In sosta sul vecchio ponte, dal parapetto muscoso e malmesso tu spii segui e ascolti l'acqua che sotto vi passa. Origlia la mente attenta lo strepeare di quelle acque. Sullo sfondo tremula e vaga una immagine muta: scompare, si riforma, la scompone un gorgoglio l'annega un risucchio. Giunchi intirizziti e canne mezze rinsecchite sorvegliano l'indome flutto che il pensiero riporta a quello invisibile della nostra vita che con cadenza frettosa avanza e senz'orma durevole lasciare mai ci dice dove corra. Quell'alto mormorare del rivo gonfio pare ronzio d'orecchio illuso, quelle guizzanti e nivee spume ricordano vanesie speranze andate in fumo o in malora Su mobile specchio crespo a tratti riflesso ti miri, tremulo pensi a come sei oggi e dubiti di essere ieri stato un altro. Proteso al passato cenere spali memorie seppellite: giovinezza e sogni lustri, amori dolci cari e superbi che per un'ora ti addolcirono il petto. Ma sai pure che il tempo pieveloce procede in avanti e non si volta e così ti inoltri oltre il frangente, temi il futuro vago che non conosci fragile rifuggi da ogni attimo che crolla. Ah l'orizzonte in lontananza oltre la foce ove una luce va morendo e il cuore ancor vi guarda. Inseguendo un indomani che aspetta! Sapremo mai un altro modo di essere? Vinceremo l'indifferenza che ci riabbatte, meno dolente si farà l'oscurità che ci viene incontro a gran passo. In primavera scenderemo al torrente a bagnarci la faccia; una freschezza speranza, a rivisitare verrà il nostro volto.
Voglio essere il cofanetto dove nascondi tutti i tuoi sogni, il diario dove scrivi tutte le tue giornate, la coperta con la quale ti copri dal freddo, il tuo braccio per sollevarti da ogni sforzo, la tua mente per aiutarti in ogni gesto, il rumore dei tuoi passi per sempre gioire del tuo arrivo, le tue lacrime per poter scivolare sul tuo viso e consolarti nei momenti difficili, il tuo specchio per poterti vedere la mattina, con i capelli arruffati e l'aria assonnata.
Ma sopprattutto vorrei essere la tua anima per non lasciarti mai e così renderti immortale.
Abbiamo acceso molti fuochi nel deserto di dune umane sotto stelle esplose nel buio formando cactus nelle mani. Camminiamo su selciati sporchi di fumo, benzina e insetti morti. Non sentiamo il respiro della terra quando il cuore guarda le stelle. All'ombra di molti fuochi schizzano scintille d'amore. Gli occhi si riempiono di luce quando l'uomo matura sotto il sole. Quante aurore accese inutilmente, quante porte chiuse a chiave. Una donna si china dolcemente e nasce un fiore nel domani. Abbiamo viste molte ombre, abbiamo accesi troppi fuochi. Solo uno ne portiamo dentro partorendolo nel ricordo.
Languiscono gli ultimi marosi spume minacciose si dissolvono la bufera è oramai lontana altri marezzi placidi respirano riconoscibile compare l'orizzonte. Lasciamo cuore spaventato il molo del pianto e del dolore troppo vi abbiamo sostato imbarchiamoci ancora per la vita dispieghiamo le sfasciate vele or che brezze d'amore carezzevoli spirano per noi: rinfrancati riprendiamo il viaggio Vieni amore dimentichiamo l'abisso e guardiamo il cielo imbarcati anche tu sulla tolda il timone scambiamoci or che sappiamo a menadito la rotta da seguire non temere altre tempeste rinforzata è la carena nel buio incontreremo la luna: basterà la sua luce a rischiarare la carta nautica da seguire, vieni... All'àncora in una rada poi posa nella mia la tua mano e guardami: sorridimi, i tuoi occhi a me affissa commosso e confuso io vibri difronte a ritrovate tenerezze. Pensando a quando un giorno naufraghi e senza speranza ci ritrovò un desiderio di essere.
Dipingerò il tuo viso sui soffitti di ogni camera, sulla faccia della gente, su ogni mio pensiero, su ogni mio perdono pronunciato, tra le stelle di una notte nera, sulla nebbia che oscura la mia vita, su ogni mio sogno, sui ciottoli della strada, sui cartelloni pubblicitari, sui fogli di giornale, sulla superficie dell'acqua, sulle cortecce degli alberi, sul pavimento degli aeroporti, su ogni fiore della primavera, su ogni canzone d'amore, su ogni goccia di pioggia, su ogni alito di vento, con colori indelebili donatimi dall'emozione di amare davvero, per ricordare a tutti quanto ti amo, per chiederti scusa di ogni mio sbaglio imperdonato, per vederti ogni giorno e in ogni dove, per non farmi dimenticare da te, per passare anche solo un'ora perso insieme a te tra le nostre fantasie, per sorridere scioccamente tra me vagando nei miei ricordi, per farti cantare ancora un po' riempiendo il silenzio dell'atmosfera che mi circonda, per presentarmi alle porte del paradiso e scusarmi con Dio perché ho dato tutto ciò che potevo dare a te e per lui invece non è rimasto niente, per strapparti un'altra risata, per farti arrossire di nuovo, per poterti riabbracciare, per risvegliare gli amanti che da tempo hanno dimenticato perché amano, per rendere speciale ogni tuo giorno, per fare arrivare prima l'Estate, per non stare fermo con le mani nelle mani mentre tu ti allontani da me, per dirti che non sono nessuno d'importante, ma che comunque per te cercherò di essere qualcuno, per farti brillare gli occhi, per rendere il mondo felice, per cancellare la violenza di chi non ha la fortuna di riuscire ad amare, per sconfiggere le tue paure più forti, rendermi il tuo scudo e la tua spada ed insieme affrontare le difficoltà, per parlare per ore ed ore della nostra storia d'amore, per fa notare alla natura stessa quanto tu sia fantastica ed unica. Perché tu lo sei davvero ed io ti amo davvero.
Già è venerdì... e il mio senso d'inquietudine... sale... una strana ansia si impadronisce del mio corpo ormai stanco come un vuoto incolmabile che ti alberga dentro l'anima. Come un esplosione di sentimenti che ti stracciano il cuore... la tua mancanza.