Poesie personali


Scritta da: nina.*
in Poesie (Poesie personali)

Toccare il cuore con le dita

Toccare il cuore con le dita
di chi soffre, provare a sentire
il suo dolore.
Impazzire di fronte a immagini
scioccanti, non avere un filo di voce
per urlare:
immaginare di essere lì, con lore,
e provare quella sensazione di sentirsi persi,
immobile di fronte all'atroce paura
che cinge tutto il tuo corpo.
Strapparsi ogni pezzo di pelle sino
a provar disgusto di sé, sentirsi
inutile.
Una lacrima si cala, greve,
e mordersi con rabbia, il labbro,
di fronte a queste scene,
... perdere il coraggio.

La nascita di un guerriero
con la sua morte vicina
senza medaglie,
Soli sul selciato, soli nella melma,
guerrieri senza vita,
nessuno li riconosce.
Nessuno sa
chi sono,
una croce senza nome,
i loro sguardi senza lacrime,
verso noi sopravvissuti,
solo il cuore piange,
piange lacrime di sangue.
Composta nel ottobre 1996
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)

    Freccette d'emozione

    Il mio pensare a te
    è fatto di granella
    zuccherina

    di gioie di sorrisi
    di lino steso al sole
    che saluta la mattina

    di un susseguirsi magico
    d'immagini d'amore
    di un freddo ormai sconfitto
    dal caldo... del tuo cuore

    di ripide risate
    che non trovano freno
    di gradinate senza numero

    dal candido tuo seno

    di freccette d'emozione
    scoccate
    in continuazione.

    Il mio pensare a te
    mi fa ruggir
    come un leone.
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      Scritta da: Cristina Gemmati
      in Poesie (Poesie personali)

      Il cane e la volpe

      Il cane e la volpe si presero per mano
      e insieme camminarono.

      Erano amici così sembrava...
      Ma poi sempre qualcosa li allontanava!

      Il cane era bravo, sincero, affettuoso,
      La volpe era furba, incostante e... chissà!

      Questa era la loro diversità!

      Ma poi sempre insieme si ritrovavano...
      Un gran bene si volevano;
      più di prima si sorridevano...
      Anche se modi diversi avevano.

      E il cane ogni volta, sperava, sperava...
      Che la volpe diventasse più brava... più brava...
      e che la loro amicizia cresceva... cresceva...
      e mai si perdeva!

      Ma la volpe,
      un giorno c'era...
      un giorno non si sà.

      Questa era la loro diversità!

      E allora come prima...
      Erano amici... Così sembrava,
      Ma poi sempre qualcosa... li allontanava!
      Composta lunedì 14 maggio 2007
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        Scritta da: nina.*
        in Poesie (Poesie personali)

        Canta mamma canta.

        Hai il tuo piccolo stretto
        fra le braccia,
        il suo corpicino, gracile, senza forze.
        È appena nato, ha pochi mesi di vita.
        Tu mamma di mille sofferenze.
        Stringi a te e canti al tuo piccolo
        una ninna, nanna
        Alzi la tua mano verso il cielo,
        in cerca di pietà
        Tu vivi tra mille dolori,
        nei tuoi occhi non c'è lacrima
        ne una smorfia di compiacimento
        guardando il tuo bambino.
        Non poi nutrirlo
        il tuo seno è vuoto
        come il tuo ventre, lo tieni tra le tue
        braccia e tu,
        canti /
        Giovane donna!
        Piccolo senza futuro in mezzo a rovi,
        cerchi uno spiraglio... un eco
        per gridare il tuo dolore.
        Un inno al tuo piccolo.
        Cosa vuoi cantare, dove cerchi
        le parole quelle giuste per il tuo canto.
        Come puoi perdonare, a chi dare una
        una colpa, per avere scagliato
        questa guerra.
        Canta mamma. Canta
        il tuo grido giungerà fino
        a noi per gridar con te.
        E mutar così la gioia
        del tuo cuore.
        Canta mamma
        il tuo inno.
        Composta nel novembre 1999
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          Scritta da: nina.*
          in Poesie (Poesie personali)

          Lamento di un poeta

          Io esisto, e piango nella mia solitudine...
          di lacrime di sangue, perché
          la gente e i miei amici sono scomparsi
          ed io son qui viva.
          Chi non fu ucciso dalla fame
          fu massacrato dal fucile
          ed sono qui, in questa terra lontana,
          a vagare tra la gente gioiosa che dorme
          su soffici letti e sorride ai giorni.
          Io sono qui a vivere nell'abbondanza
          e nella pace... è questa una grande
          tragedia, a pochi preme assistere
          a questo dramma.
          Il peso dei giorni bui sui miei
          occhi incavati. Al mio cuore piangente
          e alla mia anima ferita.
          Colui che condivide con la sua gente
          il dolore e il tormento
          riceverà il supremo conforto che solo
          può dare il sacrificio della sofferenza.
          Io sono viva, gente affamata e perseguitata,
          verso il martirio.
          Vivere all'ombra della serenità
          e la gioia della pace.
          Quale valore per loro può avere
          il lamento di un poeta assente.
          Impugnando la spada della verità
          s'immortalerà a fianco della Verità
          Eterna, perché la vita è più debole
          della verità.
          Cosa si può fare per coloro che
          stanno morendo.
          I nostri lamenti non appagheranno
          la loro fame, e le nostre lacrime
          non estingueranno la loro sete.
          Composta nel settembre 1999
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            Scritta da: Tommaso Mazzoni
            in Poesie (Poesie personali)

            Ad una sveglia

            Tu, che scandisci gli istanti
            delle immagini che, nel corso della tua vita,
            si parano opposte e varie
            davanti alla tua faccia,
            perché non mi dai quelle immagini,
            cupe, o serene, o spiacevoli, o gaie,
            che vedesti quand'io, bambino, giocavo
            con i ninnoli semplici
            di quell'epoca semplice?

            E tu, mamma,
            che accudivi al focolare,
            mentre, ansiosa,
            aspettavi il ritorno di babbo
            dal suo duro e diuturno lavoro,
            non avvertivi un orecchio,
            non sentivi uno sguardo
            che osservava te,
            assorta nei tuoi folti pensieri
            di moglie e di madre?

            Della mia fanciullezza,
            o sveglia che seguisti
            ogni secondo di quel tempo,
            vorrei tu mi potessi raccontare.
            Ti supplicherei perfino, se non ragionassi,
            di parlare, di dirmi le cose che ignoro,
            o che non potrei ricordare.

            Ma tu, sveglia della mia casa,
            taci e mi guardi
            come se, quasi sorridendo,
            tu mi volessi dire:
            - Ma pazienta, non avere fretta:
            il tempo non esiste dopo la morte.
            Rivedrai allora quelle immagini
            che ora vorresti tue.

            Ed attendo così,
            senza scrutare fra quei numeri antichi,
            che mi si parino davanti
            tutti gli istanti passati,
            tutte le mie monellerie di bambino,
            e quei sorrisi dei miei genitori
            ancora rivolti dal Cielo verso di me,
            che non son più bambino.
            Composta venerdì 24 novembre 1967
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              Scritta da: Tommaso Mazzoni
              in Poesie (Poesie personali)

              Dunque, chi sono io?

              Dunque, chi sono io?

              Sono colui che ama Iddio, che Lo rispetta,
              che segue le Sue Leggi, che Lo prega,
              che ama le Sue creature, e si commuove
              al più piccolo atto d'amore...

              Sono colui che, quando passa
              davanti a una chiesa, a un camposanto,
              dice una preghiera, si fa il segno della croce;
              che fa una lacrima se gli passa davanti uno storpio...

              Sono colui che, quando guarda il cielo,
              gode dell'immensità della sua volta
              e pensa a tutto il creato e al suo Creatore,
              come pensa all'atomo, all'Infinito...

              o son piuttosto colui che critica il suo Dio
              quale grande creatore di inutili cose;
              che lo critica per le guerre, le zanzare,
              per la fame dei poveri, per l'abbondanza dei ricchi...

              Per tutte le malattie, che circondano
              la gente debole, inerme a combatterle;
              per l'ignoranza, la ristrettezza del cervello umano
              e l'ottusità che non permette spesso decisioni sagge

              Per non aver saputo infondere il sentimento
              dell'amore a tutte quante le sue creature;
              per non aver creato gente abile a difendersi
              dall'accanirsi del dolore che stronca le fibre più forti...

              Dunque chi sono io, mio Dio?
              Perché mi hai dotato di ragionamento, ma non mi permetti
              di capire fino in fondo chi sono, perché ci sono,
              e dove andranno i Tuoi figli, e i figli dell'uomo...?
              Composta domenica 22 luglio 1990
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                Scritta da: Alberto
                in Poesie (Poesie personali)
                Indosso il mantello d'ombra
                e m'avvolgo delle gesta di eroi passati

                esplodono in me i sogni
                e s'aggregano le meraviglie di mondi scomparsi,
                s'avvinghiano le anime di coloro che vollero essere
                e che ora sono ciò che rimane di quel pensiero.

                Tutto è mutevole,
                tutto è in subbuglio al di là del velo,
                è indescrivibile, metafisico

                sembra quasi di toccarlo,
                d'assumere una piccola parte di quel cosmo

                quando ecco...
                d'un tratto esplode e svanisce

                lasciando di sé il ricordo, amarezza,
                ma anche uno squarcio dal quale iniziare come osservatore,
                per poi sbucare al di là del limite impostoci
                e permettere ad altri di ripetere il percorso

                verso lo scrigno delle conoscenze e delle emozioni,
                del ciclo della morte e della vita
                e di ciò che ci riguarda nel profondo.
                Composta venerdì 17 luglio 2009
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