Parole amate pensate che esprimono armonia lamento felicità di un'anima che sussurrando vuole parlare di sé.
Il vento porta lontano le mie parole in luoghi inospitali affollati insoliti e si trasformano in un'eco e come un boomerang tornano a tormentare le mie notti insonni mi turbano mi trafiggono mi ingannano.
Parole che non mi riconoscono e non mi appartengono più estranee travisate rabbiose offensive false spregevoli.
Silenzio... forse il vento si placherà! Silenzio... e l'ipocrisia trionferà!
Devo tramortirlo e imbalsamarlo quest'amore che scalpita e vola raschiare alle radici il dediderio di te che dentro il cuore fiorisce bruciare le pagine su cui è annotata la cronaca di un accaduto convissuto? Ti sentirai libera dopo al vertice di un crepuscolo? Libera di che? Di non amare? Che contrapporrai a sogghigni di tristezza al mortorio corteo di solitudini, quale tepore umano ti sorreggerà ragionando con vecchie e nuove malinconie! Son gelide e magre labbra non baciate insostenibili le conversazioni col vuoto squartanti i suoi morsi voraci rapidi i declini improvvisi di illusioni. Non torcere e spezzare il neonato sogno balbettante non sapeva ancora esprimersi ma fu scritto, venendo al mondo, che fummo fatti per amare e non viandanti tra la folla della vita a cui nessuno bada nel viale degli anni. Senza luce la paura del nulla regna i primi singulti avvia e serra il petto; tutto soffocato, al buio pesante più nulla si dibatte, durature assenze instillano intollerabili presenze. Riprenda ancora la tua vita uno sguardo di un sentimento si faccia serva e padrona non si ingrigi scialbata d'amore e invecchiata funghisca nel rimpianto di un languido: "perché così non fu?". Se qualcosa di me in te affonda se non demone incarnato io sono e non ho mirato e impallinato le tue ali abbandonati al primitivo sogno e sia quel che sia domani; una croce in segno di assenso il tuo cuore analfabeta apponga in calce ad un compromesso d'amore! Un atteso e nuovo ritrovarsi in un reminiscente slancio d'anima ci dica: siamo ancora in vita una presenza fidata ci accompagna e la sua voce ci riscalda il cuore.
Per te che mi hai aiutato nel momento del bisogno, per te che sei stato ogni notte il mio sogno, per te che non mi vedi più come la cosa più bella... Per te che sei il sole e vorrei essere la stella.
Guardati, guarda chi sei, odiati o amati se vuoi. Prendi lo specchio e guardati apparire, è l'immagine della persona che ti ho fatto diventare. Mi dispiace credevo di farti stare meglio ma tu hai frainteso, non hai capito il mio consiglio. Mi dispiace, mi dispice vederti cambiata, sono stata io... sono io che ti ho rovinata!
Metto da parte delicatamente tutti i pensieri intrappolati nella mia mente, affondo nel silenzio lontano dal rumore e come un'arrotino affilo dolcemente le pareti del mio cuore, con l'intenzione di tagliare l'emozione al primo impatto per assorbirne subito il contatto, sentir le vibrazioni più profonde, io spiaggia tu l'oceano immenso e le tue mani dolci onde che arrivano mi toccano e poi mi lascian solo ininterrottamente da mattina a sera.
Tendo le mani al giorno inizio a camminar con lui nelle le sue strade, e annoto nel taccuino della mente quel che accade. Dune di falsità rendono ardue le ricerche di contatto, occhi nel vuoto mi guardano come dire... questo è matto. Sogni sospesi nel deserto della fretta danno parvenze d'oasi ricercate, parole prestampate fuoriescono da sole come addomesticate, secchi cespugli d'emozione persa mi sfiorano donandomi tristezza, sabbia che porta il vento delle diversità crea muri a nascondere bellezza, miraggi di pazienza sconvolgono le menti indaffarate a costruir ricchezza, mentre nuvole di buone intenzioni si dissolvono squarciate da commercial saggezza. Con gli occhi semichiusi il giorno sta lasciandomi le mani ed io son stanco d'annotar nella mia mente quel che non accade più, di faticar per ritrovar negli occhi della gente un mare un cielo blu. Intanto notte fredda arriva a ricordare il gelo del deserto, deserto dato da contatti umani che non vanno a fondo. Pensar che ci legava e ci scaldava... un girotondo.
Il sole un giorno tornerà ad asciugare queste lacrime. Sono state versate per troppo tempo. A lungo ho atteso il tuo ritorno, ho aspettato che i tuoi occhi mi guardassero ancora, che ti accorgessi quanto in realtà io ti volevo. Ora è tardi e osservandoti da lontano mi accorgo che non ci sei più.