Io me ne andai per nascondere il mio pensiero per leggere le parole non dette dentro me confuso di scoprire che ogni mio respiro e parola indicasse una cosa sola non chiesi dove andavi per celare dove andavo ne ti dissi come stavi per capire come stavo il motivo per cui non c'ero lo sa il mio carattere nero. Noi che facemmo scrivere di noi, poi giorni pensando senza poi. Ferito il tuo dolore che dolore non passa mai. Ritrovato il tuo amore che amore viva assai. Se per poco ci fu, quell'attimo di più. Volare senza cadere con le ali dell'amore. Io pensai di non averti mai così lontana chiedimi semmai quel giorno meno di me trovai meglio di perdere te.
Dilata l'anima al canto del mondo e del mondo ascolterai il palpitare intenso;
Dilata l'anima al canto libero del vento che soffia nella luce di un fiore, e danza attraverso i suoi nobili colori;
Danzerai con la musica nel cuore quando l'armonica canzone della vita avrà seminato in te il suo sorriso.
Tu farfalla dalla luce interiore ti solleverai oltre il canto umano per raggiungere la stella del tuo vivere oltre quella oscura nube che nasconde al vivere il suo prezioso tesoro.
Danzerai nei cieli e tu sarai mistica essenza tra i raggi di quella stella che porta il tuo nome.
Dilata l'anima al canto melodioso del vivere, saggia il frutto celato dalla dura scorza di cui ti sei nutrito per consolidare comprensione.
Schiuderai ali immense per librarti in volo nei sentieri incantati di un vivere diverso, dove cibo per l'anima sarà il suo solo canto.
Farfalla in volo aprirai ali che sorprenderanno le stelle del vivere per grandezza e colore, ma l'immensità del cielo non avrà in se stupore, attesa era la tua luce laddove solo luce è.
Dare un senso alla mia vita nel cammino di errori e ... Nostalgia nel rimpianto ormai si fà vivo già il domani. Ma la noia non è vera quando penso, e penso a te che m'hai dato quella forza di aggrapparmi a quel senso. Sei tu gli occhi dell'amore col sorriso nel dolore ad aprire un grande spazio nel mio cuore. Mi sveglio e dolcemente guardo te nel silenzio del mattino, l'emozione che mi dai sono pronto già al domani. Paura non ho restare con te, la vita in un sogno e quel sogno sei tu. Sei tu l'ancora del domani nel cammino di errori e nostalgia Sei tu l'amore che ha sconfitto la noia di sempre Sei tu la mia vita di giorno la speranza di notte Sei tu la forza dell'anima il coraggio che ci dai oggi, domani, e sempre sei tu.
Adesso che piango vorrei un solo favore da Te. Vedi queste lacrime rare direi uniche, prendile come ultime. Io che di preghiere non faccio schiere. Sono qui per chiederti, togli ciò che oltre la vita mia non serve mica. Toglimi il pane e l'acqua. Toglimi il lusso e l'essenziale. In cambio di un soffio a quel male, spazzalo via e dona a lei ciò che le appartiene affinché venga da me.
Trepida luce ai margini dell'ombra giunge la tua parola a rischiarare gli oscuri spazi della dimenticanza. Graffia ferite mai chiuse, tracciando vie di amarezza da me già percorse.
E la memoria arretra, travolta da vertigine d'eventi, sfoglia pagine bianche, vuote d'amore, cerca sincere parole che forse cerchi anche tu, amico deluso, quando nella spirale d'indifferenza che ti circonda la solitudine s'è fatta distacco.
Che darti, se i sogni feriti da gelide lame di sguardi, raffrenati da àncore di fuoco - marchio rovente di dure parole- ora fluttuano su spente acque d'oblio in cerca di ristoro: gabbiani troppo stanchi ormai per alzarsi in volo.
Che dirti? Le secche foglie delle parole volteggiano nel turbinio dei pensieri senza oltrepassare la sfera indurita, - sono solo echi soffocati- e i fogli gettati nel cestino non sono che singhiozzi accartocciati.
Di nebbia sottile il freddo respiro d'autunno imbambagia il silenzio.
Solo il sussurro del tiglio ferito, del ramo caduto che blocca la soglia.
Non apro ai ricordi, ai muti fantasmi assopiti, ai sogni smarriti che bussano lenti.
È ora di solitudine, è tempo d'ipnotica attesa, di macerato rancore, di rassegnato dolore.
Domani chissà, disciolta la coltre di neve, lontani i giorni del pianto, sarà una carezza di sole a riportare il tepore, sarà di nuovo un sorriso a risvegliare un palpito d'infinito.
Di me non ti posso parlare per non infrangere i tuoi giovani sogni di cristallo. Non posso dirti d'infelicità nutrita da continuo sogno, di ferite d'affilate menzogne lenite da oasi d'illusione...
Ho levato l'abito del Pierrot per mettere quello d'Arlecchino, ho nascosto la lacrima indelebile sul viso dietro maschere d'amore tese nello sforzo del sorriso, ho represso in me frantumi d'incaute nostalgie - consonanze d'amari disinganni- per non distruggere le tue smaglianti attese.
Non ti dirò di povere speranze soffocate in fondo al cuore, ora che inguaribile dolore raggrumato tra le pieghe dei ricordi si traduce in inerte solitudine. No, di me non ti posso parlare: dito d'amore sulle labbra m'impone silenzio. Vivi i tuoi diciott'anni figlia mia!
Tu che danzi nella notte sopra le onde del mare con le ali che ti illuminano, e una strisciata di luce argentata che ti avvolge rendendoti di un'incanto senza fine... angelo mio, pensa a me, quando le stelle ti circonderanno perché io verrò da te per farmi abbracciare e proteggere dalle tue ali!