Scritta da: Dale Zaccaria
in Poesie (Poesie personali)
Se la bellezza ti potesse
spiare mentre estiva vestivi
d'aria d'indifferenza
il tuo cuore appeso a caso
portando una matita alla mente.
dal libro "Di ridicola bellezza" di Dale Zaccaria
Se la bellezza ti potesse
spiare mentre estiva vestivi
d'aria d'indifferenza
il tuo cuore appeso a caso
portando una matita alla mente.
Trovare una sola cosa di cui ti importi davvero,
quella cosa che per te significhi più di ogni altra cosa al mondo,
e quando la trovi...
Combattere per essa,
rischiare tutto,
anteporla a tutto il resto,
il tuo futuro,
la tua vita,
tutto quanto!
E magari...
Le cose che farai per ottenerla
non saranno troppo pulite,
ma questo non ha importanza
perché nel profondo sai...
Che il gioco vale la candela!
L'acqua è un bene come viole,
ma vuol essere usata con molta attenzione.
È trasparente o molto chiara,
se tu la vedi dalla fontana.
Con il ricordo del bicchierino,
che tu usavi quand'eri bambino.
Ora se l'acqua stai bevendo, devi essere fiero e contento.
Sono ritornata dall'inferno che le tue parole mi hanno dato
Sono ritornata dalla mia battaglia emotiva
Sono ritornata dal mondo che mi ha schiaffeggiato
Sono ritornata per sentirmi ancora viva...
Non darmi spudorate bugie
Che si accumulano tutte su di me
Non lasciarmi sola in mezzo alle vie
E non chiedermi mai il perché...
Non guardarmi negli occhi senza più parole
Non guardarmi come se potessi darti amore
Non credere mai che per me avrà valore
Se consumerai per noi le tue suole...
Non vivere del mio affannoso respiro
Non inseguire sul banco la mia mano
Non dispiacerti per ogni mio sospiro
Non saremo coloro che si amano...
Non dirmi di no, che non mi credi
Non vivere nel tuo mondo dove non vedi
Non salutarmi con mano indecisa
Per noi due non ci saranno mai risa...
No, no basta mentire...
Non puoi più soffrire...
Senti, senti il mio cuore nascosto
Che i tuoi sentimenti non ha mai corrisposto...
Quando la notte vola via interrogo il mio cuore,
su quello che gli è successo, sul suo malumore.
Capisco quanto riesca a soffrire
nonostante gli dica di non starmi a sentire.
Mi dispiace davvero di non riuscire a fermare
il deliro che è la vita, quello che non si può spiegare.
Mi chiedo a chi vorrei assomigliare,
se potessi cambiare: forse a nessuno.
Forse vorrei solo scomparire.
Vola la notte si perde fra le grida,
di una luna lontana che è ormai impazzita
tutto il mondo sta cambiando,
ogni cosa si sta evolvendo,
nessuno ti aspetta, nessuno lo può fare,
viviamo in una società che ha una meta da trovare.
Ogni tanto ti fermi cercando di prender fiato,
ma quando la notte vola è tutto sprecato.
Non piangi, non piangi.
Non riesci a capire
Come in fondo amare significhi soffrire.
Vola la notte perdendosi in mille e mille note
Di una canzone triste che non ha storia
Vola.
E stupisce gli uccelli nel cielo
Ma poi arriva il giorno e tutto ciò che di bello
si era creato al buio, di fronte alla luce si
rivela pallido riflesso di una natura imperfetta.
Continuano a calpestarti,
a sputarti addosso e stremarti.
Non smettono di romperti
in frammenti sempre più piccoli ed insignificanti,
però continui ancora ad esserci noncurante dei segni
che circondano la tua esistenza futile e dolorosa.
Non ti arrendi nemmeno quando tutti ormai ti danno per persa.
Sei dannata nella tua insistenza di voler vivere.
Non capisci quando è tempo di morire?
La tua presenza non è più gradita, abbandonami
una volta per tutte, cosa diamine continua a tenerti in vita?
Cosa diamine ci trovi di positivo in un "no"?!
Smettila di aggrapparti a me non ti voglio.
Lasciami vivere in pace il mio dolore!
Non mi servi più mi fai solo del male.
È ora pure per me di smettere di sperare.
È caduto l'arcobaleno
sui fili di ragnatela.
Il ragno aspetta silenzioso
la mosca per la sua dieta.
La vita è una rete
appesa a due fili:
il cuore e il pensiero.
È caduto l'arcobaleno
lo portiamo negli occhi:
i colori sono quelli di ieri
gettati sulla tela.
Siamo figli dell'arcobaleno,
siamo la mosca che vola,
siamo il cuore che trema
o il pensiero con troppi
problemi?
È caduto l'arcobaleno
afferriamolo in tempo
sussurrando una preghiera.
Siamo uomini di creta
col cuore nell'arcobaleno
e il pensiero
perduto in una ragnatela.
Non abbiamo tempo
per guardarci negli occhi.
Non sapremo cosa dirci
in un silenzio di parole.
Ormai siamo servi
di un nuovo dizionario
senza indice
né cuore.
Non abbiamo tempo
per specchiarci negli occhi:
a cosa servirebbe
dopo tanta pubblicità?
Forse ad essere più uomini
o più donne
in un mondo senza pietà.
Portiamo dentro l'ombra del totem
nel giorno ucciso senza cuore,
lo gettiamo in un angolo oscuro sotto la statua della ragione.
Una maschera sul tempo
poche linee per l'arte.
Siamo statue totemiche
vestite di falsa onestà.
Quante grida sulla luna
quanti dolori nell'universo,
quanta fame sulla terra
per il totem della libertà.
Siamo totem senza nome
perché il suo nome è
la Verità.
E la mia anima ritorna a splendere,
d'amore per l'ultima volta.
I miei occhi si son chiusi, sfiorandoti le labbra,
che mai ho voluto
desiderare,
forse per paura di soffrire, non so,
o forse per paura di perderti nei sogni.
Ma adesso sono qui a vivere il momento.