Dolci lineamenti del suo viso illuminano il rinascere del mio sorriso le parole sussurate nella sua bocca sono petali di nuvole che formano la nostra rosa dolcezza assoluta l'unione dei nostri respiri vortici ciclici che c'attraversano unendo i nostri sospiri attimi di eterno paradiso dove anche gli errori donano la calma sul nostro viso trasformandoci così i pianti sono infranti non c'è posto per l'acqua vicino al nostro fuoco e riscaldati gli animi calmi amano anche i fastidi sussurrati se si è vicini e come il ghiaccio scompare al sole se siamo giunti scompare il mondo pensando solo al nostro amore...
Che ragione c'è di guardare ancora il cielo il mare e le stelle di correre dietro restie illusioni e attizzare altro fuoco nel cuore. Si sbriciola e si accorcia la vita forse domani sarà tutto compiuto e non gireremo più intorno al nulla smidollato è già ogni desiderio rasa al suolo la speranza e niente e niente più voglio della schiuma che si è dissolta. Mi resta sì il respiro in salita il ricordo di qualche imbarco sull'arenata goletta dell'avvenire la conoscenza acuta della realtà da cui fui sorpreso e sconfitto quando una scintilla mi illuminò e l'animo in salute ammalò dell'incurabile morbo di vivere. Possiamo appena solo narrare deglutire davanti a blindate vetrine di sogni luccicanti, pensare di vedere e sentire ciò che da tanto non ci appartiene: giovinezza e amore. Che accade di visibile conforto oltre lo sgocciolio del tempo e il tedio del prima e del dopo il venir del vuoto compimento senza aver visto mai il pieno! Passano di gitto figure di seta sorrisi e fili di luce nello sguardo anteriore di me che ieri fui la sera spenti toni poi effonde l'arpa muta tra le grate della cella buia in cui sconto la mia condanna bramando condono di giorni futuri. Oh il sole irraggiunto... irraggiungibile che conserva il suo oro sorridente!
Ma cosa ci facciamo sopra questa terra se io ti porgo le mie mani nude e la pota tua si chiude
Ma cosa ci facciamo sopra questa terra non ci guardiamo più negli occhi guardiamo a terra
Ma cosa ci facciamo sopra questa terra attaccamenti alla materia attratti dal denaro anime dal gusto amaro
Ma cosa ci facciamo sopra questo mondo se non mi dai una mano vedendo... che vado a fondo
Ma cosa ci facciamo sotto questo cielo se quello che diciamo non è vero
Ma cosa ci facciamo vicino a questo mare siamo capaci a dir che bello lui intanto muore Ma noi cosa ci facciamo sopra questa terra Noi? Noi non possiamo mancare sopra questa terra Perché? Perché noi... siamo la guerra!
Come la notte buia senza chiaror di stelle l'incertezza a se stringe l'anima scalfendo la sua essenza Dubbio e paura la prendono per mano silenti la conducono verso l'inquietudine.
Una docile quiete lentamente colma il vuoto della mente, mentre sopportazione e pazienza si mescolano ad uno strano dolore.
Danza l'l'afflizione al suono assordante della melodia del silenzio indifferenza e torpore, inseparabili amici si divertono mascherati nel gioco dell'ipocrisia mentre, una dolente calma, temperata da una strana dolcezza, forgia e rende salda la natura dell'essere.
Aspettavi un segnale che ti parlasse di Me, ma vedi solo le nuvole, e ti chiedi perché. Forse stai pensando che questa poesia, sia solo il frutto di una folle utopia, ma se la rileggi con molta attenzione, troverai le parole che appartengono al tuo cuore. Tu sei la materia, io sono l'astratto più volte mi osservi col tuo volto distratto, tu sei l'artefice di una partita infinita che da noi è l'eterno, e per voi è la vita. Più volte mi sfiori col tuo dolce pensiero, ma ancora non credi che mi parli davvero. In ogni porta che hai aperto, senza alcuna fatica, hai trovato di certo, una chiave un po' antica, che ha vissuto millenni, ed è ancora perfetta, perché è l'arte di un Uomo che all'ultima porta ti aspetta. Io sono la tua guida il tuo consigliere, colui che bisbiglia la tua mente a dovere. Ma spesso il tuo udito al quanto distratto, vorrebbe ascoltare la voce di un matto, che sbatte le porte, e ti apre i portoni per farti passare sventure a milioni. Ascolta il tuo istinto c'è dentro il mio amore vedrai che d'incanto spunterà fuori il sole!
Sorella mia Il primo lungo abbraccio ieri Sei scoppiata in un pianto irrefrenabile, no tu non devi piangere, tu non devi Io posso, io so soffrire io so sopportare io devo lottare io devo riconquistare ciò che mi è stato estirpato dalle profondità del mio cuore della mia anima Non guardarmi con pietà Con sofferenza Sii serena che son venuta Sii felice che io ci sono Sii felice che respiro Il primo vero e lungo abbraccio d'amore fraterno ci son passati un ciclone di anni ma non importa importa che ce stato e sento che ce ne saranno altri col tempo di serenità avvenire Grazie il mio cuore sorride guarisce con gli abbracci Veri.
Tutto tace: il silenzio vaga nei sentieri lo sguardo si perde nella coltre fitta della nebbia.
È inverno la morte sembra circondare, forse un illusione
un apparire nascosto
inafferrabile; si ode solo un richiamo in lontananza un lupo oppure un cane, animali inquieti che cercano cibo lasciano orme, diventano preda...
La stagione avanza: un vecchio dai lunghi capelli e barba bianca ricopre la valle, e il gelo scende con la sua cappa di cristallo.
Mistero... vento... tutto un sibilo che trascina in un vortice invisibile di fili di seta, la parola è muta il respiro è affanno, ma...
Solo nelle case un dolce tepore porta ristoro è bello guardare il fuoco acceso... riscalda l'anima ritorna la fantasia, la mente regala emozioni intense... il cuore arde d'amore.
Ora... che mangiavo pane e silenzio l'angoscia è di nuovo tornata; un brivido al suono del campanello è arrivato l'inganno... Esseri inquieti assetati d'orgoglio infieriscono di nuovo sulla piaga...
Silenzio è il mio motto: ma l'onta subita si affaccia di nuovo e l'inganno operoso dell'intrigo più nero abbevera l'egoismo.
Infinita la sete di finto buonismo apparire mai essere, solo maschere disgustose.
Ora che mangiavo pane e silenzio torna il gioco della fame più nera, dove perde l'amore e vince lo squallore.
Silenzio è il mio motto: ma, l'egoismo ha sete, beve il coraggio di un gioco vile. Ha bisogno di gioire per mascherare il suo inganno, e l'intrigo si fa duro nel giorno più nero...