Scritta da: Mdanimation
in Poesie (Poesie personali)
Neo
Quel neo ribelle
fastidioso
mi sbuca tra le membra
e mi guardo
singhiozzo
Sono costretta con lo sguardo allo specchio
dolore lancinante
per una macchia.
Composta martedì 29 maggio 2018
Quel neo ribelle
fastidioso
mi sbuca tra le membra
e mi guardo
singhiozzo
Sono costretta con lo sguardo allo specchio
dolore lancinante
per una macchia.
Quale artista eloquente
ha convogliato
immenso panorama
giocando coi colori
sulla pelle
di petali di fiori
dappertutto
sfiorando con le dita
le corde dell'ugola d'oro
coi pennelli di miele
toccando
gli spazi segreti del cuore
facendo sentire conteso
ciascuno dall'altro
costellando il cielo
di luci
e poi svegliando
tutta la tavolozza
col soffio dell'amore.
Per l'opposizione è prerogativa una
solida ricognizione e ripartir
mollando la frizione (attriti interni), per
seguir di quel contratto (di governo)
tutti i punti di cucitura (tra M5S e
lega) e di sutura (famoso piano B su
uscita Europa) nella loro applicazione in
una futura dimensione. Infatti coi soliti
proclami (promesse) non si superano
gli esami e i cittadini non sono dei
salami! Vogliono avere libere le mani
(voto) per stracciar, se serve, dei nuovi
governanti, i folli piani (le non
coperture). Solo così la spioggia* cade
e rinfresca, tra i filari di alberi, le
strade (idee); e tutto ciò è quanto, qui,
in "Italia made".
*spioggia: è il gocciolamento che cade dagli alberi appena finita la pioggia. Spioggia rappresenta il fascino dell'imprevisto.
Oh Italia bella, oh Italia terra mia,
che sia tu sempre forte e prosperosa!
Così ti voglio! Ma anche generosa
incontestata e amata alla follia.
Il cuor ch'è nobile e dona la grandezza:
mai l'anima meschina e la grettezza.
E sia tu unita... si! Meglio se unita
in ogni dove in ogni quando audace
o se pure divisa purché in pace:
una la lingua e più dialetti in vita.
Chè t'è fedele il popolo e rimane
uno e solo uno a te fino alla fine.
Come ti voglio oh Italia tu sarai!
Sono stata morsa da una serpe,
veleno strisciante nel mio sangue,
parole ossessive dritte al centro del cuore.
Il mio odore mutato in nero catrame,
i miei sogni soltanto incubi e terrore.
Ho appoggiato il mio corpo chino
sulla terra e ho pregato, ma a nulla sono
serviti i miei sforzi.
Urlavo sdraiata su un tappeto di rame,
mi dibattevo come una farfalla
catturata.
Non so chi mi abbia restituito l'ombra,
però conosco chi me l'aveva sottratta.
Adesso, solo ora, posso pregare
e trasformare il veleno in parole.
Me ne vado come la ballerina
che lascia il palcoscenico.
Chiudo l'ultimo atto
danzando sulle punte
e sparisco dietro al sipario.
Elegantemente.
Con classe, con stile.
Bisogna saperla indossare
la propria dignità.
Ho respirato l'amore,
sapeva di salsedine e di risate,
di passione e di sogni.
Ho camminato su sabbie infuocate,
mi sono bruciata il cuore.
Per quel respiro
ho navigato mari impossibili
mentre tutto affondava.
Io non sono folle.
Ma ho amato follemente.
Sii il desiderio, la passione.
Sii la ricerca, la sorpresa.
Sii il viaggio, l'evasione.
Sii gli occhi chiusi, il sorriso.
Sii la canzone, il ricordo.
Sii il silenzio, la parola.
Sii una vita, una sola.
Volto di buia cenere di chiesa
riverso a riprovare che si china
per toccare ogni fondo del suo pozzo:
e tutto sembra morto dacché statico,
quei lumini di stelle sono orpelli,
tra gli uccelli oramai nessun fedele,
nella preghiera di un volo di fretta,
solo il quarto di luna con la forma
di una lacrima d'osso suggerisce
che esiste ancora un lutto di candore!
Il cadavere del lutto
può risvegliarsi altro da sé stesso
dove la morte è illuminata vita
di altri sopravvissuti al dolore
sul corpo in ogni punto fu un piegarsi
di Madre precedente disperduta
negli echi delle figlie, mai brillò
così tanto il colore della luce,
il defunto si fece fazzoletto
a cui affidare lacrime di stelle.