È stato tempo di cambiamenti, è stato tempo di sofferenze. È stato tempo di delusioni, è stato tempo di differenze. Non diffidare del buon destino, continua a credere in un nuovo mattino. Un giorno diverso, un giorno migliore, e vedrai: La tua vita riprenderà presto colore. Cerca il tuo sorriso tramite le persone che ti sono vicine... Ricorda quando giocavamo, ricorda le mie mani piccine. Ricorda il tuo matrimonio guardando l anello che porti al dito. Ricorda i tuoi sogni realizzati: Da trent'anni è tuo marito. Ricorda ciò che ti ruba una lacrima di allegria. Quando si creano dei vuoti bisogna riempirli con un po' di fantasia. Non avere paura, non sei certo sola. E se hai tristezza nel cuore usa la parola. Sfogati quando vuoi perché da questa parte non hai un muro, ma ci sono due persone che per te hanno un amore sincero e pieno di colore. Auguri mammina.
Più voglio che te ne vai più ti avvicini a me e mi chiedo il perché non riesco a scacciarti via, mai...
... mi abituerò al tuo alito sul mio collo che mi scortica la pelle per toccare la mia anima e torturare il mio cuore.
Graffianti e allettanti i tuoi sussurri all'orecchio ma non basteranno a sviscerare i miei pensieri. Non uscirà mai dalla mia bocca la tua voce, soffocherai senz'aria nella mia gola.
Ti domerò bastardo, tradirò le mie emozioni e ti imprigionerò dove non potrai scappare. Tra le mie mani perirai.
Non spezzerai le sbarre della mia prigione, non sorpasserai i limiti della mia ragione. Ti ghermisco qui con queste parole dannato, fottuto rancore...
Tu che sei simile a me, tu che come me hai progettato un futuro costruito su una speranza e ne sei rimasto amaramente deluso: Come si fa a sopravvivere? Come si fa a non mollare? Come si fa a smettere di sanguinare? Ad andare avanti, come si fa? A non pensarci, a ricominciare? Dimmi come si fa se lo sai perché sento gli organi implodere su se stessi, sussultare ogni secondo e battere insieme al cuore, che da uno squarcio sta perdendo lentamente la sua vita. Dimmelo o potrei scivolare lentamente sottoterra. Dimmelo, perché adesso vedo una strada non costruita, senza asfalto, che mi si para dinnanzi? Perché quella salita, che mi avvicinava sempre di più alla felicità, è stata bruscamente interrotta? Dimmelo che ho sbagliato. Che sono un ingenuo, un debole. Dimmelo che sognare è da sciocchi. Dimmi che è colpa mia e non del mio sogno agognato. Dimmi che non avrei fallito se fossi stato diverso. Raccontami di te e dimmi che tu avresti fallito come me. Che alla fine non ho sbagliato nulla, ma che semplicemente non ero pronto. E che forse il mio unico errore è stato crederci troppo. Ingannami crudelmente ma regalami altra speranza. Drogami di falsa felicità. Di quel sentimento che gli rassomiglia tanto, ma che con tanta facilità ti si dissolve tra le mani. Curami il cuore prima che smetti di battere. Oppure uccidimi prima di vederlo piangere altre lacrime. Rubami l'anima e nascondila dove non possa trovarla. E se il mio corpo vorrà cercarla privami delle gambe perché così non possa andare a cercarla. Non farmi provare più emozioni e non farmi raggiungere ciò che voglio. Svuotami tutto e riempimi di solitudine. Inchiodami le mani con spuntoni di odio. Impediscimi di farmi ancora del male. E poi, se puoi, se vuoi, portati con te la mia speranza, che mi ha tradito e ghermito tra le sue debolezze. Stammi vicino e continua a parlarmi, e sì, narrami della mia vita raccontandola a memoria. E quando arriverai all'avvelenato pugnale prendilo tra le tue mani, esattamente come fece il Destino, e infilamelo nel petto perché non voglio fare altro. Non voglio fare altro che rivivere ogni secondo di quel pugnale. Non voglio fare altro che risaggiarne la punta entrarmi tra le costole. E se è il dolore che amo soffrirò per il resto della mia esistenza, ma ti prego non fermarti e porta dentro tutta la lama. E se poi piangerò è solo perché ho riprovato la stessa emozione, amore, odio e frustazione... E dopo aver finito di uccidermi non lasciarmi cadere a terra ma sorreggimi per le braccia. Ma non levarmi quel pugnale dal petto... perché è la cosa più cara che ho al mondo. Dimmi che non sono uno stupido poi e ripetimi di nuovo che non è colpa mia e che non sono il primo a cadere in questa trappola. Accarezzami sulla guancia sentendo la barba che graffia il dolce palmo della tua mano e forse la diffidenza scomparirà. E poi, se riesci, se non fallisci estraimi quel pugnale e cancellalo dai miei ricordi. Perché forse allora avrò capito che non è il meglio, ma solo una buca sulla mia strada che adesso è stata riempita. E se ancora costanti dubbi mi assalissero, fermami e fammi sedere e come se fossimo a scuola insegnami a vivere al meglio la mia vita. Ma ti prego non abbandonarmi anche tu perché diverrai la cosa più importante che ho. Non trasformarti in pugnale, ma divieni penna per poter scrivere su un foglio di carta la nostra felicità. Poi invecchiamo, ma non smettiamo di fare l'amore e continuiamolo a farlo come se fosse la prima volta. Continuiamo a provare lo stesso imbarazzo quando ci baciamo e la stessa tristezza quando un impegno ci separa. E cercami come se fossi aria ed acqua e tutto ciò che ti è essenziale per vivere. Ed allora capirò che la vita non è crudele, ma che siamo noi che scegliamo di farci del male a volte.
Ti amo già anche se non ti conosco... E sono qui ad aspettarti, dolce, ignoto futuro...
Passano le ore che cercano parole, scusanti di silenzi imbarazzanti di un tempo che ci porta a ritroso per uno spazio attraversato e mai osservato. E mentre il cielo diviene la realtà dei miei ultimi respiri mi ricordo di quella che non eri, che non sei e che non sarai, in mezzo alle tue paure, nascosta dalle tue acconciature, dietro troppo rimmel i tuoi occhi perdon calore e tra lacrime tarde si può veder colare il colore che scivola a disturbare i miei sogni. E mentre il cielo diviene la realtà dei miei ultimi respiri mi accorgo per fine di quanto sia immenso l'ultimo attimo che la vita mi ha donato...
Così tante cose da dire, ma nessuna di cui valga la pena parlare. Lingua smorzata su movimenti desiderati, parole pensate e mai pronunciate, errori da cancellare...
C'è una possibilità di redimersi?
E mentre vedo i pensieri sovrapporsi, affiora in me il desiderio del silenzio...
Non vale la pena di continuare a volare, dispiegare le ali e lasciarsi andare, voglio continuare a cadere ed a farmi accarezzare dal tempo.
Sono davvero importanti le stelle?
Quando tutto odora di rotto, inizio a chiedermi quando inizierà a piovere sui marciapiedi bagnati dal mio pensiero, nelle pozzanghere insidiose tra i miei piedi.
È davvero così bella la luna?
Risento ancora il sapore del bruciato risalire per la mia lingua e di nuovo riconosco l'amore e l'importanza che il silenzio a volte regala.
È davvero così immenso il cielo?
Certe notti basta solo passarle fissando l'oscurità per accorgersi che lo spazio può attendere, perché è inutile iniziare a desiderare se non si sa cosa la vita ti ha già dato...
È lui... è lui, che vive dentro di me, che perdona i miei errori, è lui, che nel presente vedo così lontano. Lui arriverà, e sarò io a corrergli incontro. Lui ascolta i miei pensieri più profondi e mi insegna ad esprimerli a chiunque incroci la mia strada. È per lui che voglio continuare a vivere: per vederlo realizzato. È verso di lui l'unica mia coerenza. Lui, mi accompagna per mano dall'alba al tramonto e dal tramonto all alba. Lui mi guiderà con passione, per scoprirsi... è lui, che mi fa volare libera dentro al mio piccolo mondo. È per lui che ancora soffro se ascolto una colonna sonora. Lui, chuiderà gli occhi solo quando li chiuderò io. Ma lui, non morirà mai dentro alla mia amina... Lui, è: il mio sogno.
Tienimi tu, adesso le mie mani, mamma... ora che le immagini di te, come soffice sabbia. Di eterne maree, si perdono davanti ai miei occhi, annebbiati di pianto... Dammi anche solo una parte del tuo cuore sereno, e sempre gioioso d'amare, fino all'ultimo respiro. I tuoi dolori, li perdesti lungo la strada... io non li ho mai conosciuti, perché amavi la vita come una fanciulla che spera sempre, nella clemenza del cielo e del tempo, e non desideravi altro, che quelle gioie della famiglia... quelle gioie che perduto... ed io con te... mamma... Fà che le paure... della vita, per me, non battano mai alle vetrate, dell'anima mia... con sibili cattivi e logoranti, quelle paure che sconvolge i giorni, e che ti porta via ogni cosa, che non sia ben ferma... Aiutami a saldare con chiodi fortissimi, il mio amore... e guida, il viaggio del mio cuore, verso sponde... tranquille.