Poesie personali


Scritta da: Rosazzurra
in Poesie (Poesie personali)

Luglio

Campi di grano
sotto il sole di luglio
cantano le cicale,
si aspetta l'evento
tutto è pronto
per raccogliere il frutto:
il grano maturo
è pane sicuro.

Tutto è raccolto,
è rimasta la paglia
giaciglio morbido
per l'inverno venturo.

Danzano uccelli
quando è scesa la quiete
e formiche operose per
il chicco rimasto.

Ma, le cicale cantano
sotto il sole di luglio;
aspettando l'inverno
incerto futuro...
Composta domenica 13 luglio 2008
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)

    Magica emozione

    I dolci temporali di passione
    che si rincorrono
    nei cieli del mio cuore
    inondano d'amore
    il mio sentire

    le piene d'emozione
    straripano
    allagando dolcemente
    i prati dell'amore

    e... tu
    sei fiore che ogni giorno
    sboccia... dentro me
    ed io mi nutro
    di questa sensazione

    grazie

    stupenda donna che colora
    la mia vita

    grazie

    per questa magica
    emozione.
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      Scritta da: Carlo Peparello
      in Poesie (Poesie personali)

      Un Fiore

      Ti regalo un fiore per ogni promessa mantenuta
      per ogni esperienza con te condivisa e vissuta
      Un fiore per ogni desiderio esaudito
      per tutte le volte che al volo mi hai capito
      Un fiore per tutte le volte che mi hai perdonato
      per ogni sole che mi hai regalato
      Un fiore per ogni tuo gesto spassionato
      per ogni incomprensione che hai gettato nel passato
      Un fiore per ogni tua lacrima asciugatasi in fretta
      per il tuo modo semplice di essere perfetta
      Un fiore per non farti mai dimenticare
      che basta un tramonto e uno scorcio di mare
      e un fiore al momento giusto tra le tue mani
      per rendere unico il nostro domani.
      Composta domenica 19 luglio 2009
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        Scritta da: Franco Mastroianni
        in Poesie (Poesie personali)

        Cavie

        Siamo miliardi
        di cuori in movimento
        di lampi d'emozione
        d'amor
        di sentimento
        siamo
        caratteri... di stampa
        nel libro della vita
        siamo corteccia... pietra
        magnete... calamita
        inutli dilemmi
        amici oppur... nemici
        candido tufo... dove
        non attecchiscono radici
        siamo l'amore ricercato
        prestampato... l'usa e getta
        siamo soltanto i figli
        della fretta

        e quando ci accorgiamo
        nonostante tutto
        di saper usar le ali...

        il nostro nome può diventare

        Ebola... Aviaria... H1N1.

        Siamo soltanto cavie
        per le multinazionali.
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          Scritta da: nina.*
          in Poesie (Poesie personali)

          Toccare il cuore con le dita

          Toccare il cuore con le dita
          di chi soffre, provare a sentire
          il suo dolore.
          Impazzire di fronte a immagini
          scioccanti, non avere un filo di voce
          per urlare:
          immaginare di essere lì, con lore,
          e provare quella sensazione di sentirsi persi,
          immobile di fronte all'atroce paura
          che cinge tutto il tuo corpo.
          Strapparsi ogni pezzo di pelle sino
          a provar disgusto di sé, sentirsi
          inutile.
          Una lacrima si cala, greve,
          e mordersi con rabbia, il labbro,
          di fronte a queste scene,
          ... perdere il coraggio.

          La nascita di un guerriero
          con la sua morte vicina
          senza medaglie,
          Soli sul selciato, soli nella melma,
          guerrieri senza vita,
          nessuno li riconosce.
          Nessuno sa
          chi sono,
          una croce senza nome,
          i loro sguardi senza lacrime,
          verso noi sopravvissuti,
          solo il cuore piange,
          piange lacrime di sangue.
          Composta nel ottobre 1996
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            Scritta da: Franco Mastroianni
            in Poesie (Poesie personali)

            Freccette d'emozione

            Il mio pensare a te
            è fatto di granella
            zuccherina

            di gioie di sorrisi
            di lino steso al sole
            che saluta la mattina

            di un susseguirsi magico
            d'immagini d'amore
            di un freddo ormai sconfitto
            dal caldo... del tuo cuore

            di ripide risate
            che non trovano freno
            di gradinate senza numero

            dal candido tuo seno

            di freccette d'emozione
            scoccate
            in continuazione.

            Il mio pensare a te
            mi fa ruggir
            come un leone.
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              Scritta da: Cristina Gemmati
              in Poesie (Poesie personali)

              Il cane e la volpe

              Il cane e la volpe si presero per mano
              e insieme camminarono.

              Erano amici così sembrava...
              Ma poi sempre qualcosa li allontanava!

              Il cane era bravo, sincero, affettuoso,
              La volpe era furba, incostante e... chissà!

              Questa era la loro diversità!

              Ma poi sempre insieme si ritrovavano...
              Un gran bene si volevano;
              più di prima si sorridevano...
              Anche se modi diversi avevano.

              E il cane ogni volta, sperava, sperava...
              Che la volpe diventasse più brava... più brava...
              e che la loro amicizia cresceva... cresceva...
              e mai si perdeva!

              Ma la volpe,
              un giorno c'era...
              un giorno non si sà.

              Questa era la loro diversità!

              E allora come prima...
              Erano amici... Così sembrava,
              Ma poi sempre qualcosa... li allontanava!
              Composta lunedì 14 maggio 2007
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                Scritta da: nina.*
                in Poesie (Poesie personali)

                Canta mamma canta.

                Hai il tuo piccolo stretto
                fra le braccia,
                il suo corpicino, gracile, senza forze.
                È appena nato, ha pochi mesi di vita.
                Tu mamma di mille sofferenze.
                Stringi a te e canti al tuo piccolo
                una ninna, nanna
                Alzi la tua mano verso il cielo,
                in cerca di pietà
                Tu vivi tra mille dolori,
                nei tuoi occhi non c'è lacrima
                ne una smorfia di compiacimento
                guardando il tuo bambino.
                Non poi nutrirlo
                il tuo seno è vuoto
                come il tuo ventre, lo tieni tra le tue
                braccia e tu,
                canti /
                Giovane donna!
                Piccolo senza futuro in mezzo a rovi,
                cerchi uno spiraglio... un eco
                per gridare il tuo dolore.
                Un inno al tuo piccolo.
                Cosa vuoi cantare, dove cerchi
                le parole quelle giuste per il tuo canto.
                Come puoi perdonare, a chi dare una
                una colpa, per avere scagliato
                questa guerra.
                Canta mamma. Canta
                il tuo grido giungerà fino
                a noi per gridar con te.
                E mutar così la gioia
                del tuo cuore.
                Canta mamma
                il tuo inno.
                Composta nel novembre 1999
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                  Scritta da: nina.*
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Lamento di un poeta

                  Io esisto, e piango nella mia solitudine...
                  di lacrime di sangue, perché
                  la gente e i miei amici sono scomparsi
                  ed io son qui viva.
                  Chi non fu ucciso dalla fame
                  fu massacrato dal fucile
                  ed sono qui, in questa terra lontana,
                  a vagare tra la gente gioiosa che dorme
                  su soffici letti e sorride ai giorni.
                  Io sono qui a vivere nell'abbondanza
                  e nella pace... è questa una grande
                  tragedia, a pochi preme assistere
                  a questo dramma.
                  Il peso dei giorni bui sui miei
                  occhi incavati. Al mio cuore piangente
                  e alla mia anima ferita.
                  Colui che condivide con la sua gente
                  il dolore e il tormento
                  riceverà il supremo conforto che solo
                  può dare il sacrificio della sofferenza.
                  Io sono viva, gente affamata e perseguitata,
                  verso il martirio.
                  Vivere all'ombra della serenità
                  e la gioia della pace.
                  Quale valore per loro può avere
                  il lamento di un poeta assente.
                  Impugnando la spada della verità
                  s'immortalerà a fianco della Verità
                  Eterna, perché la vita è più debole
                  della verità.
                  Cosa si può fare per coloro che
                  stanno morendo.
                  I nostri lamenti non appagheranno
                  la loro fame, e le nostre lacrime
                  non estingueranno la loro sete.
                  Composta nel settembre 1999
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                    Scritta da: Tommaso Mazzoni
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Ad una sveglia

                    Tu, che scandisci gli istanti
                    delle immagini che, nel corso della tua vita,
                    si parano opposte e varie
                    davanti alla tua faccia,
                    perché non mi dai quelle immagini,
                    cupe, o serene, o spiacevoli, o gaie,
                    che vedesti quand'io, bambino, giocavo
                    con i ninnoli semplici
                    di quell'epoca semplice?

                    E tu, mamma,
                    che accudivi al focolare,
                    mentre, ansiosa,
                    aspettavi il ritorno di babbo
                    dal suo duro e diuturno lavoro,
                    non avvertivi un orecchio,
                    non sentivi uno sguardo
                    che osservava te,
                    assorta nei tuoi folti pensieri
                    di moglie e di madre?

                    Della mia fanciullezza,
                    o sveglia che seguisti
                    ogni secondo di quel tempo,
                    vorrei tu mi potessi raccontare.
                    Ti supplicherei perfino, se non ragionassi,
                    di parlare, di dirmi le cose che ignoro,
                    o che non potrei ricordare.

                    Ma tu, sveglia della mia casa,
                    taci e mi guardi
                    come se, quasi sorridendo,
                    tu mi volessi dire:
                    - Ma pazienta, non avere fretta:
                    il tempo non esiste dopo la morte.
                    Rivedrai allora quelle immagini
                    che ora vorresti tue.

                    Ed attendo così,
                    senza scrutare fra quei numeri antichi,
                    che mi si parino davanti
                    tutti gli istanti passati,
                    tutte le mie monellerie di bambino,
                    e quei sorrisi dei miei genitori
                    ancora rivolti dal Cielo verso di me,
                    che non son più bambino.
                    Composta venerdì 24 novembre 1967
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