Non ricordo il mio passato, l'ho confuso con i sogni, quel che faccio, o che ho già fatto, non so neanche se l'ho fatto, quel che dico, quel che penso, può sembrare senza senso, buio, vuoto intorno a me, non riesco a non vedere
il dolore dentro, straordinaria sensazione, brucio dall'interno, sto godendo del mio male, soffocare voglio ogni libera emozione, prima d'impazzire, devo solo ricordare.
Difficoltà di rimettere in ordine ogni pensiero, ogni mia distrazione, se guardo intorno per trovare un ricordo non...
riesco a riconoscere ogni mia depravazione, il piacere di nascondersi dentro ogni mia delusione, massacrare voglio quel barlume di ragione, nasce ancora dal silenzio
il dolore dentro, straordinaria sensazione, brucio nel profondo, la mia vita muore.
Il tormento della ragione, la follia è la soluzione, esistenza condizionata dal passato dimenticato.
Non capisco i miei pensieri, li confondo coi colori, rosso come il cielo ma il mio mondo è solo nero, ho giocato la mia vita per un solo desiderio, datemi tempo, datemi tempo, voglio capire, voglio sentire
il dolore dentro, straordinaria sensazione, brucio dall'interno, non mi posso più fermare, continuare voglio a distruggermi la vita, prima di morire, devo solo ricordare.
Il tormento per la ragione, la follia è l'assoluzione, esistenza condizionata dal passato dimenticato. Razionale confusione, la discesa nell'illusione, devo solo ricordare, ricordare...
Pagine, dolori e sguardi immaginari di una mano che forse si muove di una bocca che forse sorride. Ecco il dolore, ecco le lacrime. Mali che ti colpiscono e ti conducono a soffrire fino all'ultiro respiro, occhi che guardano lontano verso un'unico pensiero. Sono passati minuti di intense parole di soffocanti occhiate rivolte a chi soffriva, è restato qualcosa nel cuore di ogni persona forse una stessa domanda"Perché proprio a me, perché!"
Un cipresso piange, per un bimbo che non c'è più. Il vento ulula, per calmare il suo dolore. L'acqua da una fontana gocciola, singhiozzando. La luna triste splende per illuminare il posto ora occupato dal bimbo. Le stelle s'alzano per cantare una ninna nanna per rallegare il bimbo, affinché dorma. Mentre fuori la vita continua inesorabile e dimentica la parola fine.
Quella brezza che ti scompiglia i capelli, sembra una carezza. Chiudi gli occhi, pesanti e tristi e cerchi la pace, ma la massa di pensieri in guerra confonde la mente. Bello sarebbe, spazzarli via nel vento e ricominciare, con l'anima pulita e un cuore più leggero un nuovo giorno, forse ritrovando un sorriso quasi dimenticato. Stavolta avere gli occhi lucidi non di lacrime, ma di speranza.
Trovarsi di fronte a un bivio, e non trovare la giusta segnalazione, tornare indietro, senza rendersi coscienti di aver percorso più volte la stessa strada, senza aver mai trovato la forza di prendere una decisione. Un giorno in cui ti senti soffocata vuoi procedere, non più per fuggire e l'essere cosciente ti permette di tornare in te di intraprendere un viaggio senza meta, con la sensazione di non sbagliare dicendo "Ti amo, ma è finita".
Ho paura di sperare. M'illudo e basta. E in quei ricordi, nella maggior parte delle volte vedo solo cose tristi. Ora vorrei ballare ma tu sai che non ballo. Ora vorrei un random di fango e sabbia e nell'interno, dentro, io e te. Non sei più qui ma vorrei raggiungerti. Fremo dentro di me... Tu svieni ma un giorno di accenderò...
Guarda da un'altra parte, non sentirai sulle tue spalle gli orrori del mondo. Guarda da un'altra parte. Non soffrirai più per un amore tradito. Guarda da un'altra parte, non rimpiangerai più un'amicizia delusa. Se non vuoi continuare a sopravvivere, guarda dentro te stesso, e ricomincia a vivere.
I gesti andati della gente che mimava le parole, commedie naturali dal nascere al calar del sole, parole perse nelle dimenticate usanze, senza leggii ne note le frasi emesse fanno ballare danze. Ricerca d'espressione nel legar la voce ai gesti, giocano i colori nel tenue movimento delle vesti. Ricordi miei di bimbo ignaro spettatore di pura commedia ma prima di veder calar sipario, dormivo già su di una sedia.