A Follia che bussi; A Follia del cui concepir io rifuggo; A Follia che soffochi pensieri e parole che tiranneggi la vita.
Follia asciugherò le lacrime dell'anima e placherò il mare della tua esasperazione.
La follia è il pianto estremo di una anima incatenata; La follia è la porta schiusa per chi respira solo oscurità; La follia è la rabbia inesplosa che trova fiato nel suo urlo estremo; La follia è la voglia di vita che tutto distrugge;
Non cedere alla follia, frena il suo dire estremo Ascoltandola.
Tu ascolterai la tua follia; Tu berrai dalla tua follia; Tu coccolerai la tua follia; Tu comprenderai la tua follia;
La follia è il pianto estremo di un anima che soffre, asciuga le lacrime alla tua anima e il suo pianto cesserà di esistere.
Tu uomo cavalcherai la tua follia come cavallo impazzito girerai a vuoto nel tuo cielo interiore.
Ma di quel cavallo frenerai il passo al vivere sia folle la tua corsa ma nel tuo sol pensiero.
Ascolta la tua follia, essa non è poi così folle ti sta solo mostrando i confini della tua prigione.
Sogno, attimo d'agonia, istante fantastico. Un viaggio della mente, che fa delirare il mio cuore, un tuffo nel vuoto. Nel buio della notte ti avvicini ed io impazzisco per te. Capelli come seta cangiante, che fluisce leggera. Occhi profondi, tanto da farmi perdere equilibrio e ragione. Pelle di pesca, dolci colline che attraverso mentre scivolo sull'onda dei tuoi fianchi. Non sfiorerò le tue labbra, miele dolcissimo e non ascolterò la tua voce, canto di sirena. Sogno, calda come la notte d'estate, fresca come rugiada, riposa sulla mia pelle; voglio tutto di te, non solo la tua bellezza. Tu sei il mio sogno, che al risveglio svanisce lasciandomi solo. Nessuna donna sarà mai più bella di te.
Sofferta è la comprensione dell'uomo solo, prima di addivenire al se unico avrà battuto i suoi mille alter ego dai molteplici volti atti a confonderne il pensiero.
Agirà davvero l'uomo solo, quando nel muoversi dovrà dar conto al suo unico avanzare;
Cambierà davvero l'uomo solo, quando nel divenire inquadrerà il suo unico sentiero;
Produrrà davvero l'uomo solo, quando avrà guadagnato la propria comprensione;
Migliorerà davvero l'uomo solo, quando del suo seme vedrà raccogliere frutti;
L'uomo solo guarderà al domani conservando rettitudine e passo fermo, e nel molteplice cammino si troverà ad avanzare proiettato dal suo unico e stabile sentiero.
Or che amor più non emerge dal fiume dei miei pensieri sotto un mucchio di pietre riposa pure cuore vuoto cessata di essere è colei che fu e non è mai stata. Se il presente che sconto non crea e include futuro se sia giorno o notte se il sole brilla e la luna passa cuore che più ti importa: è la pace del sonno ultimo il totale di tutte le disillusioni la resa di ogni speranza il fine di ciò che sembra essere. Alle morte siamo come ad una festa al crepuscolo per raccogliere intero il risultato di esistere congedati da un mondo che resta sempre uguale.
Quando lancerai sentenze al vivere, sappi che il vivere ascolta e conserva ogni dire, e di quel tuo proferir parola te ne chiederà conto. Sia attento il tuo parlar al prossimo perché il mal detto sarà il tuo solo verdetto.
Quando seminerai zizzania nei campi del vicino, sappi che la zizzania e un seme leggero che danza tra venti più svariati. Se non vuoi che la zizzania infesti i tuoi campi, non spargerne seme.
Quando infliggerai pena, sappi che sotto lo stesso giogo cadrà il tuo passo. Negli occhi di chi merita il tuo diniego osserverai il riflesso del tuo domani. Ascolta l'anima quando la ragione malevolmente conduce.
La vita è quel fiume che sempre scorre, la sua corsa potrà essere fluida o pesante dipenderà da te.
Trascinerai con te il peso delle parole dette e quello delle parole non dette, sino a quando il tuo parlare non sarà proferito dal cuore.
Solo le parole innalzate dal caldo focolare del tuo corpo freddo avranno ali per elevarsi oltre il corso del tuo fiume.
Scorrerà fluido il tuo fiume solo quando il dire sarà figlio del cuore.
Tu, passione, dolore, rabbia e amore... inibito; tu, che hai qualcosa dentro di sbagliato ma che ci rende simili; tu, che estendi il tempo senza che io me ne renda conto; tu, da maestro sapiente sei entrato nella mia mente confusa e stanca, tormentandola dal solo tuo pensiero; tu, sublime approfittatore della mia vacuità esistenziale, mia terapia. Amore ribelle, mellifluo, malvagio, mia squallida patologia!