme di mistica bruma.

    Attendo con ansia il regalo della notte
    che arriva delicata con palpebre di sogni.
    Sento in lontananza il canto della luna
    il piagnucolare delle stelle cadenti
    il gracidio delle rane in amore.

    Attendo con ansia il dono della notte
    con colori spenti su muri della stanza
    volti e passi di gente sconosciuta
    che gironzolano nell'aria senza parlare
    ma piene di messaggi da consegnare.

    Così si prepara a nascere fecondo
    il cuore del mio nuovo giorno
    iniziando a battere a mezzanotte
    per aprire gli occhi all'aurora
    apprendendo a morire al tramonto.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Sul tronco di un olivo centenario
      ho scolpito il volto della notte
      mentre la corteccia osserva
      scrivendo la tua lunga storia.

      Le radici hanno inghiottito
      i segreti della pioggia.

      Il merlo pesta nel mattino
      le tue umide foglie
      guardando i tuoi rami contorti.

      Resta il giorno
      per consolare la tua solitudine
      sorbendo l'oro del sole
      e nel tepore della notte
      l'argento della luna.

      Il tuo frutto gioirà un giorno
      quando pestato regalerà l'olio
      per lenire i dolori della fame,
      per ungermi prima della morte
      aprendo le porte senza chiavi
      di un nuovo grande mondo.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Non posso dire, signore, che non ti vedo
        quando passeggi senza dire una parola
        in mezzo ai fiori che mi trovo davanti
        in questo tuo giardino chiamato terra.

        Passeggio ogni giorno sotto il tuo cielo
        dove la luce offusca le tue lontane stelle
        ma l'erba, le piante e i fiori campestri
        mi parlano di te cantando nel silenzio.

        Non me la sento di dirti: ascoltami.
        Questa parola sparisce in sillabe sorde.
        Basta uno sguardo intorno per sentirti.

        In ginocchio sotto il tuo cielo cambiante
        spengo la mia lampada un poco inquieta
        per leggere in silenzio il tuo messaggio.

        L'odore della terra sosta su mani d'offerta
        mentre nel buio di una luce senza paragoni
        ti ho visto gioire carico di divina dolcezza.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Un volo d'uccello ferisce l'aria gelida
          spolverando l'ombra di una vecchia luce
          dietro colonne di una chiesa distrutta.

          La nebbia avanza nel silenzio delle ombre
          frantumando pensieri e parole nascoste
          negli occhi fissi di un cane senza padrone.

          D'improvviso la nebbia corre all'orizzonte
          inseguendo un volto fatto di vento e speranza
          in cerca di un uomo solo con la sua bisaccia.

          Basterà una stilla di luce sospesa su ragnatela
          per sentire il non finito bisbiglio del mondo
          nel cuore dell'uomo che balla in girotondo.

          Nella nebbia della vita l'uomo cerca la sua pace
          aspettando, seduto su una roccia, il dileguarsi
          dell'ultimo fantasma per iniziare a volare.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Vorrei conoscere cosa dice l'onda del mare
            quando accarezza con dolcezza la spiaggia
            nelle prime luci dell'aurora color pastello.

            Mentre la luce cade lenta sulle mie mani
            purificherò il corpo su uno scoglio solitario
            in attesa del primo raggio mattinale del sole
            che riduca i miei sogni in frantumi celesti.

            Solo in quel silenzio di acqua e di luce del cielo
            potrò leggere nelle ore del giorno che avanza
            le pagine scritte dal calore del sole e dal silenzio
            in cerca di vergini sillabe per nuovi umani versi.

            Le appenderò stupefatto sullo stipite di casa mia
            senza numero, né cancello, né porta, né chiavi
            ma solo uno specchio che legga il cuore della gente.

            L'azzurro del cielo e del mare chiuso nei miei occhi
            cancellerà il buio nascosto negli angoli delle strade
            dove i poveri cercano di nascondere la propria vita
            mentre le ore passano svelte per un'altra vera riva.

            Su una spiaggia nuova e deserta starà scritto un nome
            quando la notte muore su petali di fiori bianchi e viola.
            Solo allora si svelerà il mistero racchiuso nell'uomo.

            Nella nebbia della sera si raccoglierà la solitudine
            quando l'uomo saprà leggere discorsi sottovoce
            di donne con mani giunte maturando il silenzio.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Si è spezzata in un istante la vita di ieri.
              In una nuova cornice vivrà il mio oggi.

              Il tempo guiderà nel mattino la mia voce
              abituandola a vivere in pieno nell'azzurro.

              Vivrò in alto insieme ai guizzi delle rondini
              in cerca di una limpida visione del mondo.

              Andrò in cerca della luce filtrandola in occhi
              di bimbi che guardano il cielo senza rancori.

              Nella notte mi laverò il viso con la rugiada
              che si posa silenziosa insieme all'ultima stella.

              In questo mitico risveglio ascolterò dei bisbigli
              ascoltando l'ingresso della vita su questa terra.

              Poi lascerò che il giorno avanzi nei miei occhi
              navigando in una barca di nuvole all'orizzonte.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                La luna e il sole hanno colore di attesa
                aspettando un grido che maturi la terra.
                Il tempo lo spacchiamo su pietre vergini.

                Il cielo e la terra vivono un patto d'amore
                per conoscere la nostra maschera nuova
                scolpita in ebano senza lutto né dolore.

                In una stretta di mano racchiudiamo l'ansia
                di conoscere i nostri giorni senza passato.
                Parole e sguardi s'infrangono senza parlarci.

                Stringiamo le mani come in una tenaglia
                aspettando che ritornino gli umani ricordi
                in fantasmi di voci perdute troppo lontano.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Oggi dimentico il giorno che morde
                  come un fagotto poggiato sullo scanno
                  pieno di ricordi con lungo letargo.

                  Questa mattina non stilla la luce
                  insieme alle gocce della rugiada
                  nate dal pianto della notte.

                  Il balcone pieno di fiori di gerani
                  saluta come sempre con i suoi colori
                  il silenzio della notte che si nasconde.

                  S'innalza il mattino vestito di bianco
                  come una patena rivolta al cielo
                  insieme all'offerta e umile preghiera.

                  Svaniscono nel giorno le voci dei bimbi
                  galoppando su fuochi di estate.
                  Resta nell'aria un'eco senza volto
                  che penetra nel cuore e ascolto.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)
                    Dietro gli spari effimeri della festa
                    ho visto cadere stelle filanti
                    fosforescenza di umana felicità:
                    intarsi di vestiti negli occhi,
                    fiati pieni di ansimante calore,
                    sillabe sciolte su labbra chiuse.

                    Tutto affiora nel lucido ricordo
                    di una festa paesana ricca di sapori
                    scesi dal bosco della montagna.
                    Scivola la musica lentamente
                    insieme alla sera che si nasconde
                    nei muri a odore di muschio.

                    È notte.
                    Le ultime note dell'orchestra
                    penetrano con dolcezza nel cuore.
                    Dormono gli sguardi del giorno
                    in segreti labirinti di tufo.
                    Restano i colori della festa
                    nel sogno bianco di fanciullo.
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